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Rischio chimico: il 70% delle schede di sicurezza non è conforme

Rischio chimico: il 70% delle schede di sicurezza non è conforme
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Rischio chimico

09/02/2023

Che controlli si effettuano sulla conformità e qualità delle SDS? Quali sono i dati europei e cosa indicano i controlli fatti in Italia dal 2015 al 2022? Quali sono le principali criticità? Ne parliamo con Celsino Govoni dell’Ausl di Modena.

Bologna, 9 Feb – Nell’intervista a Carlo Muscarella (Gruppo Tecnico Interregionale REACH e CLP) – “ Rischio chimico e SDS: obblighi, competenze e novità dal primo gennaio” - abbiamo ricordato, nei giorni scorsi, come i controlli, operati in questi anni sulle schede di dati di sicurezza (SDS), abbiano messo in luce che, malgrado i miglioramenti, diverse criticità sulla loro qualità e conformità alla normativa. Criticità che rischiano di diminuire la capacità delle schede di dati, documenti che contengono le informazioni sulle proprietà fisico–chimiche, tossicologiche e di pericolo, di essere uno strumento efficace per un utilizzo corretto e sicuro delle sostanze pericolose e delle miscele.

 

Proprio per comprendere meglio la dimensione di queste criticità abbiamo intervistato, durante l’ultima edizione della manifestazione “ Ambiente Lavoro” a Bologna, Celsino Govoni del Dipartimento Sanità Pubblica AUSL di Modena e Coordinatore del Gruppo Tecnico Interregionale REACH e CLP.

Celsino Govoni era il referente del convegno “REACH-OSH_2022 – SICUREZZA CHIMICA E SCHEDA DI DATI DI SICUREZZA. La Nuova Scheda di Dati di Sicurezza per una nuova Valutazione del rischio da agenti chimici pericolosi, tossici per la riproduzione, cancerogeni, mutageni” che, organizzato da Regione Emilia Romagna, Inail e Ausl di Modena, si è tenuto a Bologna il 23 novembre 2022. Nel convegno ha anche affrontato direttamente il tema della sicurezza chimica in relazione agli ultimi risultati di alcuni controlli di conformità delle schede di dati di sicurezza svolte in alcune province italiane dal giugno 2015 al giugno 2022.

 

Con il Dott. Govoni, che ricorda come in Europacirca il 70% delle schede di sicurezza non sono conformi o comunque hanno delle non conformità”, ci soffermiamo sui controlli che vengono effettuati e su alcune specifiche criticità e conformità, in relazione al Regolamento REACH e al Regolamento CLP.

 

Che tipologia di controlli si effettuano sulla conformità e qualità delle SDS?

Quando e con che frequenza vengono realizzati i controlli? E cosa viene verificato nelle schede?

Come vengono scelte le imprese da controllare?

Quali sono le più rilevanti criticità riscontrate nelle SDS?

Qual è lo stato attuale delle SDS?

Qual è il collegamento con gli scenari espositivi?

I risultati di questi controlli cosa indicano?

Come è possibile migliorare per la conformità e la qualità delle schede dati di sicurezza?

 

L’intervista si sofferma su vari argomenti:



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Come sempre diamo ai nostri lettori la possibilità di visualizzare integralmente l’intervista e/o di leggerne una parziale trascrizione.

 

L’intervista di PuntoSicuro a Celsino Govoni

 

 

Le schede di dati di sicurezza e i controlli effettuati in Italia

Parliamo delle criticità relative alle conformità delle schede dati di sicurezza con riferimento anche ai controlli effettuati relativi agli anni 2015/2022. Di che controlli stiamo parlando? Perché sono importanti le schede di sicurezza? Quando e con che frequenza vengono realizzati controlli sulla conformità delle schede?

 

Celsino Govoni: (…) Sì, il periodo 2015-2022 non è un periodo a caso, perché dal primo giugno 2015 entra in vigore il regolamento 830 del 2015 e dal primo gennaio 2023 entra in vigore il regolamento 878 relativo alla modifica dell'allegato II del Regolamento REACH. (…) E abbiamo raccolto tutti i dati dei controlli che sono stati svolti dal primo giugno 2015 al giugno 2022. Vengono presentati controlli effettuati in un territorio molto limitato della nostra nazione. Non vengono presentati tutti i controlli effettuati in Italia.

Normalmente in Italia vengono effettuati sulle schede sicurezza circa un migliaio di controlli da tutte le autorità REACH e CLP nazionali, quindi in particolare le Regioni che conducono questi controlli.

I controlli che vengono sviluppati ed effettuati sono in funzione del Piano Nazionale controlli e degli stessi piani regionali di controllo che vengono recepiti o comunque implementati dalle Regioni in questo ambito.

