Sostanze chimiche: stoccaggio, incompatibilità e primo soccorso
Roma, 28 Mag – Nei laboratori di ricerca il deposito delle sostanze chimiche deve generalmente rispettare misure rigorose.
In particolare, le sostanze chimiche incompatibili devono “essere tenute separate e per quanto possibile i prodotti chimici dovrebbero essere divisi per ‘famiglie’:
- acidi minerali forti;
- basi minerali forti;
- potenti agenti ossidanti;
- sostanze che reagiscono violentemente con l’acqua (metalli alcalini, idruri, metalli ibridi, composti organometallici, ecc.);
- sostanze che reagiscono violentemente con l’ossigeno (fosforo bianco, ecc.)”.
A ricordarlo e a fornire molte informazioni correlate anche a vari altri aspetti connessi al rischio chimico è il documento “ Rischio Chimico. Manuale informativo per la tutela della salute del personale dei laboratori di ricerca”, realizzato dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’ Inail e a cura di Lidia Caporossi, Mariangela De Rosa e Bruno Papaleo.
Nel presentare il documento, che vuole essere una guida di facile consultazione per identificare i rischi connessi alla manipolazione e deposito degli agenti chimici, abbiamo parlato, nelle scorse settimane, di varie buone prassi, ad esempio in relazione all’utilizzo delle cappe e delle bombole di gas a pressione.
Oggi, sempre con riferimento al documento Inail, ci soffermiamo, invece, sui seguenti argomenti:
- La sicurezza del personale dei laboratori di ricerca: i problemi nello stoccaggio
- La sicurezza del personale dei laboratori di ricerca: le incompatibilità
- La sicurezza del personale dei laboratori di ricerca: il primo soccorso
La sicurezza del personale dei laboratori di ricerca: i problemi nello stoccaggio
Riguardo allo stoccaggio e manipolazione il documento ricorda che tutte le sostanze “devono essere ben etichettate ed elencate in un inventario, con riferimenti alle quantità presenti”.
E “sarà bene evitare di conservare quantità eccessive di prodotti infiammabili, che dovranno comunque essere depositati in appositi armadi di sicurezza”.
Si sottolinea poi che un adeguato sistema di gestione del rischio chimico deve comprendere:
- “identificazione degli agenti chimici pericolosi presenti in ogni fase dell’attività (anche intermedi di reazione, fumi, vapori, ecc.);
- valutazione di possibili sostituzioni con altre sostanze o preparati non pericolosi o meno pericolosi;
- limitazione al minimo del numero dei lavoratori esposti;
- definizione e corretto utilizzo di procedure operative, in condizioni normali e di emergenza;
- verifica delle incompatibilità e della possibilità di reazioni pericolose o formazione di prodotti di decomposizione;
- posizionamento dei segnali di avvertimento e di sicurezza;
- adozione dei DPI corretti anche in caso di incidente;
- predisposizione di misure di emergenza da attuare in caso di esposizioni anormali”.
La sicurezza del personale dei laboratori di ricerca: le incompatibilità
Riguardo agli agenti chimici incompatibili il documento Inail segnala che molte sostanze comunemente usate in laboratorio “reagiscono in modo pericoloso quando vengono a contatto con altre”.
Alcune di queste sostanze incompatibili sono presentate, “a titolo esemplificativo e NON esaustivo”, in una tabella.
Ne riprendiamo il contenuto.
Questi sono alcuni esempi di sostanze incompatibili:
- Acetilene: Rame, alogeni, argento, mercurio e loro composti
- Acetone: Cloroformio, anidride cromica, acido solforico, acido nitrico, perossidi, clorati e permanganati
- Acido acetico: Acido cromico, acido nitrico, glicole etilenico, acido perclorico, perossidi e permanganati
- Acido cromico: Acido acetico, anidride acetica, acetone, canfora, liquidi infiammabili
- Acido nitrico (concentrato): Acido acetico, acido cromico, acido cianidrico, anilina, acido solfidrico. Liquidi e gas infiammabili, sostanze che subiscono velocemente nitrazione
- Acido ossalico: Argento, mercurio e i loro sali
- Acido perclorico: Acido acetico, anidride acetica, bismuto e le sue leghe, alcoli, sostanze organiche (carta, legno, ecc.)
