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Nell’anno dedicato alla sicurezza in edilizia ancora troppi infortuni mortali dei cantieri

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Da due anni la Fillea (Federazione Italiana Lavoratori legno Edili e Affini), sindacato degli edili della Cgil, aggiorna, purtroppo con cadenza quasi quotidiana, un report riguardante gli infortuni mortali in edilizia, registrando la nazionalità della vittima, l’età, le cause dell’infortunio e la città nel quale questo è avvenuto.

Ma proprio nei primi mesi dell’anno dedicato alla sicurezza nel comparto edile dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, si registra un incremento degli infortuni mortali.
Lo scorso anno sono stati complessivamente 215 i morti nei cantieri italiani, nei primi sei mesi del 2004 si contano 109 vittime.
Raffrontando i dati attuali con quelli dello scorso anno, aumentano i casi di infortuni mortali di lavoratori extracomunitari; 18 le vittime, contro i 12 dello stesso periodo del 2003. Nel 2003 su 215 vittime di infortuni mortali in edilizia, il 15% era extracomunitario.
La causa più frequente di infortuni è la caduta dall’alto (46%). Le altre cause sono: travolto da gru o altre macchine (19%), colpito da materiali lavoro (19%), il crollo di una struttura o muro (7%), folgorato (5%), altre cause (4%).
Gli infortuni mortali accadono più frequentemente nei giorni di lunedì e venerdì, ma vi sono anche infortuni nei giorni festivi.

La Fillea rileva che l’area più colpita dagli infortuni mortali in edilizia è il Nord (47%), seguita dal Sud (40%) e dal Centro (13%). La Regione che registra più infortuni mortali è la Lombardia, seguita dal Piemonte e dalla Sicilia. E’ invece il Piemonte la regione che conta il maggior numero di immigrati morti sul lavoro, seguita da Lombardia, Emilia Romagna e Lazio.
Tuttavia è bene rilevare che questi dati, per dare una chiara indicazione dell’andamento infortunistico, dovrebbero essere confrontati con il numero di occupati nel settore nelle regioni considerate.

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