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La normativa tecnica per il lavoro, la produttività e la sicurezza
Presso il Ministero dello Sviluppo Economico si è tenuto il Convegno “L’importanza della normazione tecnica volontaria per capire e valutare il livello di benessere psicofisico, sicurezza sul lavoro e performance produttiva. Norme ergonomiche UNI EN ISO e buone prassi sul problema del carico mentale e dello stress lavoro-correlato”, organizzato dall’Ente Italiano di Normazione (UNI), per richiamare l’attenzione dei principali stakeholders italiani (economici e istituzionali) sulla normazione tecnica volontaria e sulla sua influenza nella politica economica nazionale.
Durante il convegno è stato chiarito innanzitutto che, fare normazione significa elaborare e pubblicare documenti per dare indicazioni su “come fare bene le cose”: sinonimo di “buona pratica”, raccomandata quando è necessario garantire sicurezza, qualità, tutela dell’ambiente e dei consumatori.
Successivamente sono stati fornite indicazioni su:
-Chi fa le norme (Ente Italiano di Formazione, che rappresenta l’Italia presso CEN e ISO, organizzazioni di normazione europea e internazionale; Accredia, che garantisce le certificazioni in conformità alle norme UNI)
-La cogenza di leggi e la volontarietà delle norme (armonizzazione, normalizzazione e co-regolamentazione, efficacia ed efficienza del sistema)
-La normativa tecnica per il lavoro, la produttività, la sicurezza, la semplificazione e l’innovazione (contributi recenti da EXPO, Legge 4/2013 sulla professione dell’ergonomo)
-La centralità della persona nella normativa tecnica ergonomica interessata al “mentale”, ai fattori psico-sociali e allo stress (norme tecniche finalizzate sul carico mentale e sullo stress lavoro correlato tratte da UNI 130 10.075 1 - 2 - 3)
-I criteri, metodi e strumenti per la valutazione del carico mentale (con salvaguardia della qualità ergonomica del metodo e degli strumenti utilizzati nella valutazione)
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La normativa tecnica per il lavoro, la produttività, la sicurezza, la semplificazione e l’innovazione
I vantaggi per imprese, consumatori e per il legislatore, dibattuti nel corso del Convegno da autorevoli rappresentanti di Enti ed Istituzioni, hanno messo in evidenza alcuni aspetti importanti.
In particolare, il Presidente UNI ha ricordato l’influenza positiva della normazione su una politica industriale che “integra in una visione unica, produttività, redditività, sostenibilità economica e sociale, innovazione continua, creatività”. Tale politica può migliorare e valorizzare i tanti “saperi” presenti nei contesti lavorativi, nelle persone, nei supporti tecnologici, nell’arte, nella manifattura ed anche la pubblica amministrazione può trarne grande vantaggio nella sua attività (maggiori servizi e minori contrasti burocratici). Al riguardo, un esempio importante è rappresentato dal contributo espresso di recente da EXPO il cui valore aggiunto va ricercato nella coesione e nella solidarietà espresse dalla Società Civile attraverso un modello in cui le iniziative promosse dalla gente (dal basso verso l’alto) hanno integrato e supportato gli indirizzi indicati a livello istituzionale (top down). Tale modello è in linea con la normazione tecnica consensuale, intesa come forma di “diritto mite” o soft law, utile nel perseguire la semplificazione e la qualità della regolamentazione. Al di là del suo evidente contributo alla crescita economica nei Paesi che la stanno applicando diffusamente, la normazione offre opportunità sia per “ottimizzare” la conformità delle regole, sia per fare formazione su valori, principi e tutele, alla base della nostra cultura e della nostra storia, orientate a: qualità, ambiente, sicurezza, legalità, equità e dignità della persona. In tal senso, è stata sottolineato il ruolo della normazione come “catalizzatore per l’innovazione, uno strumento strategico per un’economia ed una società di successo, uno strumento di regolazione complementare alla politica industriale, un veicolo di promozione della convergenza tecnologica”. Ad esempio, le nuove edizioni di alcune norme rilevanti come le UNI EN ISO 9001 e 14001 aiutano le organizzazioni che le applicano ad affrontare la complessità ed il cambiamento, in contesti sociali sempre più attenti agli aspetti ambientali, condividendo valori e principi che attengono soprattutto alla “Sicurezza sul lavoro” (ISO 45000) ed alla “ Responsabilità sociale d’impresa” (UNI ISO 26000). A livello nazionale si cerca un punto d’incontro tra le diverse posizioni ed i diversi interessi mentre, in ambito europeo ed internazionale, le posizioni italiane vengono delegate