Come gestire lo scraping
Con l’espressione “scraping”, che in inglese significa grattare o raschiare, si fa riferimento a una raccolta ed archiviazione automatica di informazioni, prelevate da Internet. L’autorità olandese per la protezione dei dati personali ha pubblicato una linea guida, che dà indicazioni sulle modalità con cui questa tecnica di raccolta di dati è accettabile: le conclusioni solo che essa non è quasi mai accettabile.
Ecco come funziona questa tecnica.
Un software particolare analizza i dati presenti su Internet, ad esempio analizzando i social media, e raccoglie tutti i dati che fanno riferimento ad una specifica persona. Data la pervasività dei social media e la intelligenza presente nel software, l’applicativo è in grado di raccogliere informazioni presenti su una moltitudine di siti e social media, aggregandoli e creando così un profilo estremamente articolato degli aspetti della vita di una persona.
L’autorità garante olandese ha fatto presente che il fatto che una informazione sia presente sui social media o su Internet non significa che automaticamente sia possibile prelevarla ed utilizzarla per altre finalità. Ad esempio, questa tecnica di raccolta dati non è consentita in caso di:
- raccolta di informazioni che creano dei profili personali, successivamente rivenduti,
- raccolta di informazioni da profili pubblici, con l’obiettivo di determinare se quelle persone possono o meno essere interessate ad una proposta assicurativa.
A queste stesse conclusioni è giunto l’'avvocato generale della Corte di Giustizia dell'UE nella decisione della Causa C-446/21. D’altro canto, il tema è stato già più volte trattato, mettendo in evidenza come il fatto che il nome, cognome, indirizzo, telefono di un interessato sia presente sull’elenco telefonico non significa affatto che chiunque possa chiamarlo, per una qualsiasi ragione.
È bene precisare che le linee guida del garante olandese non sono rivolte alle autorità governative, ma queste linee guida fanno presente che anche le autorità governative devono utilizzare delle regole severe, nell’utilizzare questa tecnica.
Un errore frequente, del quale approfittano coloro che vogliono raccogliere informazioni, deriva dal fatto che normalmente si ritiene che tutto ciò che può essere visto su Internet sia di pubblico dominio ed utilizzo. È questo un aspetto che il garante olandese ha messo chiaramente in evidenza, mettendo in chiaro come vi sia una bella differenza tra offrire un’informazione e consentire che la stessa informazione venga raccolta ed utilizzata per tutt’altre finalità.
L’unico contesto in cui è possibile effettuare questa raccolta di dati è legato alla presenza di un interesse legittimo, da parte di chi compie quest’operazione. Tuttavia, questa attività non può essere utilizzata, quando il solo interesse di chi la svolge è quello di trarne un profitto.
Parimenti, è possibile utilizzare questa tecnica da parte di una associazione, che voglia avere un quadro aggiornato di come la stessa associazione sia percepita sui mezzi di informazione di massa.
Si tratta comunque di eccezioni e può essere opportuno assumere un atteggiamento prudenziale, mettendo sul sito Internet, sul quale sono presenti i dati, una informazione specifica circa il divieto di utilizzo dei dati stessi nell’ambito di attività di “scraping”.
Adalberto Biasiotti
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