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Incidenti sul lavoro: riconoscere accidents, incidents e near miss

Incidenti sul lavoro: riconoscere accidents, incidents e near miss
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Quesiti sulla sicurezza

02/02/2018

Un documento si sofferma sul tema dell’analisi e dell’investigazione degli incidenti. Focus sulla differenza e confronto tra near miss, accidents, incidents e infortuni mancati. L’importanza dei near miss come indicatori di rischio.

Pisa, 2 Feb – Un incidente (incident) sul lavoro “può essere definito in modi diversi a seconda del contesto in cui viene utilizzato”. A volte “si usa anche il termine evento incidentale (accident), come tipo specifico di incidente, ma spesso le parole incident e accident nel campo della sicurezza si riferiscono a due diversi tipi di eventi”.

In ogni caso prevenire gli infortuni sul lavoro può essere estremamente difficile laddove non ci sia una comprensione delle cause che li hanno determinati. E le cause, che sono alla base degli incidenti, possono “essere molto complesse e difficili da individuare. Per poterle individuare occorrono dei metodi che si basano su teorie scientifiche”, ma ad oggi “i metodi a disposizione sono diversi e ciascuno presenta dei punti di forza e di debolezza”.


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Analisi e investigazione degli incidenti

A presentare in questi termine il tema degli incidenti e infortuni nel mondo del lavoro è un documento, dal titolo “Analisi e investigazione degli incidenti. Identificazione delle cause e delle conseguenze”, del Prof. Ing. Nicola Marotta relativo al Master di Secondo Livello in Management in Sicurezza dei Luoghi di Lavoro e Valutazione dei Rischi attivato nella Scuola di Ingegneria dell' Università di Pisa. Un documento che presenta il tema dell’analisi e dell’investigazione degli incidenti riportando anche alcuni esempi di tecniche investigative.

 

Rimandando tuttavia ad un futuro approfondimento il tema specifico del processo di investigazione degli incidenti, ci soffermiamo oggi su un aspetto apparentemente meno importante, ma in realtà necessario non solo per affrontare la ricerca delle cause di un infortunio, ma anche per prevenirlo: la conoscenza delle differenze e caratteristiche di accidents, incidents, near miss e infortuni.

 

La differenza tra accident e incident

Innanzitutto è bene distinguere tra accident e incident:

  • Evento accidentale (Accident): “è un particolare tipo di incidente definito in termini di tempo e spazio, che provoca lesioni, malattie o danni materiali o perdita di processo. Comprende l’infortunio. Per avere un accident si deve innanzitutto essersi verificato un incident;
  • Incidente (Incident): evento negativo indesiderato e non pianificato attribuibile a qualsiasi causa, che ha la capacità di produrre lesioni, malattie o danni materiali o perdita di processo, ma che non necessariamente le determina. Comprende gli accident e i near miss”.

 

Il Prof. Marotta sottolinea che la differenza tra incident e accident “è un argomento che vale la pena considerare in quanto i due termini sono nel linguaggio comune spesso confusi e usati in modo intercambiabile, mentre quando si tratta del loro utilizzo nel campo della sicurezza vengono spesso distinti perché hanno implicazioni diverse. Entrambi presentano alcuni aspetti in comune: sono eventi inattesi, non voluti, non desiderati e non desiderabili, legati al concretizzarsi dell’aspetto negativo delle possibilità ovvero al danno”.

Tuttavia la loro sostanziale differenza sta nel fatto che nell’incident “il danno è solo potenziale, mentre nell’accident è concreto, reale, provoca lesioni, malattie o danni materiali o perdita di processo e/o conseguenze economiche. Le conseguenze possono essere differite nel tempo e nello spazio e di diversa entità”: in questo senso se tutti gli accidents sono incidents, “non tutti gli incidents possono essere definiti come accidents”.

Dunque, in questo caso, la definizione di un incidente è “più ampia in quanto include anche i near miss (quasi infortuni e i quasi incidenti) che non determinano danni alle persone”.

