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Sostanze pericolose: quali sono i rischi nel tessile e nei trasporti?

Sostanze pericolose: quali sono i rischi nel tessile e nei trasporti?
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Rischio chimico

15/02/2021

Due interventi si soffermano sui rischi delle sostanze chimiche pericolose nei luoghi di lavoro. I risultati di piano mirato di prevenzione per il settore del tessile e i dati, la normativa, i rischi e la formazione nel trasporto di merci pericolose.

Milano, 15 Feb – Quest’anno la Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, Workers' Memorial Day 2019, si è svolta nel contesto della Campagna europea 2018-19 “ Salute e sicurezza negli ambienti di lavoro in presenza di sostanze pericolose”. Per questo motivo e anche in relazione ai tanti gravi infortuni che avvengono negli ambienti sospetti di inquinamento o confinati, il “ Centro per la Cultura della Prevenzione nei luoghi di lavoro e di vita” (CCP) per ricordare questa giornata ha organizzato a Milano, il 29 aprile scorso, il convegno “Sostanze chimiche pericolose – azioni e reazioni”.

 

Raccogliamo dal convegno alcune informazioni sull’impatto delle sostanze chimiche pericolose sue due specifici settori, il settore tessile e il settore dei trasporti.

 

Nell’articolo ci soffermiamo sui seguenti argomenti:



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Sicurezza Tessili - Categoria Istat: C - Attività Manifatturiere

 

Le sostanze pericolose e il settore del tessile

Nell’intervento “La chimica della moda: il piano mirato di ATS CMM nel settore tessile e affini”, a cura di Calogera Campo ( ATS Milano), si presentano le fasi di un Piano Mirato di Prevenzione (PMP) sul settore tessile e affini nel territorio di Milano e in relazione al rischio chimico.

 

A questo proposito si indica che ci sono circa 13 mila imprese a Milano, e sono riportate alcune caratteristiche del settore:

  • una “dinamica di crescita, pari al +1,5%,
  • 89 mila addetti
  • ricerca di prodotti e materiali innovativi orientati al lusso
  • crescente richiesta di prodotti di alta qualità artigianali e/o personalizzati”

E in questo settore “circa il 10% delle mattie professionale sono riconducibili anche a sostanze chimiche”. 

 

Dopo aver presentato la tipologia di imprese intercettate nel PMP, sempre relative al settore tessile e affini, si indica che tra le aziende che hanno aderito all’autovalutazione l’87% “ha dichiarato di utilizzare sostanze chimiche. Circa il 50% ne utilizza più di 10, alcune anche oltre 150. Il 100% delle imprese ha dato attuazione al D.L.gs 81/08 (RSPP, MC, riunione periodica...)”.

Inoltre “3 aziende su 4 sono dotate di impianti di captazione” e il “100% delle utilizzatrici fornisce DPI legati al rischio chimico (guanti, maschere, etc)”, mentre “l’80% dichiara di aver svolto corsi di addestramento” e il 72% “ha dichiarato di aver eseguito monitoraggi ambientali”.

 

Tuttavia al di là di questo “trend positivo”, la vigilanza svolta sulle aziende che non hanno partecipato al PMP mostra, invece, che l’attuazione del D.Lgs. 81/2008 “è risultata gravemente carente per:

  • “Assetto aziendale inadeguato
  • DVR generici o incoerenti con grave sottovalutazione dei rischi
  • Assenza ricorrente di valutazione del rischio chimico
  • DVR completamente mancante (N.B. settore del lusso con diversi addetti)”. 

E dai sopralluoghi emerge:

  • “Grave carenza/assenza di DPC (es. aspiratori);
  • Percezione pronunciata di odore di solventi in ambiente;
  • Carenza/inadeguatezza di DPI (mascherine in carta, guanti in lattice da supermercato);
  • Pericolosa manipolazione e conservazione di prodotti chimici: mancanza di schede di sicurezza, stoccaggio scorretto/incontrollato tra reagenti, travasi in contenitori inidonei”. 

 

I dati sul trasporto di merci pericolose

Affrontiamo ora i rischi di un altro settore con riferimento all’intervento “ I rischi nel trasporto delle sostanze chimiche”, a cura di Paolo Munno ( Corpo Nazionale Vigili del Fuoco). 