e rappresentate dopo un attento percorso di chiara condivisione su interessi e valori. Lo stesso regolamento UE 1025/12 dispone che si debbano considerare e coinvolgere i “soggetti deboli”. Gli ambiti più importanti e frequentati sono senza dubbio quelli della SICUREZZA: sul lavoro, domestica, finanziaria e del cittadino, estesi in tempi recenti a quella alimentare ed informatica. Un esempio interessante delle potenzialità della normazione tecnica, intesa come strumento di integrazione e supporto delle politiche pubbliche, è rappresentato dall’esperienza con l’associazione Qualità Comuni (certificati UNI EN ISO 9001). In applicazione alla norma UNI ISO 18091 sui “Sistemi di gestione delle Amministrazioni locali”, è stata così definita e pubblicata la UNI/PdR (Prassi di Riferimento)5:2003 sugli indicatori numerici particolarmente significativi per la determinazione delle prestazioni di un'amministrazione locale, in grado di fornire gli elementi necessari per valutare nel suo complesso lo "stato di salute" dell'organizzazione, in termini di efficienza ed efficacia. In un'ottica di miglioramento continuo, tali dati consentono la semplificazione dei processi, la razionalizzazione delle risorse e l’autonomia finanziaria, ponendo al centro delle politiche pubbliche sia la soddisfazione del cittadino che dell’operatore economico, in termini di tempi di risposta, efficacia e congruenza della spesa. Il documento prende spunto dall’UNI/TR 11217:2010 sui "Sistemi di gestione per la qualità – Linee guida per l'applicazione della UNI EN ISO 9001:2008 nelle amministrazioni locali", ricollegandosi alle aree (definite nel rapporto tecnico), dello sviluppo istituzionale per il buon governo, dello sviluppo economico sostenibile, dello sviluppo sociale includente e dello sviluppo ambientale sostenibile. Ad integrazione di queste buone prassi, per la buona gestione delle politiche di miglioramento è stato raccomandato anche il processo di comparazione (benchmarking) tra le stesse amministrazioni. I risultati ottenuti in tal senso, sono stati portati all’attenzione del Ministero per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, affinché ne valuti la palese utilità nella più ampia programmazione del lavoro da svolgere nell’ambito delle amministrazioni locali.
Sull’Innovazione va ricordato che il ruolo della normativa tecnica nelle politiche pubbliche non riguarda soltanto strumenti, macchine o tecnologie avanzate. Pertanto, è indispensabile occuparsi di formazione e conoscenza affinché le persone sappiano avvicinarsi con consapevolezza alla tecnologia ed applicarla nel modo più appropriato, allo scopo di mettere al centro gli attori di ogni processo operativo. Per questo va riconosciuta la lungimiranza del Legislatore che, con la legge 4/2013 ha affidato alla normazione UNI il compito di definire “competenze, conoscenze abilità, aggiornamento e formazione” nell’ambito delle “professioni non regolamentate”: un campo molto vasto di professioni presenti da tempo e non ancora formalizzate, con danni rilevanti a livello economico e sociale, soprattutto per l’utenza. In particolare, vanno ricordate quelle più significative che attengono alla sicurezza delle persone, delle attrezzature e dei contesti lavorativi (come, ad esempio, la professione dell’ergonomo). Infine, il Presidente UNI, ha ribadito che la normativa tecnica volontaria, oltre a rappresentare uno strumento utile quando è necessario integrare la legislazione cogente, ha un ruolo efficace ed efficiente nella politica economica e, sempre più anche nella politica sociale, laddove può rendere sempre più consapevoli e partecipatele scelte alla base del progresso e dello sviluppo della collettività. Un obiettivo che richiede equità, integrazione e inclusione delle persone, dal momento che - come dice Papa Francesco - “non siamo al servizio delle idee, ma delle persone”, da considerare come “prima ed irrinunciabile risorsa” del nostro modo di essere, di fare e di vivere.
Paola Cenni
Eur.Erg., Commissione Ergonomia UNI
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
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Rispondi Autore: pietro ferrari - likes: 0 | 08/06/2016 (08:52:01) |
Contributo, questo di Paola Cenni, molto interessante. Approfitto di un passaggio contenuto nel medesimo per esprimere una doglianza: è sconfortante rilevare quanto poco sia stata valorizzata la straordinaria esperienza del cantiere EXPO: mentre, invece, essa avrebbe potuto/dovuto rappresentare un vero e proprio 'caso di scuola' rispetto a come devono attuarsi prevenzione e prevenzione. cordialmente |
Rispondi Autore: pietro ferrari - likes: 0 | 08/06/2016 (08:54:12) |
mi scuso: prevenzione e protezione. |