
Sostanze pericolose: cosa sono gli agenti cancerogeni e mutageni?

Roma, 13 Mar – L’art. 234 del Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e s.m.i. definisce agente cancerogeno:
- una sostanza o miscela che risponde ai criteri di classificazione come sostanza cancerogena di categoria 1A o 1B di cui all’allegato I del regolamento (CE) n. 1272/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio
- una sostanza, miscela o procedimento menzionati all’allegato XLII del presente decreto, nonché una sostanza o miscela liberati nel corso di un processo previsto dall’allegato XLII (Elenco di sostanze, miscele e processi).
E definisce agente mutageno ‘una sostanza o miscela corrispondente ai criteri di classificazione come agente mutageno di cellule germinali di categoria 1A o 1B di cui all’allegato I del regolamento (CE) n. 1272/2008’.
A ricordarlo, facendo chiarezza su cosa la normativa intenda per agenti cancerogeni e mutageni, è un documento Inail (aggiornato nel 2024 rispetto ad una precedente edizione) dal titolo “ Agenti cancerogeni e mutageni. Lavorare sicuri” e a cura di Maria Ilaria Barra, Francesca Romana Mignacca e Paola Ricciardi. Un documento, che, come abbiamo già ricordato nel primo articolo di presentazione, vuole essere uno strumento di ausilio nell'utilizzo e nella gestione degli agenti cancerogeni e/o mutageni sul luogo di lavoro.
Per conoscere meglio cosa si intenda per agenti cancerogeni e mutageni, con riferimento alla sicurezza e salute sul lavoro, torniamo a parlare del documento affrontando i seguenti argomenti:
Agenti cancerogeni e mutageni: la classificazione
Riguardo alla classificazione di questi agenti si ricorda che il Regolamento CLP (Classification, Labelling and Packaging of Chemicals) – Regolamento (CE) n. 1272/2008 - ha “sostituito, dal 1/6/2015, i precedenti criteri di classificazione”.
In particolare il regolamento CLP classifica le sostanze cancerogene e mutagene in 3 categorie:
- Categorie di cancerogenicità
- Categoria 1A Sostanze di cui sono noti effetti cancerogeni per l’uomo
- Categoria 1B Sostanze di cui si presumono effetti cancerogeni per l’uomo
- Categoria 2 Sostanze di cui si sospettano effetti cancerogeni per l'uomo
- Categorie di mutagenicità
- Categoria 1A Sostanze di cui è accertata la capacità di causare mutazioni ereditarie nelle cellule germinali umane
- Categoria 1B Sostanze da considerare capaci di causare mutazioni ereditarie nelle cellule germinali umane
- Categoria 2 Sostanze che destano preoccupazione per il fatto che potrebbero causare mutazioni ereditarie nelle cellule germinali umane
Riprendiamo poi dal documento due tabelle che mostrano il sistema CLP di etichettatura delle sostanze cancerogene e di quelle mutagene “che ha previsto, tra l’altro:
- l’introduzione di nuovi simboli e pittogrammi di pericolo;
- l’introduzione delle avvertenze Attenzione e Pericolo;
- la sostituzione delle frasi di rischio R con Indicazioni di pericolo o Hazard statements (H)”.
Si indica poi che, per quanto riguarda le miscele, “queste vengono classificate in base alla classificazione delle sostanze componenti, se presenti in concentrazione percentuale uguale o superiore a determinati valori limite”.
Una tabella nel documento indica la classificazione di cancerogenicità/mutagenicità di una miscela secondo il CLP:
Si segnala che i limiti di concentrazione “sono generici, validi a meno dell’esistenza di limiti specifici per alcune sostanze e si applicano sia a miscele non gassose (percentuale peso/peso), sia a miscele gassose (percentuale volume/volume)”. E si ricorda poi che, riguardo alla tutela della salute dei lavoratori, “alcune sostanze cancerogene e/o mutagene sono anche tossiche per il ciclo riproduttivo (reprotossiche), ovvero possono avere effetti nocivi sulla funzione sessuale e sulla fertilità degli uomini e delle donne adulte, nonché sullo sviluppo della progenie”.
Oltre all’Unione europea, si rileva poi che altri enti internazionali effettuano la classificazione di cancerogenicità di agenti chimici:
- International agency for research on cancer (Iarc) - WHO;
- Environmental protection agency (Epa) - USA;
- American conference of governmental industrial hygienists (Acgih) - USA;
- National toxicology program (Ntp) - USA.
