Le linee guida relative a fibre vetrose e polveri di legno
Brescia, 7 Nov – Ci sono alcuni rischi specifici e alcuni materiali e sostanze presenti nei luoghi di lavoro su cui si sono soffermati spesso, in questi anni, associazioni, ministeri, enti locali producendo normative, circolari, documenti operativi e linee guida. Documenti che, seguendo anche l’evoluzione delle conoscenze scientifiche e delle conformità alle normative nazionali ed europee, hanno l’obiettivo di facilitare la valutazione dei rischi nelle aziende e di migliorare la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.
Esaminiamo oggi alcuni documenti prodotti sulle polveri di legno e sulle fibre vetrose artificiali (FAV), materiali che in alcuni casi, in assenza di buone prassi e idonee protezioni, possono costituire un rischio per la salute degli operatori che li utilizzano.
E lo facciamo continuando la nostra raccolta di linee guida, vademecum, normative, indirizzi operativi pubblicati e approvati in questi anni a livello nazionale e a livello regionale, Documenti che - come ricordato anche nelle precedenti “raccolte” - seppure in alcuni casi non più vigenti o vigenti solo nei territori dell’ente locale che li ha approvati, possono costituire un utile punto di riferimento, una base di partenza per elaborare strategie in materia di prevenzione.
Partiamo dalle polveri di legno e, come anche per le altre raccolte di linee guida pubblicate, da quanto prodotto e approvato, con decreto, dalla Regione Lombardia.
Segnaliamo i documenti approvati con riferimento, quando possibile, anche all’articolo di PuntoSicuro che ne ha presentato i contenuti:
- Regione Lombardia - Gruppo di lavoro regionale coordinato da Saretto Gianni, Bertani Gianfranco, Macchi Luigi - Unità Organizzativa Prevenzione, Tutela Sanitaria e Veterinaria, Direzione Generale Sanità - marzo 2010 - Vademecum per il miglioramento della sicurezza e della salute con le polveri di legno - articolo “ Sicurezza e salute sul lavoro nell’esposizione a polveri di legno”;
I due vademecum si soffermano in particolare sulla gestione del rischio da agenti chimici pericolosi e sulla gestione del rischio da agenti cancerogeni e ricordano che, al di là dell’accertata cancerogenicità di alcune essenze, “sicuramente da considerare nella valutazione delle materie prime utilizzate per una corretta analisi del rischio da agenti chimici”, l’ esposizione a polvere di legno è “in generale sospettata di effetti cancerogeni”.
Segnaliamo che il decreto regionale n. 8713/2010 ha adottato la versione di luglio 2010 del vademecum, una versione che implementa alcune indicazioni sul nuovo “sistema regolamentatorio europeo sulle sostanze chimiche”, con riferimento al Regolamento CE n. 1907/2006 (Reach) e al Regolamento CE n. 1272/2008 (CLP). E il vademecum ricorda, a questo proposito, che il “pannello di legno (o qualsiasi altro articolo di legno o di altro materiale impiegato nel settore), qualsiasi sia la forma conferita”, rientra nel campo di applicazione dell’articolo 7 comma 2 del Reg. REACH.
In relazione ai rischi delle polveri di legno ricordiamo inoltre uno specifico Piano Mirato di prevenzione del 2013 dell’ex ASL della provincia di Monza e Brianza (ora ATS Brianza), dal titolo “ Applicazione del vademecum per il miglioramento della sicurezza e della salute con le polveri del legno”. E presentiamo tre diversi documenti: il primo è un documento aggiornato dall’Inail nel 2017 e realizzato da Contarp Inail insieme a FederlegnoArredo, il secondo è un factsheet sempre dell’Inail del 2012 sull’esposizione dei lavoratori e il terzo è un documento del 2002 approvato dal Coordinamento Tecnico per la sicurezza nei luoghi di lavoro delle Regioni e delle Provincie autonome.
Questi i riferimenti dei documenti:
- Inail, “ Segheria Sicura - Opuscolo informativo per Lavoratori delle aziende di prima lavorazione del legno;
- Inail, Factsheet “ Esposizione lavorativa a polveri di legno”;
- Coordinamento Tecnico per la sicurezza nei luoghi di lavoro delle Regioni e delle Provincie autonome - Titolo VII DLgs 626/94 - Linee Guida Protezione da agenti cancerogeni: Lavorazioni che espongono a polveri di legno duro.
