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Storie di infortunio: un caffè sospeso

Storie di infortunio: un caffè sospeso
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Rischio chimico

17/11/2020

La storia di un infortunio accaduto ad un operaio che svolgeva l’attività lavorativa di lavaggio vasche contenenti residui di vernici: come è avvenuto l’incidente, le cause e come si sarebbe potuto evitare.

Pubblichiamo la storia Un caffè sospeso” (a cura di Giorgio Biamino, Amalia Di Meglio, Marcello Libener, Giuseppe Marino, servizio Pre.Sal dell’ASL AL) tratta dal repertorio delle “Storie d'infortunio” rielaborate dagli operatori dei Servizi PreSAL delle ASL piemontesi a partire dalle inchieste di infortunio, e raccolte nel sito del Centro regionale di Documentazione per la Promozione della Salute della Regione Piemonte ( Dors).

 

La conoscenza delle dinamiche infortunistiche non è sufficiente per comprendere aspetti di contesto, in particolare quelli organizzativi, che sempre più frequentemente ricorrono tra le cause di un evento. Un approccio basato sullo studio di caso, che trasformi le inchieste infortuni in “storie” narrate dagli operatori che hanno svolto l’indagine, può consentire la comprensione dei fattori che hanno indotto il realizzarsi o il permanere di una situazione di rischio permettendo la formulazione e condivisione di soluzioni preventive.

 

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Comparto produttivo: chimico (produzione vernici)

 

Esito: Massimo, un operaio di 51 anni, è deceduto.

 

Dove è avvenuto: nel piazzale esterno di uno stabilimento di produzione di pitture, smalti e vernici.

 

Cosa si stava facendo

Massimo svolgeva l’attività lavorativa di lavaggio vasche contenenti residui di vernici.

 

Descrizione infortunio

Massimo stava lavando vasche contenenti residui di vernici utilizzando il cloruro di metilene. Non portava dispositivi di protezione individuale e ha respirato i vapori di cloruro di metilene che hanno causato un avvelenamento acuto.

 

Come prevenire

Controllare che gli strumenti in dotazione dei lavoratori siano adeguati ed utilizzati in modo corretto; che sia presente il Piano Operativo di Sicurezza per la valutazione dei rischi; che siano garantiti corsi di formazione adeguati e completi. Inoltre, l’infortunio non sarebbe successo, o avrebbe comportato conseguenze meno rilevanti, se la valutazione dei rischi avesse previsto un’adeguata organizzazione del lavoro che evitasse attività svolte in solitaria.

 

 

DORS – Storia di infortunio “Un caffè sospeso” 




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Pubblica un commento

Rispondi Autore: Franco Rossi - likes: 0
17/11/2020 (09:42:43)
Ma cosa c'azzecca il Piano Operativo di Sicurezza?
Non è un cantiere.
Rispondi Autore: Giovanni Bersani - likes: 0
17/11/2020 (15:57:48)
In effetti è tutto alquanto oscuro. A meno che si sia abbonati e si possa avere accesso al resto... altrimenti tra POS e caffè sospesi... non si capisce proprio.
Rispondi Autore: RedSPP - likes: 0
17/11/2020 (16:59:21)
Non avrebbe dovuto rientrare nelle procedure dei lavori in "ambienti confinati" ?
Rispondi Autore: Franco Rossi - likes: 0
18/11/2020 (09:11:33)
Andando a vedere il documento originale su DORS, si vede che il POS proprio non è citato. Si vede anche che la normativa sugli spazi confinati non è molto ben conosciuta. Ma forse lo scopo di DORS è solo di sensibilizzazione fra i lavoratori

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