Scopri cosa hanno in comune gli RSPP di 4 grandi aziende
Un’azienda oltre i 100 lavoratori che vuole gestire realmente la sicurezza si trova a dover fare fronte allo spreco di tempo dovuto a errori, perdita di documentazione, mancati aggiornamenti... L’utilizzo metodico di strumenti come excel o access soddisfa diverse esigenze, ma permangono i disagi dovuti al tempo necessario per riportare i dati nel computer ed eventuali errori di trascrizione.
Se poi i numeri aumentano, le criticità si amplificano in proporzione.
Presentiamo 4 casi reali nei quali l’ introduzione di un software sicurezza ha smascherato altrettanti sprechi (di tempo, di denaro o dovuti a errori): ascoltiamo, dall’esperienza di altrettanti RSPP com’era la situazione prima e dopo l’introduzione del software.
AUDIT INTERNI: TEMPI DI RICERCA DI INFORMAZIONI E DOCUMENTI
RSPP di azienda metalmeccanica, 300 lavoratori
PRIMA - Come azienda certificata e soprattutto per policy di gruppo, siamo soggetti a verifiche interne frequenti. In una di queste ricordo che mi chiesero di dare evidenza delle manutenzioni di una attrezzatura. Siamo una realtà produttiva complessa e nel caso in questione era un carroponte della zona carico-scarico. Infilate le scarpe e il gilet alta visibilità, siamo scesi in reparto: abbiamo dovuto interrompere il manutentore al lavoro, che frettolosamente ci ha messo in mano due raccoglitori con i rapportini cartacei dove vengono registrati meticolosamente tutti gli interventi. Tornati in ufficio abbiamo cercato i rapportini del carroponte, in mezzo a moduli di matricole non più in uso.
Da quando mi era stata fatta la domanda erano passati 40 minuti e non avevamo ancora finito di ricostruire gli interventi degli ultimi 2 anni. Se fosse stata una verifica ispettiva avremmo preso sicuramente una segnalazione.
- Tempo impiegato: 40 minuti
- Documentazione: incompleta
OGGI - Non devo neppure infilarmi le scarpe. Direttamente dall’ufficio, con il computer davanti, apro l’elenco delle attrezzature, filtro quelle attive, clicco su una qualsiasi di queste e apro lo storico delle attività.
- Tempo impiegato: 2 minuti
- Documentazione: allegata all’attrezzatura
IRREGOLARITÀ SU FORMAZIONE E SORVEGLIANZA SANITARIA
RSPP di azienda manifatturiera, 450 lavoratori
PRIMA - Scegliendo a caso un nome tra i nostri lavoratori e controllandone lo stato dal punto di vista formativo e delle visite secondo protocollo sanitario, statisticamente avevamo tra il 15 e il 20% di errori. Scadenze non rispettate, cambi mansione non considerati, rientri da malattia o infortunio, modifica dei rischi della mansione…i fattori sono davvero tanti, senza considerare il problema di gestire quotidianamente sostituzioni in linea, considerando prescrizioni e limitazioni. Informazioni che non sempre erano facilmente a disposizione del preposto.
- Errori: 15-20%
OGGI - Il bello di un software è che è inflessibile. Il fatto di dover semplicemente mettersi d’accordo sul nome delle mansioni e collegarle all’anagrafica del gestionale paghe, ad esempio, ha risolto il problema di contestazioni in caso di presunte malattie professionali collegabili alle attività svolte. Non solo: avendo on-line idoneità e limitazioni di ogni lavoratore, ci siamo accorti che c’era più di qualche caso in cui il rischio non ammetteva la possibilità che quel dipendente operasse proprio li.
- Errori: < 0,1%
DPI: RIDONDANZE E DISTRIBUZIONE NON CONTROLLATA
RSPP di azienda manifatturiera, 6 stabilimenti in Italia
PRIMA - Era 3 anni che cercavamo di ottimizzare l’acquisto dei DPI per poter fare economia di scala. Con 6 stabilimenti e altrettanti DVR in file indipendenti, lavorazioni simili ma mansioni con nomi e attività differenti, avevamo numerosi DPI con caratteristiche simili ma da fornitori diversi: a meno di leggersi un documento alla volta, era impossibile riuscire a stilare un elenco univoco dei dispositivi necessari, senza sovrabbondanze e con la certezza di rispondere a quanto previsto dal DVR.
Inoltre la distribuzione avveniva tramite erogatori automatici e, nonostante si utilizzassero badge personali, riscontravamo in reparto utilizzi non conformi da parte di lavoratori.
