DL 48/2023 e sicurezza: le modifiche condivisibili e le cose che mancano
Roma, 26 Mag – Torniamo a parlare del Capo II (Interventi urgenti in materia di rafforzamento delle regole di sicurezza sul lavoro e di tutela contro gli infortuni, nonché di aggiornamento del sistema di controlli ispettivi) del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48 contenente “Misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro” e dei vari commenti in relazione alle novità in materia di salute e sicurezza.
Le modifiche contenute nel DL 48/2023 “in termini assoluti sono modifiche condivisibili”, ma sono modifiche “senza una vera strategia di intervento, sembrano interventi a pioggia, sulla base di piccole correzioni”. “Pochissimi e confusi interventi ai quali, peraltro, pochissimo si è destinato in termini economici”.
A fare questi commenti è una recente Nota della Unione Italiana del Lavoro ( UIL) “Decreto Legge 48/23 – Interventi su ‘Salute e Sicurezza sul Lavoro’”.
La Nota commenta alcune delle novità, ad esempio in relazione alle modifiche al Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 o a quanto normato in materia di vigilanza o di sicurezza nei percorsi di alternanza scuola lavoro (oggi PCTO). Inoltre sottolinea anche quello che, a parere della UIL, manca nel decreto e segnala le proposte fatte.
Partendo da questa ultima analisi e per cercare di comprendere anche come potrebbe cambiare il decreto-legge in fase di conversione, abbiamo poi intervistato Marco Lupi, Responsabile Salute e Sicurezza sul Lavoro, UIL Confederale.
Quali sarebbero le prime cose da fare per affrontare le sfide in materia di salute e sicurezza?
Sono previste, in sede di conversione del decreto in legge, ulteriori modifiche e novità in materia di sicurezza e salute?
Sono sufficienti gli interventi per la revisione e l’aumento della sicurezza nei percorsi di alternanza scuola lavoro (PCTO)?
Si indica che le risorse economiche per migliorare le tutele sono poche. Quali risorse sarebbero necessarie e in che ambito bisognerebbe utilizzarle?
Nell’articolo di presentazione della Nota e dell’intervista ci soffermiamo sui seguenti argomenti:
- Nota UIL sul DL 48/2023: cosa fare per migliorare la salute e la sicurezza
- Nota UIL sul DL 48/2023: decreto 81, vigilanza e sicurezza degli studenti
- L’intervista: la strategia, la conversione in legge, la scuola e le risorse
Nota UIL sul DL 48/2023: cosa fare per migliorare la salute e la sicurezza
La Nota UIL sul DL 48/2023, che dovrà essere convertito in legge entro 60 giorni dalla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, fa innanzitutto una breve analisi di quello che servirebbe per migliorare le condizioni sul lavoro, in materia di salute e sicurezza.
Si segnala che “a fronte della situazione infortuni, incidenti e malattie professionali ancora con numeri molto alti e preoccupanti nel nostro Paese, un intervento sulle materie di sicurezza sul lavoro e ispezioni diventa indispensabile”.
Infatti “troppo poco si è fatto negli ultimi periodi sul tema prevenzione” e il decreto-legge continua su questa linea: “pochissimi e confusi interventi ai quali, peraltro, pochissimo si è destinato in termini economici”.
Invece è necessaria “un’azione forte sulla prevenzione, con risorse dedicate soprattutto per il supporto alle imprese ed i controlli con un incremento dei tecnici della prevenzione ASL e degli ispettori INL. Serve una Strategia Nazionale che conduca ad una unica linea di intervento verso un’azione decisa sulla prevenzione. L’Italia è l’unico paese della UE a non avere e non aver mai avuto una propria Strategia Nazionale di Prevenzione e Protezione per la Sicurezza sul Lavoro”.
Si ricorda anche che “mancano ancora vari Decreti Attuativi per completare il campo di applicazione e alcuni aspetti fondamentali di Prevenzione, a distanza di 15 anni dalla emissione del D. Lgs. 81/08”. E alcuni Decreti “riguardano settori strategici per il paese, con potenziali rischi elevati e alti valori di infortuni”.
Ad esempio un importante decreto “che deve essere emesso al più presto riguarda l’articolo 52 del D. Lgs. 81/08 sul “sostegno alla piccola e media impresa e ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza”. Questo Decreto attuativo aiuterebbe a rappresentare al meglio con i RLST tutti i lavoratori e le lavoratrici delle micro e piccole imprese che oggi non trovano adeguate tutele e diritti”.