 

La scheda di sicurezza è un’importante fonte di informazione per quanto riguarda gli aspetti che servono al datore di lavoro, soprattutto per adottare quelle condizioni operative, quelle misure di gestione del rischio che permettono di tutelare il lavoratore. Il controllo di prodotto, quindi il controllo delle schede sicurezza dei prodotti chimici che vengono verificati, non si effettua solamente nell'ambito dei luoghi di lavoro ma si effettua anche negli ambiti della fabbricazione, negli ambiti della distribuzione e quindi sono dei più disparati… (…)

 

I controlli sono per lo più a campione? Esiste un motivo specifico per i controlli?

 

C.G.: Normalmente non c’è un motivo, nel senso che l'attività prevalentemente è proattiva, ma in parte è anche reattiva, cioè si svolge anche sulle basi di denunce, da parte di lavoratori, piuttosto che di concorrenti di imprese che non conducono o non svolgono bene le loro azioni nell’immissione sul mercato. Per cui in caso di concorrenza sleale alcune imprese segnalano effettivamente le non conformità di altre imprese. Per cui c'è tutta una sorta di attivazione del controllo.

I controlli in parte provengono da una programmazione delle diverse Regioni, ma in parte provengono anche da segnalazione dell'Agenzia europea, dell’ ECHA, attraverso gli stati membri. Ad esempio è capitato che il Belgio segnalasse non conformità su alcuni prodotti per il quale anche la scheda di sicurezza non era conforme.

 

Quindi le azioni relative ai controlli si svolgono a 360° con riferimento a tutta la normativa Reach e CLP. Perché quando parliamo di schede di sicurezza, parliamo anche di Regolamento CLP. (…) Quindi c’è anche il confronto della conformità dell'etichettatura rispetto a quanto indicato nella scheda di sicurezza; questo è un elemento che fa attivare un determinato controllo.

Per cui, in definitiva, non c'è una vera e proprio periodicità dei controlli in funzione della programmazione delle diverse Regioni.

 

Le schede di dati di sicurezza e le violazioni delle disposizioni dei regolamenti

Veniamo alle violazioni delle disposizioni del Regolamento REACH…

 

C.G.: Questo è un elemento (…) che merita un approfondimento.

E innanzitutto c’è da dire che in Europa, non solo in Italia, circa il 70% delle schede di sicurezza non sono conformi o comunque hanno delle non conformità. (…)

Nei dati di vari paesi diciamo che c'è un’uniformità di non conformità in termini di percentuale. Rispetto a questo 70% le autorità di controllo intervengono sugli aspetti veramente di non conformità. Cioè quelli che non danno la possibilità al datore di lavoro di adottare le misure di prevenzione e protezione, di adottare le misure di gestione del rischio. (…) Allora in quel caso l'autorità di controllo agisce. E agisce sugli aspetti peculiari della scheda di sicurezza.

Ad esempio sulla Sezione 8 dove vengono descritte, nella sottosezione 8.2, le misure di protezione e prevenzione. Quindi l’uso dei DPI, l'installazione degli impianti di aspirazione, … E quindi si interviene prevalentemente su quelle sezioni che dovrebbero servire al datore di lavoro per prendere le contromisure rispetto ai rischi.

 

Quando si entra poi nel contesto di una valutazione di conformità della scheda di sicurezza si esamina esattamente, sezione per sezione, tutta la scheda…

Quindi si parte dal problema e poi, partendo dalla sezione uno, si ragiona sull'identificazione del prodotto, si ragiona sulla etichettatura, si ragiona sulle misure di emergenza, sulle misure di prevenzione e protezione e anche le informazioni tossicologiche, eccetera eccetera. Fino arrivare appunto anche alla sedicesima sezione che, in realtà, è quella più informativa.

E ovviamente il collegamento con gli scenari di esposizione è un collegamento molto importante.  (…)

 

I risultati dei controlli e lo stato delle schede di dati di sicurezza

Veniamo ai risultati dei controlli. Quali sono le più rilevanti criticità riscontrate nelle SDS?

 

C.G.: (…) C’è quasi un paradosso. Il fatto che le schede di sicurezza siano carenti nella sezione, come dicevo prima, 8.2. Sembrerebbe quasi che chi compila la scheda di sicurezza non sia a conoscenza delle misure di gestione del rischio dell'impresa che produce. Quasi come se ci fosse uno scollamento tra chi compila le schede di sicurezza e il reparto produzione dell'impresa. Che è un paradosso. Perché l’impresa sa, dovrebbe sapere, come proteggere i lavoratori - molte volte sono multinazionali, sono grosse imprese. E non si spiega perché queste schede di sicurezza, in quella sezione, (…) vengono compilate in maniera errata o comunque con delle difformità, ma anche con delle carenze informative.

