La prevenzione dei rischi nelle scalate e discese su elettrodotti
Roma, 13 Dic – In un precedente articolo ci siamo soffermati sul rischio di caduta dall’alto negli interventi per la costruzione, demolizione, esercizio e manutenzione delle linee elettriche aeree presentando un recente documento realizzato da un gruppo di lavoro composto da rappresentanti del Ministero del Lavoro, del Ministero della Salute, del Coordinamento tecnico delle Regioni, del Comitato Elettrotecnico Italiano e dell’INAIL.
In “Indirizzi operativi per la redazione di specifiche procedure per la scalata, l’accesso, lo spostamento, il posizionamento, nonché per il recupero del lavoratore non più autosufficiente: prevenzione del rischio di caduta dall’alto nelle attività non configurabili come lavori sotto tensione su elettrodotti aerei” si affrontano diversi temi, da aspetti più generali come le cause e conseguenze delle cadute nei lavori in quota ad aspetti più specifici come indicazioni dettagliate per le procedure, come indicato nel titolo del documento.
Ci soffermiamo oggi in particolare sulla scalata e relativa discesa ai sostegni, piantane, pali, falconi e strutture in genere (nel seguito tutti denominati “sostegno”), che come già accennato nel precedente articolo, andranno sempre eseguite “utilizzando l'imbracatura in dotazione, i relativi accessori e gli altri DPI previsti”.
Nel documento sono in particolare richiamati alcuni “metodi per la scalata e relativa discesa dai sostegni che possono essere adottati in relazione ai vari contesti operativi”.
Questi sono i criteri per l’elaborazione della metodologia per lo svolgimento delle attività in quota su sostegni o attrezzature specifiche per i lavori su elettrodotti:
a) “I lavoratori che operano su elettrodotti in quota, devono sempre essere assicurati, in ogni fase delle loro attività lavorative, ad un ancoraggio tramite sistemi di arresto caduta o di posizionamento collegati all’imbracatura da essi indossata;
b) Ogni volta che il lavoratore deve muoversi lungo un sostegno e/o passare su di una attrezzatura in quota, e viceversa, dovrà sempre essere vincolato ad un ancoraggio tramite un sistema di arresto caduta, collegato all’imbracatura nei punti di attacco sternale o dorsale;
c) Ogni volta che il lavoratore deve stazionare e/o lavorare avendo le mani libere, dovrà vincolarsi ad un ancoraggio tramite un cordino di posizionamento collegato all’attacco ventrale o agli attacchi laterali dell’imbracatura;
d) Ogni volta che il lavoratore effettua il passaggio da una posizione statica ad una di movimento, prima di scollegare il cordino di posizionamento dall’ancoraggio, si deve assicurare ad altro idoneo ancoraggio per il tramite di un sistema di arresto caduta;
e) Ogni volta che il lavoratore effettua il passaggio da una fase di movimento ad una di stazionamento, se deve scollegare il sistema di arresto caduta, deve prima trovarsi in condizione di corretto posizionamento sul lavoro”.
Inoltre si indica che se si utilizza, per la scalata e relativa discesa dai sostegni, un dispositivo anticaduta di tipo retrattile, nella “valutazione si dovrà tenere conto del rischio connesso al suo impiego, evitando:
- l’effetto pendolo, tramite le relative indicazioni contenute nel manuale d’uso dello stesso dispositivo anticaduta;
- il possibile contatto tra il cordino del dispositivo retrattile e gli spigoli vivi, anche mediante le apposite protezioni antitaglio descritte nel manuale d’uso del dispositivo;
- l’accesso ad aree configurabili come zone di lavoro sotto tensione”.
Il documento, che vi invitiamo a leggere integralmente, riporta utili indicazioni sulle attrezzature ed i DPI scelti, ad esempio riguardo alla conformità alle disposizioni legislative e regolamentari e alla necessità di utilizzarli “secondo le indicazioni riportate nei libretti di uso e manutenzione o comunque nella nota informativa del fabbricante” e dopo “adeguata formazione e addestramento”.
Veniamo ora alla descrizione di una tipologia di scalata e relativa discesa del sostegno equipaggiato con dispositivi fissi di scalata e linea di ancoraggio rigida, dove i dispositivi fissi di scalata sono “strutture vincolate permanentemente ai sostegni, munite di pioli e di una linea di ancoraggio rigida a cui è possibile collegare un idoneo dispositivo anticaduta di tipo guidato” che deve “scorrere liberamente nei due sensi e che, quando sollecitato in caso di caduta, deve bloccarsi rapidamente”.
