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DAE: per le società sportive scatta l’obbligo dei defibrillatori

DAE: per le società sportive scatta l’obbligo dei defibrillatori
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Primo Soccorso

08/05/2013

Firmato il decreto dei ministeri della Salute e dello Sport che prevede l’obbligo di avere defibrillatori semiautomatici in tutti gli impianti e il personale formato per utilizzarli.

Roma, 8 Mag - A poco più di un anno dalla scomparsa di Piermario Morosini, il calciatore 25enne del Livorno vittima di un malore durante una partita del campionato di serie B, i ministeri della Salute e dello Sport hanno varato il decreto che introduce l’obbligo per le società sportive di dotarsi di  defibrillatori semiautomatici (Dae), in attuazione di quanto previsto dall’articolo 7 comma 11 del decreto Salute e sviluppo.
 
Da sei a trenta mesi di tempo per adeguarsi. Il decreto, che disciplina anche i controlli medici necessari per praticare l’attività sportiva non agonistica, raccoglie le indicazioni di un gruppo di lavoro istituito nel febbraio scorso e del corrispondente gruppo di lavoro del Consiglio superiore di sanità, e prevede che le società sportive professionistiche adottino i defibrillatori entro sei mesi, mentre quelle dilettantistiche hanno fino a due anni e mezzo per adeguarsi. Gli oneri sono a carico delle società, che possono associarsi se operano nello stesso impianto sportivo oppure accordarsi con i gestori delle strutture perché siano loro a farsene carico. Sono escluse, invece, le società dilettantistiche che svolgono attività a ridotto impegno cardiocircolatorio.
 
Linee guida dettagliate su dotazione e utilizzo. Rispetto alla dotazione e all’utilizzo dei  defibrillatori, il decreto ministeriale contiene linee guida dettagliate. In particolare, il defibrillatore deve essere facilmente accessibile, adeguatamente segnalato e sempre perfettamente funzionante e dovrà essere presente personale adeguatamente formato per utilizzarli e pronto a intervenire in caso di necessità. I corsi di formazione saranno effettuati dai Centri di formazione accreditati dalle singole Regioni.

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Primo passo verso una diffusione sempre più capillare”. ”Il decreto rappresenta una novità importante – commenta Bruno Papaleo, che coordina un gruppo di ricerca sulla diffusione della cultura del primo soccorso nei luoghi di lavoro presso il dipartimento di Medicina del lavoro dell’Inail – ed è auspicabile che si tratti solo del primo passo verso una diffusione sempre più capillare della rete di accesso alla defibrillazione precoce”. Del resto la legge numero 191 del 2009, con il relativo decreto ministeriale del 18 marzo 2011, raccomanda già la presenza di Dae in tutti i luoghi di grande affluenza, come aeroporti, stazioni ferroviarie, centri commerciali, alberghi, ristoranti, ipermercati, scuole, università e uffici, nelle aree ad alto rischio come le strutture industriali e nelle zone isolate, dove è più difficile fare arrivare i soccorsi. Il defibrillatore, infatti, deve essere posizionato in modo da garantire l’intervento entro cinque minuti dall’arresto cardiaco.
 
Decisiva la rapidità dei primi soccorsi. Ogni minuto che passa dall’inizio dell’arresto cardiaco riduce di circa il 10% le probabilità di successo della scarica elettrica e dopo dieci minuti i danni subiti a livello cerebrale diventano irreversibili. Anche se alcune morti sono inevitabili, in molti casi la prontezza dei primi soccorsi risulta decisiva e applicare subito il defibrillatore può quindi fare la differenza tra la vita e la morte. “L’efficacia dei soccorsi con il defibrillatore è legata, però, anche alla presenza di persone addestrate a utilizzarlo – precisa Papaleo – In caso contrario il defibrillatore rischia di rivelarsi un investimento inutile”. Il Dae guida il soccorritore nelle manovre, passo dopo passo, e rilascia una scarica elettrica solo quando indicato. Usarlo è semplice, tuttavia serve una formazione adeguata che in genere non supera le cinque ore di durata.
 