 

Allora noi siamo arrivati alla conclusione, senza sapere come effettivamente avviene tutto questo (…), che chi compila la scheda di sicurezza ha delle conoscenze teoriche, ma molte volte non ha l’aderenza alla realtà produttiva. E questo è un aspetto che bisogna segnalare.

Chi compila la scheda deve sapere anche la normativa in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, deve conoscere le norme UNI, deve conoscere le norme UNI EN, deve conoscere, ad esempio, le caratteristiche del filtro di una maschera (…), … Insomma deve avere le conoscenze globali della applicazione della normativa in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. E sembrerebbe quasi che queste conoscenze non le abbia.

 

Dunque non ci sono buone notizie sullo stato delle SDS…

 

C.G.: Diciamo che l’Osservatorio nazionale ha previsto in questi anni che circa una scheda di sicurezza su 5 non sia conforme, come minimo. Se gli approfondimenti vengono curati maggiormente, con un'analisi completa della scheda, si sale anche al 35-40%, che è grossomodo la linea europea. Abbiamo circa un 33% di non conformità.

 

Per cui il problema deve essere affrontato. Noi auspichiamo, come autorità di controllo, ma penso che se lo auspichino anche le imprese utilizzatrici e i lavoratori, che le schede di sicurezza migliorino nella qualità dei dati nel corso degli anni. E speriamo che il Regolamento 878 dia l'incentivo per questo miglioramento.

 

(…)  

 

Articolo e intervista a cura di Tiziano Menduto

 


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Rispondi Autore: Gian Piero Marabelli - likes: 0
09/02/2023 (07:41:06)
Forse se il 70% delle schede di sicuerezza non è conforme, un ragionamento sulla "conformità" bisognerebbe farlo...Perchè l distanza che c'è tra la "scienza", deve fare il suo corso, e l'applicabilità delle sue teorie nelle aziende che fanno uso delle SDS, è davvero abisso. Cì un abisso...non parlo di aziende farmaceutiche o simili, parlo di aziend ad es metalmeccaniche, di servizi, etc, che fanno ampio uso di sostanze chimiche per il loro lavoro. Qui dicimao che se chiedi ai lavoratori dove sono le schede di sicurezza dei prodotti che usano i più rispondono..."si, può essere che siano li..." Quindi il problema non è cosa devono contenere le SDS, sul cui contenuto non è che cambi molto.. il problema è a monte; perchè ci devono essere e devono essere a disposizione dei lavoratori..
Rispondi Autore: federico b. - likes: 0
09/02/2023 (08:37:17)
io trovo di frequente SS con al punto 8 (DPI) o indicazioni eccessive (maschere, occhiali, visiere per prodotti che la scheda mi dice "non pericolosi") oppure troppo generiche e per nulla d'aiuto (un classico è "utilizzare adeguati dpi per le vie respiratorie, quando ho necessità di sapere esattamente se ci vuole una pp2, una pp3, una semimaschera con filtro di classe A o altra tipologia), così non si aiuta per nulla le imprese che usano i prodotti.
Rispondi Autore: raffaele scalese - likes: 0
09/02/2023 (08:55:19)
Problema annosissimo fin dal 25/2002 (quasi mi vergogno di ricordarmi queste date) chi ha dovuto gestire la Sicurezza negli stabilimenti industriali si è trovato a combattere con documenti poco precisi (non voglio generalizzare ma in tanti, troppi casi) e spesso inutili.
Infatti si andava dall'assenza di qualsiasi indicazione di pericolo a necessità di lavorare con uno scafandro.
Non mi pare di poter annotare una attività di sorveglianza in tale senso.
Le SDS sono redatte direttamente dal costruttore senza alcun intervento di Ente Terzo.
Speriamo meglio per il futuro.
Se la discussione di estende possiamo provare ad approfondire.
Buona giornata a tutti
Rispondi Autore: Dario Tripiciano - likes: 0
13/02/2023 (08:47:07)
Un primo ragionamento andrebbe fatto sulla funzione della scheda. Per una valutazione di esposizione al rischio chimico la forma estesa sicuramente aiuta i professionisti della sicurezza, ma per essere di reale supporto al punto d'uso occorrerebbero delle sintesi ragionate destinate agli utilizzatori/soggetti esposti. Il più delle volte, se presenti, le schede sono inserite in faldoni assolutamente privi di utilità sia per la conduzione ordinaria delle operazioni che in eventuale situazione di emergenza.

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