Raggiunto l’accordo sui diritti d’autore sul materiale digitale?
Stiamo parlando del provvedimento europeo, che vuole stabilire delle regole ben precise, a tutela dei titolari del diritto d’autore, quando i loro testi e documenti vengono diffusi su Internet. Il nome corretto del documento è “proposta per un regolamento sulla privacy e delle comunicazioni elettroniche” abbreviato in eprivacy Regulation (ePR). Questo regolamento vuole sostituire la direttiva del 2002 afferente alla privacy ed alle comunicazioni elettroniche e rappresenta un importante aggiornamento, che permette di adattare la legislazione europea al nuovo regolamento generale sulla protezione dei dati.
Per raggiungere questo accordo occorre seguire un complesso iter, che prevede la presentazione di una traccia del documento da parte della commissione europea, il successivo esame da parte del parlamento europeo, il contemporaneo esame da parte del consiglio europeo, nell’ambito di una procedura di codecisione.
Le notizie che hanno dato i quotidiani riguardano il fatto che, almeno sul documento di base, sembra vi sia un accordo non già fra i tre enti coinvolti, ma tra le commissioni, cui è stata affidata la bozza del documento.
Il provvedimento è molto contestato, e contrappone da un lato le richieste di editori e stampa, dall’altro quelle delle piattaforme e di quanti in diverso modo paventano rischi per la libertà sulla quale è fondata la Rete. Ad esempio, l’Italia non è affatto convinta della validità di questo documento ed è possibile che, quando dalla approvazione in sede di commissione si passerà all’approvazione in sede parlamentare, il documento non venga approvato.
Come è noto, le potentissime organizzazioni social, come ad esempio Google, Facebook, YouTube e simili, sono assolutamente contrarie a questo documento, che le obbligherebbe a corrispondere significativi (ed anche sacrosanti!) diritti d’autore sui testi che vengono invece presentati in abbondanza, senza l’approvazione dell’autore e senza la corresponsione di alcun diritto. Queste lobby sono oltremodo potenti e certamente non hanno ancora abbandonato ogni speranza, in merito alla possibilità di bloccare questo provvedimento, che pure apre numerosi spiragli alla pubblicazione on-line di documenti protetti dal diritto d’autore. Ad esempio, brevi frasi, immagini, citazioni, riferimenti, meme, possono essere fatti senza che l’autore possa richiedere specifici diritti.
D’altro canto, il riconoscimento del diritto d’autore rappresenta un cardine fondamentale dell’intero mondo della comunicazione stampata, verbale ed affidata ad immagini.
Per questa ragione raccomando ai lettori di continuare a tenere sotto controllo l’evoluzione di questo documento, che per ora ha raggiunto la versione finale, in bozza, ma non ha superato la fase finale di approvazione legislativa.
Adalberto Biasiotti
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