- Acido solfidrico: Acido nitrico, sostanze ossidanti
- Acido solforico: Clorati, perclorati, permanganati. Cautela con l’acqua – reazione esotermica forte
- Ammoniaca anidra: Mercurio, alogeni, acido fluoridrico, ipoclorito di calcio
- Anilina: Acido nitrico, perossido di idrogeno
- Argento e Sali: Acetilene, acido ossalico, acido tartarico, sali di ammonio
- Azidi: Acqua e acidi, rame, piombo, argento, magnesio, solventi alogenati
- Bromo: Ammoniaca, acetilene, butadiene, alcani, idrogeno, metalli polverizzati
- Carbone attivo: Tutti gli agenti ossidanti, ipoclorito di calcio
- Clorati: Sali di ammonio, acidi, polveri metalliche, zolfo, composti organici finemente polverizzati, sostanze infiammabili
- Cloro: Ammoniaca, acetilene, butadiene, benzene, alcani, idrogeno, metalli polverizzati, carburo di sodio
- Cloroformio: Sodio e potassio
- Acido fluoridrico: Ammoniaca, ammine alifatiche
- Idrazina: Perossido di idrogeno, alogeni, ossidi metallici e acidi
- Idrocarburi: Fluoro, cloro, bromo, acido formico, acido cromico, perossido di sodio, anidride cromica
- Iodio: Acetilene e ammoniaca
- Liquidi infiammabili: Nitrato di ammonio, acido cromico, perossido di idrogeno, acido nitrico, perossido di sodio e alogeni
- Metalli alcalini: Acqua, tetracloruro di carbonio e altri idrocarburi alogenati, anidride carbonica
- Nitrato di ammonio: Acidi, polveri metalliche, liquidi infiammabili, clorati, nitrati, zolfo e sostanze organiche e combustibili finemente polverizzate
- Perclorato di potassio: Acido solforico e altri acidi, anidride acetica, bismuto e suoi derivati, alcoli, carta, legno, grassi e oli organici
- Permanganato di potassio: Glicerolo, glicole etilenico, benzaldeide e acido solforico
- Perossidi: organici Acidi (organici o minerali), la maggior parte dei metalli e i combustibili
- Perossido di idrogeno: Cromo, rame, ferro, la maggior parte dei metalli e i loro sali, liquidi infiammabili e altri prodotti combustibili, anilina, nitrometano, alcuni acidi forti come l’acido solforico
- Perossido di sodio: Etanolo, metanolo, acido acetico, anidride acetica, benzaldeide, disolfuro di carbonio, glicerolo, glicole etilenico, acetato di etile, acetato di metile, furfurale
- Potassio: Tetracloruro di carbonio, diossido di carbonio, acqua, cloroformio, diclorometano
- Rame: Acetilene, azide e perossido di idrogeno, ossido di etilene, clorati, bromati e iodati
- Sodio: Idrocarburi alogenati, diossido di carbonio, acqua e soluzioni acquose, fosforo e i suoi composti, zolfo e i suoi composti
- Sodio azide: Piombo, rame e altri metalli, forma composti instabili ed esplosivi con i metalli, Idrossido di potassio, disolfuro di carbonio, bromo, benzoile cloruro
- Solfuri: Acidi
- Tetracloruro di carbonio: Sodio e potassio
La sicurezza del personale dei laboratori di ricerca: il primo soccorso
Concludiamo segnalando alcune indicazioni tratte dal capitolo dedicato alla gestione del primo soccorso in caso di incidenti.
Si indica che la normativa ( d.lgs. 81/2008; Decreto del Ministro della salute 15 luglio 2003, n. 388) “conferisce al primo soccorso un ruolo importante all’interno del sistema di gestione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, obbligando il datore di lavoro ad organizzare il piano di emergenza ed a designare e formare gli addetti”.
E in caso di “incidenti che coinvolgano sostanze chimiche (come per qualsiasi altro tipo di incidente), attenersi sempre e subito ai contenuti della normativa vigente (art. 45 del d.lgs. 81/2008): il datore di lavoro ha l’obbligo, dopo aver sentito il medico competente, ove nominato, di prendere i provvedimenti necessari in materia di pronto soccorso e di assistenza medica di emergenza, tenendo conto delle persone e dei rischi presenti in azienda e stabilendo i necessari rapporti con i servizi esterni, anche per il trasporto dei lavoratori infortunati”.
In particolare il primo soccorso sul luogo di lavoro “è un intervento che si rende necessario nel momento in cui si verifica un infortunio o un malore. Nella grandissima maggioranza dei casi tale intervento è effettuato da personale non sanitario, con una dotazione di attrezzature mediche non sostitutive di quelle disponibili nei presidi sanitari pubblici, in attesa dell’arrivo di personale specializzato”.
Gli obiettivi del primo soccorso “sono:
- riconoscere una situazione di emergenza;
- valutare le condizioni della vittima;
- attivare la catena dell’emergenza;
- allertare i soccorsi avanzati, se necessario;
- prestare i primi soccorsi utilizzando competenze adeguate;
- evitare l’insorgenza di ulteriori danni causati da un mancato soccorso o da un soccorso condotto in maniera impropria”.
Rimandiamo alla lettura integrale dell’intervento che, in relazione all’azione di primo intervento, fornisce varie indicazioni per la protezione, l’avviso e il soccorso e si sofferma anche sull’intossicazione accidentale da prodotti chimici.
RTM
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
Inail, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale, “ Rischio Chimico. Manuale informativo per la tutela della salute del personale dei laboratori di ricerca”, seconda edizione curata da Lidia Caporossi, Mariangela De Rosa e Bruno Papaleo, seconda edizione 2023, Collana Ricerche (formato PDF, 1.32 MB).
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