 

Differenza tra incident e accident

 

Inoltre “quando le conseguenze riguardano le persone a seguito di un evento avvenuto per ‘causa violenta in occasione di lavoro’ dal quale derivi la morte, l’inabilità permanente o l’inabilità assoluta temporanea per più di tre giorni - in Italia - l’evento assume il termine di infortunio. L’infortunio si differenzia dalla malattia professionale poiché l’evento scatenante è improvviso e violento, mentre nel secondo le cause sono lente e diluite nel tempo”.

 

Gli infortuni e i near miss

Veniamo ad altre definizioni riportate dal Prof. Marotta:

  • Infortunio: “qualsiasi evento, verificatosi durante lo svolgimento del lavoro o in relazione ad esso, che abbia avuto conseguenze fisiche o psichiche sull’uomo;
  • Near miss ( quasi incidente o quasi infortunio): qualsiasi evento, che in circostanze diverse avrebbe potuto causare danni alle persone, ma, solo per condizioni favorevoli e/o casuali, non lo ha prodotto. Un evento quindi che ha in sé solo la potenzialità di produrre lesioni personali. In questo senso anche la norma OHSAS 18001. Può causare danni materiali o perdita di processo”. Il documento ricorda che riguardo alla sicurezza dei luoghi di lavoro “taluni includono (impropriamente) in tale categoria anche quegli infortuni che restano fuori dall'obbligo legislativo di registrazione, cioè quegli eventi infortunistici lievi che non portano a giorni di assenza da lavoro, oltre quello in cui si è verificato l'evento”. 

Riguardo ai “quasi incidenti/infortuni”, cu cui il nostro giornale si è soffermato più volte anche organizzando il convegno “ Gli incidenti mancati e la consapevolezza del lavoratore”, il documento segnala che il near miss – “a volte chiamato ‘near hit’ (quasi colpito) o ‘close call’ (scampato pericolo)” - segnala una debolezza che, se non corretta, potrebbe portare a conseguenze significative in futuro.

Inoltre il near miss:

  • “presenta cause analoghe a quelle dell’incidente vero e proprio, la differenza è nella magnitudo delle conseguenze;
  • è evidentemente più difficile da rilevare e quantificare, ma, se individuato, può dare un aiuto prezioso alla comprensione delle criticità del sistema organizzativo nonché alla prevenzione da futuri incidenti. È stato accertato infatti che nel periodo di incubazione di un accident si verificano un gran numero di near miss”.

 

Incident vs. Near miss

Il Prof. Marotta si sofferma sul confronto tra incidenti e near miss: “gli incidenti si differenziano dai near miss che ne costituiscono una sottoclasse” e l’aspetto comune che li lega “sta nel fatto di avere entrambi la potenzialità di causare un danno”:

  • “nel caso dei near miss il danno potenziale è riferito soprattutto alle persone; un evento quindi che ha in sé la potenzialità di produrre un danno alle persone;
  • nell’incidente le conseguenze (potenziali) non sono rivolte esclusivamente nei confronti delle persone”.

E la differenziazione è proprio indispensabile per evidenziare che “le eventuali conseguenze avrebbero potuto avere ripercussioni sulle persone e per mettere in pratica le necessarie conseguenti prioritarie misure di prevenzione e protezione tese a salvaguardare la sicurezza delle persone stesse”.

In definitiva i near miss sono degli “indicatori/precursori di rischio rispetto alle persone”. E se le persone sono lavoratori, “l’evento (che in questo caso avviene in occasione del lavoro) viene classificato come ‘quasi infortunio’, nel caso di persone diverse dai lavoratori, l’evento che in questo caso non è correlato ad una specifica attività lavorativa, si classifica come ‘quasi incidente’. Proprio in virtù della natura stessa del near miss, non è possibile stabilire a priori se un evento può rientrare o meno in tale categoria se non dopo aver indagato l’incidente che ne ha dato origine. Da ciò si deduce che è opportuno investigare e analizzare tutti gli incidents nessuno escluso”.