Un altro dei punti critici in tema di infortuni e incidenti sul lavoro – continua la Nota UIL - riguarda il sistema degli appalti: “applicare le regole seguendo attentamente tutte le norme diventa fondamentale”, “per il rispetto per le regolarità contrattuale e retributiva dei lavoratori, per il rispetto delle norme di sicurezza. Quindi mettere in atto un sistema che premia le aziende virtuose e penalizza quelle che non rispettano le norme diventa prioritario. Anche in questo caso il provvedimento legislativo è pronto da tempo ma pressioni politiche hanno bloccato l’iter di approvazione”.
Nota UIL sul DL 48/2023: decreto 81, vigilanza e sicurezza degli studenti
La Nota UIL affronta poi le novità introdotte nel decreto, ad esempio sul medico competente, sulla sorveglianza sanitaria, sulla formazione, sulle verifiche periodiche, ecc.
Si indica che “in termini assoluti sono modifiche condivisibili, che cercano di migliorare l’attuale assetto del Decreto stesso su alcune tematiche importanti ma sono modifiche senza una vera strategia di intervento, sembrano interventi a pioggia, sulla base di piccole correzioni, che forse da tanto tempo erano pronte in qualche cassetto del Ministero del Lavoro. Non c’è una vera azione mirata per interventi sulle cause reali degli infortuni sui luoghi di lavoro e per la prevenzione delle malattie professionali”.
Riguardo alle modifiche all’all’articolo 18 del D.Lgs. 81/2008 – dove è aggiunto il seguente periodo “e qualora richiesto dalla valutazione dei rischi di cui all’articolo 28” – “si propone che analoga frase sia aggiunta all’articolo 41, comma 1, lettera a) al fine di chiarire che la sorveglianza sanitaria effettuata dal medico competente in base alla valutazione dei rischi, al di fuori dei casi attualmente previsti esplicitamente dalla normativa vigente, non costituisce violazione dell’art. 5 della Legge 300/1970”.
Riguardo invece alla modifica dell’articolo 25 del D.Lgs. 81/2008 - il medico competente ‘in occasione delle visite di assunzione, richiede al lavoratore la cartella sanitaria rilasciata dal precedente datore di lavoro e tiene conto del suo contenuto ai fini della formulazione del giudizio di idoneità’ - “occorre chiarire che, nel caso in cui il lavoratore non sia in possesso della cartella sanitaria o comunque non la consegni, è sufficiente che il medico riporti un’annotazione nella nuova cartella”.
Riguardo all’articolo 15 del DL 48/2023 – “Condivisione dei dati per il rafforzamento della programmazione dell’attività ispettiva” – la UIL indica che “sarebbe utile che tali informazioni siano condivise tramite il SINP ( Sistema Informativo Nazionale per la Prevenzione nei Luoghi di Lavoro), di cui all’art. 8 del D. Lgs 81/2008 (peraltro ancora non totalmente operativo), soprattutto alla luce del suo recente rafforzamento, a seguito dell’emanazione del D.L. 146/2021 poi convertito con la Legge 215/2021”. E si ricorda che tra le funzioni del SINP “oltre a quella di fornire dati utili per orientare, programmare, pianificare e valutare l’efficacia della attività di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, vi è anche quella di “(…) programmare e valutare, anche ai fini del coordinamento informativo statistico ed informatico, dei dati dell’amministrazione statale, regionale e locale, le attività di vigilanza, attraverso l'utilizzo integrato delle informazioni disponibili nei sistemi informativi anche tramite l’integrazione di specifici archivi e la creazione di banche dati unificate. (…)”.
E la Nota ritiene importante “il coinvolgimento delle Parti sociali nelle fasi di condivisione delle informazioni attraverso il SINP”.
Si parla poi dell’articolo 17 del DL 48/2023 relativo alla creazione del Fondo per i familiari degli studenti vittime di infortuni in occasione delle attività formative: “una disposizione molto importante, che colma un vuoto normativo nel sistema dei risarcimenti ma che certo non risolve la grave e preoccupante questione dell’aumento degli infortuni, alcuni dei quali purtroppo mortali, ai danni di studenti e studentesse”.
