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Infortuni e ambienti confinati: i rischi, le criticità e gli strumenti

Infortuni e ambienti confinati: i rischi, le criticità e gli strumenti
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Rischio chimico

09/05/2024

In relazione all’incidente di Casteldaccia presentiamo un breve approfondimento sulle caratteristiche degli ambienti confinati o sospetti di inquinamento. Rischi, definizioni, normative, formazione e strumenti informativi.

Palermo, 9 Mag – Non c’è dubbio che, come avviene per tutti i gravissimi incidenti sul lavoro con più infortuni mortali (è stato così anche per gli analoghi incidenti di Molfetta e di Mineo), che l’incidente avvenuto il 6 maggio a Casteldaccia, nel palermitano, abbia riportato l’attenzione sui rischi nelle attività lavorative negli ambienti confinati.

 

Nell’ incidente di Casteldaccia si ha a che fare, in particolare, con una rete fognaria e sono diverse le ricostruzioni delle dinamiche e delle carenze che cominciano ad emergere. Tuttavia la sensazione è che anche in questo caso molte di queste criticità riguardano i ricorrenti problemi e cause che rendono gli ambienti confinati dei luoghi ad alto rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori.

 

 

Proprio partendo da questa constatazione cerchiamo di fare due passi indietro e, senza riferimento specifico all’incidente in Sicilia, vediamo di fornire, a chi si dovesse avvicinare in questi giorni al tema, un breve riassunto delle problematiche e qualche specifico strumento di approfondimento.

 

L’articolo si sofferma sui seguenti argomenti:


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Interventi in Ambienti Confinati (Generica) - Categoria: Procedure Ambienti Confinati

 

Ambienti confinati o sospetti di inquinamento: le criticità

 Partiamo, come detto sopra, dal comprendere a cosa si faccia riferimento con il termine “ambienti confinati o sospetti di inquinamento”, come riportato, come vedremo, dal DPR 177/2011.

 

Come spazi confinati si possono intendere, generalmente e a titolo esemplificativo, vasche, silos, pozzi, cunicoli, canalizzazioni, fogne, serbatoi, condutture, cisterne, autobotti, camere di combustioni, … Ma una delle carenze della normativa vigente è proprio connessa alla difficoltà di identificare questa tipologia di spazi e alla mancanza di una vera e propria definizione di ambiente confinato o confined space.

 

Diverse sono poi le tipologie di rischio che possono presentarsi ai lavoratori e le possibili cause di infortuni.

Ad esempio, gli infortuni possono avvenire per:

  • mancanza o per eccesso di ossigeno
  • inalazione o contatto con sostanze pericolose, gas, vapori, fumi
  • presenza di gas/vapori infiammabili
  • contatto con parti a temperatura troppo alta o troppo bassa.

 

Bisogna poi ricordare che gli spazi confinati non sono legati ad un comparto lavorativo specifico. Questi ambienti e i rischi connessi si possono ritrovare in moltissimi ambiti lavorativi.

 

Non sono mancati in questi anni anche gravi infortuni in settori lavorativi particolarmente significativi per il nostro Paese, come il settore vinicolo. Ad esempio, con infortuni nelle lavorazioni all’interno di autoclavi e cisterne (ad esempio il lavaggio, la rimozione di residui), nelle operazioni in aree delle cantine non adeguatamente ventilate durante la fermentazione dei mosti, nell’ispezione visiva di contenitori nei quali è presente azoto dopo lo svuotamento del vino, …

Spesso in questi infortuni spesso si rileva l’assenza di adeguate procedure di lavoro, ad esempio con riferimento alla mancanza di un controllo dell’atmosfera nello spazio confinato, all’indisponibilità o non corretto uso di dispositivi di protezione, all’assenza di adeguati sistemi di sorveglianza dell’attività e di gestione dell’emergenza.

