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Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'No all’uso disinvolto di dati biometrici in banca
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Uso disinvolto di sistemi per la raccolta di dati biometrici, in alcuni casi sproporzionato rispetto alle finalità perseguite, mancanza di ingressi alternativi per clienti e dipendenti, informativa assente o incompleta.
Queste le principali criticità emerse dai controlli effettuati a livello nazionale dal Garante per la protezione dei dati personaliin collaborazione con la Guardia di finanza.
Su 92 filiali di uno stesso gruppo bancario ben 82 sono risultate dotate di un sistema di rilevazione delle immagini delle impronte digitali e del volto senza che vi siano documentati motivi di sicurezza.
Dagli accertamenti non è risultato, infatti, che l’adozione degli impianti biometrici sia connessa ad esempio a precedenti rapine subite, né che le filiali siano situate in aree particolarmente a rischio.
Gli istituti bancari dovranno quindi rivalutare, entro il 14 marzo, l’effettiva necessità di dotare le proprie dipendenze di sistemi di identificazione biometrica e provvedere senza ritardo alla cessazione o alla sospensione di trattamenti di dati nei casi in cui non risultino giustificati.
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Alcune agenzie, poi, presso le quali anche i dipendenti dovevano sottostare alla doppia rilevazione (impronte digitali e immagine del volto) per accedere al luogo di lavoro, dovranno predisporre ingressi alternativi o con modalità che non richiedano il rilascio di impronte: sproporzionato, in questi casi, è risultato l’uso dei dati biometrici rispetto alle finalità di controllo delle presenze dei lavoratori perseguite dalla banca.
Agli istituti bancari, inoltre, che non si sono ancora dotati di ingressi alternativi per i clienti che non intendano o non possano avvalersi dell’impianto biometrico, il Garante ha imposto di assicurare anche questa possibilità.
Altre banche, sempre oggetto di accertamenti, dovranno adottare la procedura telematica prevista per inviare al Garante le comunicazioni o le richieste di verifica preliminare relative ai sistemi biometrici attivati o che intendono attivare presso le proprie filiali.
Da sanare, infine, le numerose irregolarità che sono state riscontrate nei tempi di conservazione delle immagini, risultati sempre più lunghi dei sette giorni previsti dalla data di registrazione, e nell’informativa poco chiara o incompleta o che non segnala affatto le telecamere posizionate ad esempio su un bancomat o presso aree riservate.
Nei casi più gravi alle banche sono state altresì contestate sanzioni amministrative per inidonea o omessa informativa.
Le banche ispezionate: Intesa Sanpaolo, Banca nazionale del lavoro, Monte dei Paschi di Siena, Cariprato.
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