In Europa ogni anno oltre 400mila casi. Prendendo atto del fatto che ogni anno in Europa sono oltre 400mila i casi di arresto cardiaco improvviso – la maggior parte dei quali sono provocati dalla fibrillazione ventricolare, una grave aritmia che si risolve solo applicando una scarica elettrica al cuore – lo scorso 14 giugno il Parlamento Ue ha invitato gli Stati Membri a istituire una settimana di sensibilizzazione con lo scopo di migliorare la conoscenza e la formazione dei cittadini e degli operatori sanitari alla rianimazione cardiopolmonare.
 
Dal 14 al 20 ottobre una settimana di sensibilizzazione. La settimana si svolgerà tra il 14 e il 20 ottobre e in Italia si articolerà in un’ampia gamma di eventi volti a informare le diverse fasce della popolazione sull’importanza di conoscere e saper eseguire le semplici manovre che possono salvare la vita di chi è colpito dall’arresto cardiaco improvviso, che chiunque è in grado di attuare anche senza una preparazione sanitaria specifica. Per accompagnare la marcia di avvicinamento a questo appuntamento, l’Italian Resuscitation Council (Irc) ha promosso la campagna Viva!, che prevede la realizzazione di iniziative e materiali specifici in sei ambiti di intervento: lavoro, scuola, sport, sanità, casa e fuori casa.
 
 
Fonte: Inail.
 
 

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Rispondi Autore: Morando - likes: 0
08/05/2013 (10:00:15)
Finalmente i defibrillatori saranno obbligatori con relativo personale addestrato presso tutte le società sportive,cooperative sportive,sarebbe giusto avere i defibrillatori anche negli stabilimenti balneari,piscine pubbliche comunali,scuole pubbliche e non ecc.Etc in questo modo in particolare per le società sportive e cooperative..dovranno anche così assumere veramente..e regolarmente.. i lavoratori per potere adoperare codesti defibrillatori dove oggi non pochi lavoratori invece non hanno neppure i corsi per quello che insegnano! Vi sono istruttori di nuoto,maestre di nuoto che lavorano ad esempio nelle piscine pubbliche comunali per società sportive,cooperative di gestione..che non hanno nemmeno i corsi riconosciuti dalla legge italiana ed Europea per insegnare le diverse attività acquatiche oltre che al nuoto..vi sono diverse attività sportive insegnate in piscina.. ma molti Lavoratori Lavoratrici sono completamente al nero o parzialmente in regola..facendo nelle piscine Comunali il secondo lavoro provenienti anche dal pubblico impiego come certe maestre professori di scuola e non pochi pensionati ma sempre..senza nessun corso e neppure con i relativi corsi di uso dei defibrillatori, non hanno neppure corsi evacuazione piscine, corsi anti incendi,anti sismici,corsi sulla propria ed altrui sicurezza ecc. NIENTE eppure le piscine pubbliche comunali italiane sono frequentate da bambini e neonati ed adulti più che le scuole pubbliche ..e le stesse strutture piscine comunali sono a volte fatiscenti a vista ! Manca certificazione antisismica ecc.ecc.lo sanno i Comuni Italiani..lo sanno le cooperative società sportive..ma tutto è lasciato fare.. ripeto mancano nelle piscine comunali sia i defibrillatori sia il personale addestrato..Non si assume e non si fanno neppure corsi di legge del D.Lgs 81/08 ma si preferisce rischiare che gli incidenti non accadano.. sempre la solita pessima Italia!Poi si fanno le interminabili inchieste dopo gli incidenti..con morti e feriti! Ma solo dopo e neppure tutte le volte.. si mette in sicurezza i Lavoratori gli impianti sportivi ..!(qui vale per tutti i posti di lavoro e svago)
Sergio Morando
Rispondi Autore: Angelo Marzaroli - likes: 0
10/05/2013 (07:44:03)
Nei prossimi mesi, con calma e corretta pianificazione, spendendo il giusto!

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