E rispetto alla revisione dei percorsi di alternanza scuola lavoro – oggi PCTO – anche la UIL aveva fatto proposte e alcune di queste proposte sono state recepite nel decreto. Ad esempio con riferimento al nuovo obbligo “per le imprese iscritte nel registro nazionale per l’alternanza, di integrare il proprio documento di valutazione dei rischi con un’apposita sezione dove sono indicate le misure di prevenzione rivolte agli studenti e alle studentesse, sezione che dovrà essere fornita all’Istituzione scolastica interessata e allegata alla Convenzione”.
Rispetto poi al registro nazionale per l’alternanza si indica che è significativo “aver previsto, per le imprese iscritte, alcune condizioni minime, come capacità strutturali, tecnologiche e organizzative, che possano garantire agli studenti e alle studentesse, impegnati nei PCTO, un’adeguata presa in carico, in sicurezza”. E si ritiene, tuttavia, che tra tali condizioni “debbano essere inserite anche l’applicazione dei CCNL stipulati dalle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, l’assenza di sanzioni e la presenza obbligatoria del RLS aziendale o del RLST”.
Inoltre rispetto all’estensione della tutela assicurativa agli alunni, agli studenti e a tutto il personale del sistema nazionale di istruzione e formazione, della formazione terziaria professionalizzante e della formazione superiore, in riferimento agli studenti e alle studentesse la UIL ritiene necessario esplicitare che “la copertura assicurativa debba essere prevista anche nei casi avvenuti nell’ambito delle attività previste nei percorsi di alternanza scuola lavoro (oggi PCTO) e pertanto anche in caso di infortunio occorso in un luogo diverso dall’istituto scolastico. Sempre in quest’ottica e al fine di tutelare pienamente gli studenti e le studentesse impegnati in percorsi formativi in azienda, riteniamo inoltre sia necessario comprendere anche le casistiche di infortuni in itinere (tragitto casa/scuola-lavoro e viceversa)”.
Si riportano poi altri commenti e la Nota osserva, infine, “quante poche risorse economiche, per non dire nessuna (se non quelle per gli studenti vittime di infortuni in occasione delle attività formative, e ci mancherebbe!) siano state destinate al rafforzamento della materia”.
L’intervista: la strategia, la conversione in legge, la scuola e le risorse
Veniamo ora alla breve intervista a Marco Lupi, Responsabile Salute e Sicurezza sul Lavoro UIL.
Nella nota della UIL si parla, riguardo al DL 48/2023, di “pochissimi e confusi interventi” in materia di sicurezza che forse da tempo “erano pronti in qualche cassetto del Ministero del Lavoro”. E si auspica “un’azione mirata per interventi sulle cause reali degli infortuni sui luoghi di lavoro e per la prevenzione delle malattie professionali”. Quali sarebbero le prime cose da fare per affrontare meglio le sfide in materia di salute e sicurezza?
Marco Lupi: Come descritto anche nella Nota, l’Italia è l’unico paese della UE a non aver approvato una Strategia Nazionale di Prevenzione per la Sicurezza sul Lavoro.
Innanzitutto, partirei da qui: serve una volontà politica immediata per mettere insieme attorno ad un tavolo tutti i soggetti interessati, Istituzioni a tutti i livelli e Parti Sociali per definire al più presto questo documento, azione ora indispensabile per fare una reale prevenzione.
Devono essere definite responsabilità dirette, serve razionalizzare e indirizzare le enormi risorse che oggi a vario titolo sono poste in gioco. Serve un’azione sinergica tra i soggetti.
Per finire necessita da parte del Governo una reale volontà di ascoltare le Parti Sociali, al fine di porre in atto quelle soluzioni immediate, ed in certi casi a costo zero, che servirebbero enormemente per ridurre gli infortuni ed incidenti verso l’obiettivo “zero morti sul lavoro”.
Per quanto voi sapete come organizzazioni sindacali sono previste, in sede di conversione del DL in legge, ulteriori modifiche e novità in materia di sicurezza e salute?
M.L.: Al momento non ne abbiamo contezza. Sappiamo ovviamente che tutte le Parti Sociali sono state ascoltate in Parlamento e che tutti hanno presentato varie proposte tramite emendamenti.
