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Sulla sicurezza dei prodotti fitosanitari ad uso non professionale

Sulla sicurezza dei prodotti fitosanitari ad uso non professionale
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Rischio chimico

04/07/2024

Un factsheet Inail riporta informazioni sui rischi e la sicurezza connessa all’utilizzo non professionale di prodotti fitosanitari. Focus sulle indicazioni normative, sulla classificazione di pericolo, sulle confezioni e sulle etichette.

Roma, 4 Lug – Come ricordato nella scheda Inail “ Utilizzo non professionale di prodotti fitosanitari” – prodotta dal Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici (Dit) – l’uso dei prodotti fitosanitari può comportare rischi anche per gli utilizzatori non professionali, cioè coloro che usano tali prodotti per il “trattamento di piante, sia ornamentali che edibili, non destinate alla commercializzazione”. Dove le piante edibili (orto familiare, piccolo vigneto familiare ecc..) “sono coltivate esclusivamente per l’autoconsumo”.

 

Infatti sul mercato esistono prodotti fitosanitari ad uso non professionale, abbreviati con l’acronimo PFnP, che “possono essere acquistati ed utilizzati anche da persona priva del certificato di abilitazione (art. 9 decreto legislativo n. 150/2012)” e definita, infatti, ‘utilizzatore non professionale’.

 

Nel presentare la scheda/factsheet Inail - curata di E. Masciarelli, L. Casorri, M. Papacchini (Inail Dit), C. Beni (Crea-It) – ci siamo già soffermati sulla normativa italiana ed europea con particolare riferimento al contenuto del decreto n. 33 del 22 gennaio 2018, “Regolamento sulle misure e sui requisiti dei prodotti fitosanitari per un uso sicuro da parte degli utilizzatori non professionali”.

Tuttavia la scheda riporta anche utili indicazioni sulla classificazione di pericolo, sulle formulazioni e sulle etichette dei prodotti PNfP.

 

L’articolo si sofferma sui seguenti argomenti:


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Sicurezza Agricoltura - Categoria Istat: A - Agricoltura, Silvicoltura E Pesca

 

Prodotti fitosanitari ad uso non professionale e dispositivi di protezione

La scheda ricorda che in Italia il decreto 33/2018 prescrive che un prodotto fitosanitarionon può essere destinato ad uso non professionale se richiede l’uso di dispositivi di protezione individuale o l’applicazione di misure di precauzione per l’ambiente e/o limitazioni d’uso affinché i rischi per la salute umana, per l’ambiente e gli organismi non bersaglio risultino accettabili o nel caso in cui dalla valutazione emergano indicazioni di tossicità per le api’.

 

Infatti i PFnP “non richiedono l’uso di dispositivi di protezione individuale (sono previste solo le misure di protezione per prevenire le irritazioni da contatto)”.

Inoltre “non sono richieste misure di precauzione e/o limitazioni d’uso per mitigare i rischi per la salute umana, l’ambiente e gli organismi non bersaglio. Quindi la stima dell’esposizione umana e del conseguente rischio viene eseguita senza prevedere l’utilizzo di dispositivi di protezione”.

 

La scheda suggerisce, al massimo, “l’uso di pantaloni lunghi e camicia a manica lunga, se indicato in etichetta, mentre l’uso dei guanti è consigliato solo per proteggere l’utilizzatore da eventuali irritazioni cutanee”. E nella valutazione del rischio “si deve tener conto anche dei residenti e degli astanti, sia durante, che subito dopo il trattamento. L’area trattata è infatti spesso adiacente alle abitazioni ed accessibile ad altre persone, che possono essere vulnerabili e agli animali domestici (art.3 del regolamento CE 1107/2009)”.

In ogni caso è comunque “richiesta la valutazione del rischio specifica per il lavoratore perché l’utilizzatore non professionale effettua le stesse operazioni dei lavoratori agricoli”.

