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I nuovi pirati del mare

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Pesca e navigazione

04/07/2005

Presentato da Legambiente il rapporto “Mare monstrum 2005” sulle situazioni di illegalità e le infrazioni ai danni del mare italiano.

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Crescono gli illeciti ambientali sui litorali, i km di costa non balenabile, le infrazioni al codice della navigazione e l’inquinamento marino. Lo afferma il rapporto “Mare monstrum 2005” , presentato da Legambiente nei giorni scorsi, realizzato sulla base dei dati raccolti nel corso del 2004.

I reati ambientali accertati dalle forze dell’ordine nel corso del 2004 sono stati 19.111, ossia cinque illeciti ogni due chilometri di litorale, con un incremento del 7% rispetto al 2003, che già aveva registrato un aumento del 7,2% rispetto al 2002.
In particolare sono cresciuti i reati ambientali nelle regioni del Sud.

I reati nel settore dell’inquinamento e della cattiva depurazione sono cresciuti del 15% (erano 1.224 nel 2003 sono passati a 1.406 del 2004), e con essi il mare inquinato.
Una relazione stima un aumento del 7% di mare inquinato pari a qualche decina di chilometri sul totale nazionale.
L’avvelenamento dei sedimenti marini inoltre non risparmia neanche i chilometri di mare protetto. L’analisi di sedimenti e molluschi prelevati dai fondali delle aree marine protette ha fatto registrare in più di una circostanza una presenza inquietante di metalli pesanti, pesticidi ed altre sostanze pericolose.

Il rapporto di Legambiente ha evidenziato un aumento delle le infrazioni al Codice della navigazione e dei reati nel settore della pesca di frodo (+33).

Positivo è il numero dei provvedimenti di sequestro di strutture abusive sul demanio marittimo che sono quasi raddoppiati rispetto all’anno precedente, passando dai 760 del 2003 ai 1.367 del 2004, con un incremento dell’81% su territorio nazionale e punte massime in Sicilia dove si è registrato un aumento del 122% dei provvedimenti emessi (si passa da 114 del 2003 a 253 del 2004).

L’abusivismo edilizio contribuisce significativamente all’erosione delle coste. “La forte antropizzazione delle fasce costiere  - afferma Legambiente - e l’insediarsi di molteplici attività sia turistiche che produttive hanno contribuito ad alterare l’equilibrio dell’ecosistema costiero. Così su 3734 km di spiagge (il 50% dei 7468 chilometri di coste italiane), ben la metà risulta essere soggetta a fenomeni di erosione (il 23% sul totale delle coste italiane)."

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