Riprendiamo dal documento l’immagine del dispositivo anticaduta di tipo guidato:
Dunque in questa tipologia di scalata il lavoratore sale/scende sul sostegno “utilizzando i pioli e mantenendosi vincolato alla linea di ancoraggio rigida attraverso il dispositivo anticaduta, collegato all’attacco sternale dell’imbracatura mediante cordino dotato di assorbitore di energia”.
Il documento riporta alcuni elementi minimi da considerare nelle procedure aziendali.
Ad esempio deve essere espressamente indicata la modalità con cui i lavoratori “si collegano alla linea di ancoraggio rigida attraverso il dispositivo anticaduta di tipo guidato”. O le modalità con cui “mantengono sempre il collegamento alla linea di ancoraggio rigida in tutte le fasi di scalata/discesa”. E deve essere inserita nella procedura la modalità con cui “effettuano, in corrispondenza di eventuali discontinuità della linea di ancoraggio, il passaggio da un tronco al successivo, dopo essersi assicurati alla struttura del sostegno tramite uno degli altri dispositivi in dotazione” prima di trasferire il dispositivo anticaduta da un tronco all’altro.
Concludiamo la presentazione degli “indirizzi operativi” per questa specifica procedura riportando un esempio di svolgimento della scalata:
- “prima di accedere al sostegno, il lavoratore che si appresta alla salita indossa l’imbracatura provvista di accessori, tra i quali almeno: dispositivo anticaduta di tipo guidato per linea di ancoraggio rigida, dotato di cordino e assorbitore di energia, cordino di posizionamento, cordino ausiliario munito di assorbitore di energia o, in alternativa, cordino a Y con assorbitore di energia;
- il lavoratore collega il dispositivo anticaduta all’attacco sternale dell’imbracatura mediante cordino dotato di assorbitore di energia, inserisce il dispositivo anticaduta nella linea di ancoraggio rigida, agendo sul dispositivo di fine corsa, e inizia la salita;
- raggiunto il termine della tratta di linea di ancoraggio rigida o comunque, al momento dello svincolamento dalla stessa, il lavoratore dovrà prima assicurarsi al sostegno tramite uno degli altri dispositivi in dotazione (cordino ausiliario munito di assorbitore di energia o, in alternativa, cordino a Y con assorbitore di energia, oppure cordino di posizionamento sul lavoro, se è prevista la condizione di posizionamento sul lavoro) e quindi rimuovere il dispositivo anticaduta dalla linea di ancoraggio rigida;
- mantenendosi vincolato al sostegno, il lavoratore potrà inserire il dispositivo anticaduta in un’altra tratta della linea di ancoraggio, agendo sul dispositivo di fine corsa, e riprendere la salita;
- all’abbandono definitivo della linea di ancoraggio, prima di rimuovere il dispositivo anticaduta dalla linea di ancoraggio, il lavoratore dovrà vincolarsi al sostegno attraverso una delle seguenti modalità: a) utilizzando il cordino ausiliario munito di assorbitore di energia o, in alternativa, il cordino a Y con assorbitore di energia, se deve spostarsi dalla posizione in cui si trova; b) utilizzando il cordino di posizionamento se è prevista la condizione di posizionamento sul lavoro”.
Segnaliamo, infine, che il documento riporta indicazioni anche per altre tipologie di scalata. Ad esempio la scalata e relativa discesa del sostegno utilizzando la scala ad elementi innestabili e la scalata e relativa discesa del sostegno con linea di ancoraggio flessibile.
Inail - Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti, Prodotti ed Insediamenti Antropici – Contarp centrale, “ Indirizzi operativi per la redazione di specifiche procedure per la scalata, l’accesso, lo spostamento, il posizionamento, nonché per il recupero del lavoratore non più autosufficiente: prevenzione del rischio di caduta, dall’alto nelle attività non configurabili come lavori sotto tensione su elettrodotti aerei”, documento tecnico redatto dal Gruppo di lavoro Nazionale composto da Domenico Magnante, Paolo Panaro, Ruggero Maialetti, Angelo Fortuni, Fausto Di Tosto, Giovanni Luca Amicucci, Luca Rossi, Maria Teresa Settino, Michele Candreva, Nicola Delussu, Ugo Tramutoli, Luigi Gaetano Barbera (formato PDF, 8.03 MB).
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