I criteri di classificazione adottati da questi enti sono riportati nell’Appendice 2 del documento Inail.
Agenti cancerogeni e mutageni: la correlazione
Il documento si sofferma poi sulla correlazione tra cancerogenicità e mutagenicità.
Infatti è stato dimostrato che “l’esposizione ad alcuni agenti chimici – per inalazione, ingestione o contatto cutaneo - può causare lo sviluppo di tumori in seguito all’induzione di mutazioni genetiche”, dove il termine “mutazione” indica “qualsiasi modifica del patrimonio genetico, contenuto nel nucleo delle cellule eucariotiche, che determina le caratteristiche che contraddistinguono ciascun individuo e viene trasmesso da una generazione all’altra”.
In particolare, le mutazioni sono alterazioni del DNA (Deoxy riboNucleic Acid) che possono “interessare la struttura dei cromosomi (aberrazioni cromosomiche) oppure i nucleotidi (mutazioni puntiformi)”.
Il documento indica che le aberrazioni cromosomiche “comprendono variazioni del numero di cromosomi (aggiunta o perdita) e della loro struttura” e riporta vari esempi di aberrazioni strutturali e di mutazioni puntiformi.
Tornando poi alla correlazione tra mutazioni e tumori, si ricorda che le cellule tumorali “hanno origine da una cellula comune che, a un certo punto del suo ciclo vitale, subisce una trasformazione ‘anomala’”. E uno dei meccanismi responsabili della trasformazione “è l’accumulo, all’interno della cellula, di mutazioni non riparate o riparate in modo non corretto. Le mutazioni, considerate come eventi stocastici indipendenti l’uno dall’altro, si accumulano in un periodo temporale più o meno lungo (anche 40 anni)”.
E le cellule anomale, una volta formatesi, “si moltiplicano e danno luogo a masse tumorali, le quali possono invadere i tessuti adiacenti al sito di formazione e produrre metastasi in organi distanti”.
In particolare gli agenti che provocano lo sviluppo di tumori per il tramite di mutazioni “sono detti cancerogeni genotossici, suddivisi in:
- diretti: essi stessi sono in grado di alterare il DNA;
- indiretti: a seguito di bioattivazione, producono metaboliti dannosi per il DNA”.
Infine si segnala che altri agenti cancerogeni, detti epigenetici, “non sono mutageni di per sé, ossia non modificano la sequenza nucleotidica del DNA, semmai il modo in cui le informazioni in esso contenute vengono utilizzate”. E a titolo esemplificativo, “gli effetti dell’esposizione a epigenetici comprendono:
- inibizione degli enzimi che catalizzano la corretta duplicazione del DNA;
- rallentamento o blocco della capacità di riparare un danno subito in precedenza;
- incremento della replicazione di cellule anomale già prodotte;
- meccanismi citotossici;
- squilibri ormonali;
- immunosoppressione.
Rimandiamo, in conclusione, alla lettura integrale del documento che affronta molti altri temi:
- il controllo del rischio di esposizione da parte dei lavoratori
- le schede sui cancerogeni e mutageni in ambito lavorativo
- le procedure corrette per lavorare sicuri
- il riconoscimento delle malattie professionali
Tiziano Menduto
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
Inail, Consulenza tecnica per la salute e la sicurezza, “ Agenti cancerogeni e mutageni. Lavorare sicuri”, edizione 2024 - a cura di Maria Ilaria Barra, Francesca Romana Mignacca e Paola Ricciardi – aggiornamento di un analogo documento Inail del 2015 - collana Salute e Sicurezza, edizione 2024 (formato PDF, 5.16 MB).
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Rispondi Autore: Flavio Noè ![]() | 13/03/2025 (11:46:15) |
Sono un pochino perplesso dal momento che oramai da mesi la legge non parla più solo di "Agenti Cancerogeni e Mutageni": è stata oramai recepita la direttiva Direttiva (UE) 2022/431 con il D.lgs. 135/2024 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 226 del 26/09/2024 ed entrato in vigore il 11/10/2024. Ora bisogna parlare di "Agenti cancerogeni, mutageni e tossici per la riproduzione" e di conseguenza, parere mio personale, anche tutti gli interventi sul tema andrebbero aggiornati. Ci sta che la guida INAIL, redatta prima dell'entrata in vigore del D.Lgs. 135/2024, non consideri ancora i tossici per la riproduzione, un poco meno che oggi si continui a discutere senza considerarli. |