Come UIL ovviamente abbiamo fatto lo stesso, speriamo che possano essere recepite alcune nostre proposte migliorative e necessarie.
Qual è la sua opinione sugli interventi per la revisione e l’aumento della sicurezza nei percorsi di alternanza scuola lavoro, oggi PCTO? Sono sufficienti?
M.L.: Dal nostro punto di vista sono interventi ottimi, che vanno nella direzione giusta. In parte sono state accolte le proposte che avevamo presentato dopo il primo (e unico) incontro avuto con la Ministra Calderone sul tema a gennaio scorso.
Non sono però sufficienti, serve una continuità nella azione assicurativa, non solo per un anno, questo lo interpretiamo come una volontà di risparmio e non una azione di prospettiva e di investimento.
Poi servono altre misure, ad esempio azioni che rafforzino la formazione dei tutor aziendali e scolastici per l’alternanza scuola lavoro PCTO.
Rispetto poi al registro nazionale per l’alternanza, riteniamo significativo aver previsto, per le imprese iscritte, alcune condizioni minime, come capacità strutturali, tecnologiche e organizzative, che possano garantire agli studenti e alle studentesse, impegnati nei PCTO, un’adeguata presa in carico, in sicurezza, tuttavia, come avevamo proposto nel nostro documento inviato al Ministero, riteniamo che tra tali condizioni debbano essere inserite anche l’applicazione dei CCNL stipulati dalle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, l’assenza di sanzioni e la presenza obbligatoria del RLS aziendale o del RLST.
Serve inoltre, che vi sia anche il raccordo con le Organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale e/o con gli Organismi Paritetici di espressione delle medesime O.S..
Nella nota si rimarca che sono poche le risorse economiche messe in campo per migliorare le tutele. Quali risorse sarebbero necessarie e in che ambito bisognerebbe utilizzarle?
M.L.: Della scuola abbiamo già parlato. Per il resto vediamo pochi investimenti.
Vista la situazione drammatica in cui ci troviamo purtroppo da diversi anni, anni nei quali vediamo un costante numero di infortuni mortali ed incidenti nel paese, avremmo auspicato in una azione più incisiva.
A partire dal confronto con le Parti Sociali: dopo i roboanti annunci di un incontro ogni 15 giorni fatti dal Ministra a gennaio, dobbiamo denunciare che nulla di tutto questo è avvenuto; solo un primo ed unico incontro il 26 gennaio, poi più nulla.
Oltre ai confronti servono investimenti: non vediamo nessun intervento volto a incrementare i Tecnici della Prevenzione delle ASL - ormai con gli organici ridotti all’osso in tutte le regioni -, con la volontà di ridurre al minimo il Servizio Sanitario e quindi anche la Prevenzione, così come gli Ispettori del Lavoro, troppo poche le assunzioni autorizzate e non tutte completate purtroppo.
La lista potrebbe continuare: ma concludo ribadendo quanto detto prima: serve una Strategia Nazionale unica, con un'unica responsabilità di indirizzo, con la messa in sinergia delle risorse attualmente disponibili e con un adeguato incremento delle stesse vista la drammatica situazione nella quale ci troviamo; non dimentichiamo che i morti e gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali incidono per circa il 3% sul PIL annuale, servono quindi investimenti pesanti per ridurre queste cifre e per puntare realmente a zero morti sul lavoro.