 

Proprio in relazione ai tanti infortuni mortali che sono avvenuti in questi anni in questi ambienti, il 14 settembre 2011 è stato emanato il Decreto del Presidente della Repubblica n. 177 che contiene il “Regolamento recante norme per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinati, a norma dell'articolo 6, comma 8, lettera g), del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81”.

Il decreto definisce, con riferimento alla normativa vigente in materia di salute e sicurezza, a partire dal D.Lgs. 81/2008, le linee generali di una strategia di contrasto agli infortuni negli spazi confinati con particolare attenzione alla qualificazione di chi vi lavora, all’applicazione di idonee procedure, alla presenza di un soggetto rappresentativo del datore di lavoro e alla necessità di personale esperto e formato.

 

Il problema è che negli anni successivi al DPR 177/2011 gli infortuni mortali sono continuati mostrando come l’applicazione di questa normativa sia ancora insufficiente per migliorare realmente la prevenzione. Anche perché, come rilevato in una nostra intervista a Paolo De Santis (Inail, Contarp), gli elementi migliorativi della prevenzione spesso non arrivano alla piccola e piccolissima azienda. Ed è infatti proprio tra i lavoratori delle piccole e piccolissime aziende che avvengono generalmente gli incidenti più gravi.

 

Come poi sottolineato in alcuni documenti dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (Inail), a distanza di più di dieci anni dalla pubblicazione del DPR permangono ancora diverse criticità:

  • l’assenza di una definizione univoca di ambiente confinato e/o sospetto di inquinamento;
  • l’esistenza di un elenco non esaustivo di ambienti confinati e/o sospetti di inquinamento nel d.lgs. 81/08;
  • la mancata definizione di criteri, modalità, contenuti e durata per la formazione e l’addestramento dei lavoratori”.

E in una intervista al nostro giornale l’Ing. Adriano Paolo Bacchetta ha rimarcato proprio la mancanza di una formazione adeguata che possa mettere in grado gli operatori di identificare in maniera più puntuale i pericoli di questi ambienti.

 

Ambienti confinati o sospetti di inquinamento: gli strumenti

Dopo aver fatto questa breve, e sicuramente non esaustiva, introduzione sugli ambienti confinati, raccogliamo brevemente alcuni strumenti utili per conoscerne meglio le problematiche e caratteristiche.

 

L’Inail - settore ricerca, laboratorio macchine e attrezzature di lavoro (Dipartimento DIT) - ha realizzato nel 2020 tre diversi factsheet:

 

Nel 2017 l’Inail ha prodotto anche la scheda “ Infor.MO, Gli ambienti confinati” che presenta le dinamiche infortunistiche più ricorrenti degli infortuni mortali negli ambienti confinati o sospetti di inquinamento e ricorda anche alcune possibili definizioni di “ambienti confinati”.

Qualche anno prima è stato poi approvato e pubblicato il “ Manuale illustrato per lavori in ambienti sospetti di inquinamento o confinati ai sensi dell’art. 3 comma 3 del d.p.r. 177/2011”, un volume che ha avuto l'obiettivo di approfondire e fornire soluzioni tecniche, organizzative e procedurali per i lavori da realizzare nelle diverse tipologie di ambienti sospetti di inquinamento o confinati con riferimento al DPR 177/2011.

 

Concludiamo, anche in questo caso senza pretendere di avere presentato tutti gli strumenti normativi e informativi disponibili, con un documento del 2019 prodotto dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) e dal titolo “ Linee di indirizzo per la gestione dei rischi derivanti dai lavori in ambienti confinati o a rischio di inquinamento”. Si tratta di un documento di indirizzo che, destinato specialmente a RSPP/ASPP, CSP/CSE e ai professionisti del settore, può essere utile anche per i datori di lavoro, per le imprese e per tutte le figure coinvolte nei lavori negli spazi confinati.

 

 

Tiziano Menduto

 

 

Scarica la normativa di riferimento:

Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”.

 

Decreto del Presidente della Repubblica 14 settembre 2011, n. 177 - Regolamento recante norme per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinati, a norma dell'articolo 6, comma 8, lettera g), del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81.

 

 

 

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