 

Dopo aver ricordato il quadro normativo di riferimento e riportato indicazioni e immagini relativi ai tanti incidenti avvenuti nel trasporto di merci pericolose, il documento riporta diversi dati:

  • “in Europa, il 71,7% delle merci viaggia su ruota (Dati Eurostat), ferrovia 17,4%, navigazione interna il 6,2%, oleodotti il 4,8%;
  • il parco veicolare pesante europeo è di circa sei milioni e mezzo di mezzi, con un’età media che supera gli 11 anni di esercizio e questo indica che la gran parte di essi non dispone degli ultimi ritrovati in materia di sicurezza attiva e passiva (dati Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione Europea);
  • In Italia circa l’80 % delle merci viaggia su ruota (Dati Eurostat), il 90% secondo i dati di Legambiente;
  • sulle autostrade italiane si muovono, circa 10mila mezzi/giorno per il trasporto di merci pericolose, con numeri in crescita (Dati Eurostat);
  • si controllano annualmente circa 5mila trasportanti merci pericolose (dati Polizia Stradale);
  • la quantità di merci movimentate in tutte le modalità di trasporto, nel 2015, è stata pari a 3.516 miliardi di tkm (tonnellate per chilometro) di merci, l’1,2% in più del 2014”, dati ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) in relazione ai dati Eurostat.

 

 

L’intervento riporta poi indicazioni sui vari regolamenti correlati a varie forme di trasporto delle merci pericolose:

  • trasporto via terra: “il trasporto su strada di merci pericolose è regolamentato dall'accordo internazionale ADR, il cui testo è aggiornato ogni due anni. L'accordo originale è stato siglato a Ginevra il 30 settembre 1957 come European Agreement concerning the International Carriage of Dangerous Goods by Road”.
  • trasporto via ferrovia: “pannelli e etichette di pericolo su un vagone ferroviario adibito al trasporto di merci pericolose. La regolamentazione relativa al trasporto su ferrovia è molto simile a quella su strada ed è definita dagli accordi RID (Règlement concernant le trasport International ferroviaire des merchandises Dangereuses) a loro volta molto simili a quelli dell'ADR”; 
  • trasporto via nave: “il Codice IMDG (International Maritime Dangerous Goods Code) dell'IMO (Organizzazione Marittima Internazionale) è il riferimento normativo per il trasporto marittimo delle merci pericolose. Enti preposti ai controlli sono in sede internazionale l'IACS e in sede italiana il Registro Italiano Navale”; 
  • trasporto aereo: “la legislazione dedicata al trasporto aereo è raccolta nell'accordo ICAO (Organizzazione Internazionale dell'Aviazione Civile)”. 

 

I rischi e la formazione per le merci pericolose

L’intervento segnala che il trasportatore alla guida di un veicolo su cui è caricata merce pericolosa “deve essere in possesso, in generale, oltre che della normale patente di guida, del Certificato di Formazione Professionale A.D.R., ottenuto per esame dopo un corso specialistico su vari argomenti concernenti il trasporto di merci pericolose. Il certificato ha durata 5 anni dalla data dell'esame ed è rinnovabile un anno prima della data di scadenza dello stesso”.

 

A seconda del corso, e quindi dell'esame sostenuto, “verrà rilasciato:

  • Certificato Base: abilita al trasporto in colli di merci pericolose di tutte le classi tranne radioattivi ed esplosivi
  • Specializzazione Cisterne: abilita al trasporto in cisterna di merci pericolose di tutte le classi tranne radioattivi ed esplosivi
  • Specializzazione Esplosivi: abilita al trasporto in colli delle merci pericolose della classe 1 (esplosivi)
  • Specializzazione Radioattivi: abilita al trasporto di merci pericolose della classe 7 (radioattivi)”. 

 

Sono poi indicate alcune possibili situazioni di emergenza che possono verificarsi durante il trasporto di merci pericolose:

  • “Esplosione in fase di impatto
  • Esplosione in fase successiva all’ impatto
  • Incendio in fase di impatto
  • Incendi in fase successiva all’ impatto
  • Scoppio in fase di impatto
  • Scoppio in fase successiva all’ impatto
  • Rilascio accidentale di prodotti in fase solida
  • Rilascio accidentale di prodotti in fase liquida
  • Rilascio accidentale di prodotti in fase gassosa”.

 

Rimandiamo, in conclusione, alla lettura integrale dell’intervento che riporta, oltre a diverse indicazioni sulle sostanze e sulle modalità di trasporto, anche informazioni sulle misure da adottare e sul ruolo di Prefettura e Sindaco durante le emergenze.

 

 

RTM

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

La chimica della moda: il piano mirato di ATS CMM nel settore tessile e affini”, a cura di Calogera Campo (ATS Milano), intervento al convegno “Sostanze chimiche pericolose – azioni e reazioni” (formato PDF, 1.39 MB).

 

I rischi nel trasporto delle sostanze chimiche”, a cura di Paolo Munno (Corpo Nazionale Vigili del Fuoco), intervento al convegno “Sostanze chimiche pericolose – azioni e reazioni” (formato PDF, 5.41 MB).



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