 

 

 

Prodotti fitosanitari ad uso non professionale e classificazione di pericolo

Si indica poi che nella composizione dei prodotti fitosanitari ad uso non professionale “sono ammessi i feromoni, i microrganismi e le sostanze approvate come ‘sostanze a basso rischio’ ed in ogni caso le sostanze attive che non soddisfano una o più delle seguenti condizioni:

  • cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione e lo sviluppo embriofetale;
  • letali o tossiche (categoria 1, 2 o 3 di tossicità acuta);
  • tossicità specifica per organi bersaglio;
  • esplosive, comburenti e infiammabili;
  • sensibilizzanti per le vie respiratorie;
  • interferente endocrino;
  • neurotossici o immunotossici;
  • molto tossiche per gli organismi acquatici;
  • bioaccumulabili (non si applica alle sostanze destinate esclusivamente al trattamento delle piante in vaso o in trappola e alle sostanze naturali;
  • tossiche per le api.

 

Riprendiamo dal documento una immagine relativa alla classificazione di pericolo:

 

 

Utilizzo non professionale di prodotti fitosanitari, imballaggi ed avvertenze

È poi autorizzato “l’impiego di formulazioni, confezioni e taglie che minimizzino il contatto del prodotto con gli utilizzatori durante il trasporto, la conservazione domestica, le operazioni di manipolazione e il prelievo affinché possano avvenire in sicurezza e allo stesso tempo facilitare l’esattezza del dosaggio”. Inoltre, in caso di versamento accidentale, deve essere assicurata la “minima esposizione dell’uomo e dell’ambiente” e facilitate le operazioni di pulizia.

 

Si segnala che i prodotti fitosanitari ad uso non professionale in commercio “devono essere pronti all’uso, oppure utilizzabili dopo diluizione in acqua, in confezioni con elevati requisiti di sicurezza”.

E gli imballaggi devono avere:

  • forma e colori non attraenti per i bambini;
  • una chiusura di sicurezza;
  • minimo rischio di esposizione accidentale;
  • una sostanza amaricante che li renda sgradevoli per bambini e animali domestici in caso di ingestione accidentale;
  • dicitura “prodotto fitosanitario” riconoscibile al tatto.

 

Si segnala poi che se le caratteristiche e le dimensioni dell’imballaggio non sono adeguate a contenere un’etichetta, “avvertenze ed informazioni devono essere inserite in un foglio illustrativo annesso alla confezione. In entrambi i casi devono essere riportate avvertenze e precauzioni d’uso per garantire comportamenti corretti nella gestione del prodotto e nell’esecuzione del trattamento. È inoltre necessario, minimizzare il rischio di esposizione propria, di soggetti terzi e dell’ambiente”.

 

In particolare in etichetta “devono essere presenti:

  • istruzioni semplici e chiare che scoraggino gli usi impropri e minimizzino gli errori;
  • caratteristiche fisico-chimiche e tossicologiche del prodotto;
  • informazioni sui pericoli correlati all’impiego;
  • pittogrammi su modalità di impiego;
  • tipologia delle attrezzature e loro corretto utilizzo;
  • intervallo di tempo tra applicazione del prodotto e raccolta (intervallo di sicurezza)”.

 

Rimandiamo, infine, alla lettura integrale del factsheet Inail che, riguardo ai prodotti fitosanitari ad uso non professionale, si sofferma anche sulla normativa, italiana e comunitaria, sulla vendita e sugli obblighi del rivenditore.

 

 

 

Tiziano Menduto

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Inail, Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici, “ Utilizzo non professionale di prodotti fitosanitari”, a cura di E. Masciarelli, L. Casorri, M. Papacchini (Inail Dit), C. Beni, (Crea-It), Factsheet edizione 2023 (formato PDF, 818 kB).

 

 

Vai all’area riservata agli abbonati dedicata a “ Norme e rischi nell’utilizzo non professionale di prodotti fitosanitari”.

 

 

Scarica la normativa di riferimento:

DECRETO 22 gennaio 2018, n. 33 - Regolamento sulle misure e sui requisiti dei prodotti fitosanitari per un uso sicuro da parte degli utilizzatori non professionali.

 



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