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Anonimato...elettronico
E-mail completamente anonime, dalle quali non è possibile risalire all'indirizzo di posta elettronica del mittente.
E' quanto propone un servizio ''remailer'' attivato a Firenze dal Flug (Linux User Group).
Lo strumento permette di inviare messaggi verso qualunque indirizzo di posta, newsgroup, senza che sia possibile risalire al mittente del messaggio.
Il Flug presenta il remailer come una iniziativa ''per la difesa del diritto alla privacy e all'anonimato per mezzo di strumenti informatici.''
La notizia, pubblicata su un noto quotidiano di informatica, ha sollevato polemiche, soprattutto in merito al confine tra tutela della privacy e esigenze di sicurezza.
La tutela della privacy in rete deve per forza passare attraverso l'anonimato? La possibilità di mandare messaggi, e relativi allegati, in modo completamente anonimo non potrebbe forse favorire il fiorire di attivita' illecite?
Sul tema dell'equilibrio tra privacy e sicurezza si sono recentemente soffermati anche i Garanti della privacy europei che, a Cardiff del settembre 2002, hanno espresso la loro preoccupazione per l'ipotesi avanzata dai governi europei di introdurre in modo generalizzato nuovi obblighi di conservazione di dati relativi a tutte le forme di telecomunicazione per un periodo di un anno o più al fine di consentirne l'eventuale accesso da parte delle forze dell'ordine e degli organismi preposti alla sicurezza.
Secondo Garanti la conservazione dei dati di traffico per scopi connessi all'attività delle forze dell'ordine ''dovrebbe essere conforme alle rigide condizioni previste dalla Direttiva 2002/58/CE, ossia, caso per caso, solo per un periodo limitato e purché necessaria, opportuna e proporzionata all'interno di una società democratica.''
Ma l'anonimato elettronico è altro...
E' quanto propone un servizio ''remailer'' attivato a Firenze dal Flug (Linux User Group).
Lo strumento permette di inviare messaggi verso qualunque indirizzo di posta, newsgroup, senza che sia possibile risalire al mittente del messaggio.
Il Flug presenta il remailer come una iniziativa ''per la difesa del diritto alla privacy e all'anonimato per mezzo di strumenti informatici.''
La notizia, pubblicata su un noto quotidiano di informatica, ha sollevato polemiche, soprattutto in merito al confine tra tutela della privacy e esigenze di sicurezza.
La tutela della privacy in rete deve per forza passare attraverso l'anonimato? La possibilità di mandare messaggi, e relativi allegati, in modo completamente anonimo non potrebbe forse favorire il fiorire di attivita' illecite?
Sul tema dell'equilibrio tra privacy e sicurezza si sono recentemente soffermati anche i Garanti della privacy europei che, a Cardiff del settembre 2002, hanno espresso la loro preoccupazione per l'ipotesi avanzata dai governi europei di introdurre in modo generalizzato nuovi obblighi di conservazione di dati relativi a tutte le forme di telecomunicazione per un periodo di un anno o più al fine di consentirne l'eventuale accesso da parte delle forze dell'ordine e degli organismi preposti alla sicurezza.
Secondo Garanti la conservazione dei dati di traffico per scopi connessi all'attività delle forze dell'ordine ''dovrebbe essere conforme alle rigide condizioni previste dalla Direttiva 2002/58/CE, ossia, caso per caso, solo per un periodo limitato e purché necessaria, opportuna e proporzionata all'interno di una società democratica.''
Ma l'anonimato elettronico è altro...
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