Articolo e intervista a cura di Tiziano Menduto
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Rispondi Autore: raffaele scalese - likes: 0 | 26/05/2023 (10:49:22) |
Articolo di alto profilo. Tuttavia In merito a "Riguardo alle modifiche all’all’articolo 18 del D.Lgs. 81/2008 – dove è aggiunto il seguente periodo “e qualora richiesto dalla valutazione dei rischi di cui all’articolo 28” – “si propone che analoga frase sia aggiunta all’articolo 41, comma 1, lettera a) al fine di chiarire che la sorveglianza sanitaria effettuata dal medico competente in base alla valutazione dei rischi, al di fuori dei casi attualmente previsti esplicitamente dalla normativa vigente, non costituisce violazione dell’art. 5 della Legge 300/1970”. avrei apprezzato una maggiore incisività in riferimento alla necessità di nomina di UN medico competente all'atto della valutazione e non a seguito. Cioè la valutazione dovrebbe essere SEMPRE e COMUNQUE eseguita con il supporto di UN medico Competente. La proposta appare più utile a salvaguardare il MC da eventuali illeciti penali (sicuramente necessaria) che non ad accrescere i contenuti della Valutazione INOLTRE in merito a "Riguardo invece alla modifica dell’articolo 25 del D.Lgs. 81/2008 - il medico competente ‘in occasione delle visite di assunzione, richiede al lavoratore la cartella sanitaria rilasciata dal precedente datore di lavoro e tiene conto del suo contenuto ai fini della formulazione del giudizio di idoneità’ - “occorre chiarire che, nel caso in cui il lavoratore non sia in possesso della cartella sanitaria o comunque non la consegni, è sufficiente che il medico riporti un’annotazione nella nuova cartella”. Una domanda: quante visite di assunzione NON CONTERRANNO questo "chiarimento" ? Avrei apprezzato una maggiore attenzione, invece, a risolvere il problema della disponibilità COSTANTE della catella sanitaria da parte del Lavoratore così che non sia necessario alcun "chiarimento" Grazie |
Rispondi Autore: Sergio Misuri - likes: 0 | 27/05/2023 (13:09:58) |
Ancora una delusione (con rispetto). Si continua a trascurare la causa più ricorrente degli infortuni sul lavoro che, in massima parte, hanno causa (o concausa) nei COMPORTAMENTI IMPRUDENTI (spesso involontari) dei Lavoratori. Le misure di prevenzione "tradizionali", in linea con le prescrizioni del Dlgs 81 e smi, sono utili per quanto riguarda i rischi palesi legati alle “condizioni dei lavori” , ma assolutamente non sufficienti per i rischi residui legati al fattore umano. I Sistemi ISO 45001 sono utili, ma altrettanto insufficienti. La Cultura della Sicurezza (sacrosanta nei suoi obiettivi) ha risultati attesi nel lungo termine. Nel frattempo, si lamentano ogni anno circa 1.000 morti e oltre 4.000 invalidi permanenti gravi, con costi che si aggirano intorno a 50 miliardi di euro (dati INAIL). ANCHE PER le IMPRUDENZE ESISTONO SOLUZIONI POSSIBILI. Da decenni molte prestigiose Organizzazioni (italiane e internazionali) hanno messo a punto e pubblicato Buone Prassi molto efficaci di miglioramento nei COMPORTAMENTI, immediatamente implementabili anche nelle MPMI. Di seguito alcuni dati dichiarati ufficialmente da alcuni degli stessi Enti attori delle Buone Prassi. • ACCIAI SPECIALI TERNI: negli ultimi 5 anni gli infortuni RIDOTTI (nessuno mortale) del 60% • Buona Prassi USL 7 di Siena per cantieri di Casole d'Elsa (BP validata dalla CCP nel 2010): indici di infortuni RIDOTTI DEL 40% rispetto alla media di altri cantieri operanti con procedure tradizionali. • Cantieri per EXPO 215: indici di infortuni RIDOTTI del 23% rispetto alla media del settore edile di Milano nello stesso periodo; infortuni RIDOTTI del 64% rispetto alla media dei cantieri per la TAV e infortuni RIDOTTI del 70% rispetto alla media dei cantieri delle Olimpiadi invernali di Torino nel 2006. Altri dati (pubblicati ufficialmente da prestigiose organizzazioni), riferiti a Buone Prassi di contenuto similare tra loro, concordano tutti verso analoghi risultati di piena efficacia. Nessuno parla di queste alternative (Istituzioni, Pubblica Amministrazione, Associazioni di categoria, Sindacati, Consulenti) Alla luce di questi risultati, considerando l’enorme costo per la Comunità, perché non incentivare le PMI (le più esposte) con piccoli contributi con la speranza di ricavarne significativi riduzione degli infortuni? Perché non incentivare con Premialità nei Pubblici Appalti soluzioni TRACCIATE e migliorative (oltre le prescrizioni di legge) in materia di prevenzione dei RISCHI COMPORTAMENTALI? Questa iniziativa non costerebbe nulla, anzi farebbe intravedere un significativo risparmio economico per la collettività. Invece si incentiva la certificazione della Parità di Genere. Sicuramente lodevole, ma sicuramente di impatto meno drammatico rispetto alle tragedie quotidiane degli infortuni sul lavoro. Buon lavoro (sicura-mente) |