In particolare nel factsheet l’Inail ricorda che in relazione alle conclusioni della IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) l’Unione Europea nel 1999 ha stabilito “un valore limite di esposizione a polveri di legno duro pari a 5 mg/m3 ponderato sul periodo di otto ore lavorative”. E se a tale limite si sono conformati gli Stati membri dell’Unione Europea, in diversi paesi sono stati adottati limiti ancora più bassi (ad esempio in Germania e in Francia).
Parliamo ora di fibre vetrose artificiali e presentiamo innanzitutto un documento del 2010 della Regione Lombardia, un documento che aveva l’obiettivo di: “diffondere le conoscenze delle varie tipologie di fibre vetrose artificiali in posa con particolare riferimento ai rischi a loro connessi che sono emersi e riportati dalla letteratura scientifica”, orientare sulle modalità operative dei lavori di bonifica di manufatti in posa contenti fibre vetrose artificiali e orientare la promozione di idonei percorsi preventivi:
- Regione Lombardia – Direzione Generale Sanità - Decreto n.13541 del 22 dicembre 2010 - Approvazione delle Linee Guida per la bonifica di manufatti in posa contenenti Fibre Vetrose Artificiali - articolo “ Linee guida per bonifiche di manufatti con fibre vetrose artificiali”.
Veniamo ora, sempre in materia di fibre artificiali vetrose, ad alcune linee guida approvate più recentemente, a livello nazionale, dalla Conferenza Stato-Regioni.
Il primo documento ricorda che con l’acronimo FAV si intende in realtà un vasto sottogruppo di fibre inorganiche che, con la messa al bando dell'amianto, hanno assunto una grande rilevanza commerciale in relazione alle loro caratteristiche di isolamento termico e acustico. E proprio per le ottime caratteristiche di isolamento delle FAV il livello di diffusione e utilizzo di queste fibre in questi anni è molto aumentato e, secondo alcune stime, sono ormai decine di migliaia i lavoratori addetti alla produzione di FAV nei paesi europei. E altrettanto numerosi sarebbero gli utilizzatori diretti, ad esempio dell'industria delle costruzioni e degli impianti.
Il secondo documento è in realtà un aggiornamento alle più recenti disposizioni comunitarie, ad esempio con riferimento alle novità introdotte dalle modifiche al Regolamento CLP e dal Regolamento n. 1357/2014 che ha modificato le regole per l’attribuzione del codice CER (Catalogo europeo dei rifiuti) ai rifiuti. E le linee guida confermano il ruolo della Nota Q e della Nota R del Regolamento CLP: è sufficiente la conformità ad una sola delle due Note affinché le fibre siano classificate non pericolose.
Questi i due documenti della Conferenza Stato-Regioni con l’indicazione dell’articolo in cui i documenti sono stati presentati:
- Conferenza Stato-Regioni del 25.03.2015: Intesa sulle Linee guida per l’applicazione della normativa inerente i rischi di esposizioni e le misure di prevenzione per la tutela della salute alle fibre artificiali vetrose (FAV) – articolo “ Linee guida per i rischi di esposizione a fibre artificiali vetrose”;
- Conferenza Stato-Regioni del 10 novembre 2016 - Intesa tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano sul documento recante “Le Fibre Artificiali Vetrose (FAV): Linee guida per l’applicazione della normativa inerente ai rischi di esposizioni e le misure di prevenzione per la tutela della salute – Aggiornamento 2016”- Rep. Atti 211/CSR - articolo “ FAV: aggiornate le linee guida” e “ Fibre artificiali vetrose: le nuove linee guida per la prevenzione”.
Concludiamo segnalando che nelle prossime settimane pubblicheremo nuovi articoli riepilogativi di linee guida e normative relative a attrezzature di lavoro, malattie professionali, formazione e D.Lgs. 81/2008.
Tiziano Menduto
N.B.: L’articolo presenta, senza alcuna pretesa di esaustività, una selezione di alcuni documenti e provvedimenti, vigenti o non più vigenti, pubblicati in questi ultimi anni a livello nazionale e regionale.
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