- Codici DPI a magazzino: 173
- Anomalie nei DPI utilizzati dai lavoratori: 25%
OGGI - Conosciamo l’elenco esatto e univoco dei dpi necessari e abbiamo la certezza che i lavoratori utilizzino quelli previsti dal DVR.
Il software per realizzare DVR ha la libreria dei DPI filtrabile per tipologia e fornitore ma soprattutto collegata alle analisi dei rischi. Poiché tutti i documenti di valutazione dei rischi sono realizzati appoggiandosi su anagrafiche uguali (es. nomi mansione, fasi di lavoro, etc..) possiamo isolare i DPI necessari ed evidenziare doppioni di fornitori differenti.
Ciliegina sulla torta: utilizzando un software per la gestione del personale è stato un attimo decidere di far dialogare i due sistemi allineando anagrafica lavoratori, dpi assegnati, numero di badge. In questo modo al distributore automatico, il lavoratore trova solo i dpi adatti alla sua mansione, senza possibilità di errore.
- Risparmio preventivato nell’acquisto 2017: - 30 %
- Consumo al distributore: - 25% *
- Codici DPI a magazzino: -50%
* i lavoratori di questa azienda non subiscono alcun tipo di segnalazione per un consumo eccessivo, anzi sono incentivati a cambiare DPI se non in perfette condizioni.
CHECK-LIST LABORIOSE E INUTILI
Responsabile stabilimento di azienda produttiva, circa 400 dipendenti
PRIMA - Il miglior modo per fare prevenzione è sensibilizzare i lavoratori a un reciproco controllo delle buone pratiche. Ma se si usano moduli cartacei, il problema non è solo l’accumulo di carta ma anche la lentezza nel gestirla. Per aggiornarla, ad esempio noi dovevamo sostituire centinaia di copie in uso presso ogni reparto e informare i colleghi di stamparsi l’ultima versione. Inoltre era necessario il lavoro di un collega part-time per trasferire i dati in computer e poterli analizzare, attività regolarmente subordinata ad altre con il risultato che quasi tutte le informazioni rimanevano in realtà inutilizzate. Morale della favola: la check-list di controllo era la stessa di 6 anni fa, quando invece la nostra azienda era cambiata moltissimo.
E soprattutto, se fosse stato segnalato un problema grave, in quanto tempo me ne sarei accorto e avrei potuto risolverlo?
- Check-list aggiornata a 6 anni prima
- Tempi di analisi: 1,5 gg
- Tempo di trasformazione in attività di calendario: anche fino a 6 mesi
OGGI - La possibilità di usare un software per compilare on-line un modulo, direttamente sul posto, ci ha rivoluzionato il modo di fare prevenzione. Inoltre check-list già pronte per la verifica della cogenza legislativa: sono sicuro di rispondere ai requisiti obbligatori richiesti dalla legge
- Check-list aggiornata all’ultimo mancato infortunio o modifica del dvr
- Tempo di aggiornamento: 1 minuto
- Tempo di sostituzione delle copie presenti: immediato
- Tempo di imputazione dei dati: immediato
- Errori di trascrizione: nessuno
- Tempi di analisi: immediato (utilizzando grafici già a disposizione)
- Tempo di trasformazione in attività di calendario: immediato
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Le medio-grandi aziende si trovano quindi ad un certo punto della loro esistenza a valutare l’acquisto di un software sicurezza. Questo, come tutte le spese aziendali è soggetto a una considerazione costo-beneficio che come abbiamo dimostrato in questi 4 esempi è possibile misurare anche per la sicurezza. Ma non tutti i software sono uguali.
