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Telemedicina: dati a rischio?

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Privacy

14/03/2005

Lo sviluppo delle reti deve andare di pari passo con l’applicazione di regole per garantire il rispetto della dignità della persona. Indicazioni dal Garante della privacy.


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Le regole per la protezione dei dati personali devono essere parte integrante dei processi di automazione della sanità pubblica. La telemedicina e la creazione di una rete telematica di strutture sanitarie offre notevoli vantaggi, ma può comportare anche rischi relativamente alla protezione dei dati sensibili e, di conseguenza, alla tutela della dignità della persona. Il codice della privacy rappresenta uno strumento importante di tutela.

A mettere in guardia dai possibili rischi è Gaetano Rasi, componente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, intervenuto alla presentazione di un libro sull’argomento.

“Le applicazioni di telemedicina - ha ricordato Rasi - risultano sempre più diffuse nel mondo ed in costante aumento in Europa. […] La telemedicina offre nuove opportunità di collegamento tra punti diversi sul territorio e costituisce un valido ed efficace strumento di interconnessione tra i diversi livelli di cura per giungere alla continuità della diagnostica e della terapia, indipendentemente da dove il paziente o le informazioni risiedano. Attraverso la creazione di una rete telematica di strutture sanitarie è possibile, infatti, ottenere informazioni sulla disponibilità di posti letto, sull’accesso alle liste di prenotazione, sulla gestione delle cartelle cliniche con gli adeguati accorgimenti per la tutela della privacy.
E’ necessario, tuttavia, quanto più si sviluppano le reti telematiche, fissare precise regole per garantire il rispetto della dignità della persona e la massima riservatezza dei dati personali, in particolare, di quelli sensibili, così qualificati perché idonei a rivelare gli aspetti più intimi e riservati della persona, nel cui ambito rientrano le informazioni relative allo stato di salute.”

Rasi si è soffermato inoltre sull’outsourcing e il telelavoro nel settore sanitario.
“Il 43% dei contratti di outsourcing - ha afermato Rasi - copre, ad esempio, l’area dell’Information technology, il 25% quella delle risorse umane. In quest’ultimo caso vengono affidati a partner esterni non solo l’amministrazione, ma anche, per esempio, la gestione del percorso di carriera dei dipendenti.”

Secondo il, l’euforia informatica pone nuovi rischi, ma il codice della privacy rappresenta uno strumento importante di tutela.
“Il Testo Unico sulla privacy - ha affermato segretario generale del Garante, Giovanni Buttarelli , intervenuto anch’egli alla presentazione - è pronto per rispondere alle questioni poste dalla telemedicina, che recherà grossi vantaggi, come la possibilità di accedere con una password alla propria cartella clinica da qualunque parte del mondo, ma causerà anche nuovi rischi relativi, ad esempio, alla dispersione di informazioni. L’informativa al cittadino dovrà tenere conto di tutti questi aspetti”.
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