 

Il mancato infortunio e la registrazione

Dopo aver riportato come si considera l’infortunio nella legislazione italiana, il documento si sofferma anche sulla definizione di mancato infortunio che “mette in risalto un concetto fondamentale, legato alla valutazione dei rischi, che è quello di valutare la potenzialità di danno associata all'evento stesso e al pericolo (Definito all'Art.2 del Dlgs. 81/08 e s.m.i. come "Proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni")”.

In questo senso “analizzare i mancati infortuni è importante per prevenire il verificarsi di incidenti gravi e/o mortali. Inoltre, in base a quanto disposto dall'Art. 20 comma 2 del D.lgs. 81/08 e s.m.i. il lavoratore ha l'obbligo di segnalare, al proprio Datore di lavoro, Dirigente o Preposto, qualsiasi condizione di pericolo di cui venga a conoscenza. Ogni evento incidentale infatti può essere causato da varie circostanze tra cui ad esempio:

  • messa in atto di comportamenti pericolosi;
  • mancato rispetto di prescrizioni e/o procedure di lavoro;
  • carenze strutturali, organizzative e tecniche”.

 

Il Prof. Marotta segnala che ad oggi “non c'è l'obbligo, per i datori di lavoro, di annotare i Mancati Infortuni e non sussiste più neppure quello di tenuta del Registro Infortuni così come sancito dal D.M. 12/09/1958, modificato dal D.M. del 05/12/1996 e dal D.L.vo 151 /2015 che ne ha abrogato l’obbligo di tenuta”.

Tuttavia nota che omettere, nella valutazione, dei rischi i dati relativi ai Near Miss “significa non considerare il pericolo e il suo potenziale di causare danni e di conseguenza ciò comporta una sottostima del rischio che da esso deriva. Quest'ultima circostanza è grave e produce inevitabilmente una valutazione dei rischi erronea che si potrebbe ripercuotere pericolosamente sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori”.

 

Infortuni vs Near miss

Concludiamo riportando alcune indicazioni in relazione al tema dei near miss:

  • “l’origine dei near miss è la stessa degli infortuni veri e propri, con la sola differenza che nel primo caso, per una serie di circostanze favorevoli, la catena degli eventi si è interrotta”;
  • i near miss, di cui si riporta anche la definizione da OHSAS 18001, risultano pertanto importanti “indicatori di rischio” che “hanno il vantaggio di non arrecare danno alle persone” e che costituiscono “la forma migliore di apprendimento ‘a costo zero’ che consente all’organizzazione di orientarsi al miglioramento delle condizioni di sicurezza. Escluderli da una analisi di sicurezza sarebbe come per lo struzzo mettere la testa sotto la sabbia”.

 

 

 

Tiziano Menduto

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Analisi e investigazione degli incidenti. Identificazione delle cause e delle conseguenze”, a cura del Prof. Ing. Nicola Marotta, documento relativo al Master di Secondo Livello in Management in Sicurezza dei Luoghi di Lavoro e Valutazione dei Rischi dell'Università di Pisa (formato PDF, 15.90 MB). 



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Rispondi Autore: Federico Trolese - likes: 0
02/02/2018 (06:50:15)
Un altro passo da fare è quello di impare ad analizzare i comportamenti e atteggiamenti insicuri ancora prima che vi sia un near messe, non è un percorso facile, ci vuole un radicale cambiamento di mentalità
Rispondi Autore: lino emilio ceruti - likes: 0
03/02/2018 (10:14:10)
"Il Prof. Marotta segnala che ad oggi NON C'E' L'OBBLIGO, per i datori di lavoro, di annotare i Mancati Infortuni...
... Tuttavia nota che omettere, nella valutazione, dei rischi i dati relativi ai Near Miss significa non considerare il pericolo e il suo potenziale di causare danni e di conseguenza ciò comporta una sottostima del rischio che da esso deriva..."

Condivisibile "opportunità" senza "obbligo" sanzionabile per reato di puro pericolo.

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