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Rispondi Autore: Carlo Parducci - likes: 0 | 29/09/2016 (09:13:43) |
Così impostato, l'articolo non mi sembra a carattere pubblicitario, ma piuttosto di ovvia evidenziazione di un possibile miglioramento organizzativo. Il migliore utilizzo delle potenzialità del SI aziendale in ambito del SPP è una questione di efficienza dello stesso Servizio. Che poi le aziende possano permettersi software specifici (più o meno costosi) o utilizzare scadenziari e fogli elettronici, è in relazione alle risorse disponibili. Queste implementazioni devono però fare i conti con la lunga, costosa e faticosa fase dell'imputazione a sistema di tutto il pregresso storico. |
Rispondi Autore: RSPP - likes: 0 | 29/09/2016 (14:02:23) |
A parte lo scopo puramente pubblicitario, ma ci stà, pongo i seguenti punti di riflessione: - usare un software non ti fa risparmiare tempo per l'inserimento dei dati, a meno che non ti legga nel pensiero, - non mi pare inoltre che errori di trascrizione o di inserimento dati possa essere evitato con tale software, - archivio dei dati: una volta preso il rapportino, scansionato, rinominato il file e caricato sul software... lo stesso vale se lo copio in una cartella e faccio un link in excel (ma se ti cancellano la cartella? ok, e se salta internet? e se salta la corrente?...) - scadenze non rispettate nella sorveglianza sanitaria? cambiate medico che è meglio. E le idoneità vanno lette, non archiviate in un cassetto, - DPI forniti con erogatori usati nel modo errato, l'errore è del operatore, come posso io RSPP multisito essere sicuro con un software che l'operatore abbia preso i DPI che ho pensato per una singola attività? con procedure e formazione. Per uniformare i DPI e il commerciale di riferimento non serve un software, ma una chiara decisione aziendale (io in 5 siti ho tutti fornitori diversi, ed è una scelta aziendale, non di DVR), - check list sulla sicurezza: mica li elaborando tutti i lavoratori in reparto e di continuo? e diamo a tutti un accesso internet? Anche qui scelte aziendali. Le check list che devono fare gli operatori sono di produzione e qualità, il fatto di non riportarle in tempi utili è un problema gestionale più che operativo. |
Rispondi Autore: Stefania Ritondale - likes: 0 | 29/09/2016 (15:17:44) |
Io penso, per diverse esperienze aziendali, che ci sono situazioni in cui l'investimento iniziale è comparabile con il tempo guadagnato nelle attività quotidiane di consultazione e analisi; oltre un certo livello di complessità aziendale, il vantaggio in termini di tempo e correttezza dei dati è evidente. Diversamente dai file .xls inoltre, i sw possono avere funzioni di verifica e controllo incrociato. Ovvio che il software da solo non è la panacea che risolve tutti i problemi: è uno strumento che aiuta. |
Rispondi Autore: L.eonardo Lione - likes: 0 | 30/09/2016 (13:29:17) |
credo che l'uso indiscriminato di software è l'esatta negazione della sicurezza. la valutazione dei rischi deve essere un'attività concreta e non fittizia e deve servire ad eliminare i rischi alla fonte. la successiva compilazione del documento di valutazione dei rischi deve essere limitato alle misure di prevenzione/protezione per ridurre i rischi alla fonte- mentre sui DVR si trova di tutto: dalla letteratura ai compiti dei diversi soggetti. il DVR deve essere l'agenda del datore di lavoro nella quale devono essere riportate le procedure e/o le misure di prevenzione/protezione messe in campo per la riduzione dei rischi e su queste devono essere formati i lavoratori. analogamente ritengo aberrante aver approvato il DVR/POS/PSC standardizzati. l'esatta negazione di un efficace sistema di prevenzione aziendale. inoltre, forse dovremmo cominciare a considerare l'ipotesi di sanzionare anche gli RSPP e o i consulenti che svolgono male e con superficialità l'incarico conferitogli |
Rispondi Autore: Ciro Santaniello RSPP - likes: 0 | 30/09/2016 (18:08:33) |
io non sono d'accordo con negare o pensare che la tecnologia ed i software siano satana da ripudiare. Sono anche d'accordo che la sicurezza si fa prima di tutto con le persone e processi eccellenti. L'industria però ha già livelli di informatizzazione elevati, si parla di industria 4.0, noi RSPP siamo così presuntuosi da pensare che la tecnologia non può migliorare il nostro settore? Allora perché usiamo strumenti ad altissima tecnologia e relativi software per misurare ed analizzare ROA, CEM, Vibrazioni, Rumore? Certo possiamo far diventare le nostre aziende le più sicure al mondo con carta penna e il calamaio, ma credo che nelle aziende grandi la complessità, la rapidità di azione, l'integrazione tra le varie figure e processi possa essere fortemente efficientata con l'uso della tecnologia che ha già invaso, che ci piaccia o no anche la nostra vita privata. |
Rispondi Autore: Andrea RSPP - likes: 0 | 14/10/2016 (09:24:19) |
Qui nn è proposto un uso indiscriminato di software, ma uno strumento che possa semplificarci la vita. E' comunque una persona che deve usare lo strumento, e lo può fare in modo intelligente oppure no. O forse qualcuno preferirebbe non avere a disposizione il PC ma scrivere e riscrivere tutto a penna come si faceva una volta? |