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Cassiere a rischio di sindrome da tunnel carpale?

Una indagine ha valutato se il lavoro alle casse dei supermercati espone i lavoratori a fattori di rischio di tipo biomeccanico per l’arto superiore.

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Il lavoro alle casse dei supermercati espone i lavoratori a fattori di rischio di tipo biomeccanico per l’arto superiore.

Lo sostiene una indagine, realizzata dall’Azienda Ospedaliera di Bologna Policlinico Sant’Orsola-Malpighi in collaborazione con la locale Università, che ha valutato la prevalenza di Sindrome del tunnel carpale (STC), dovuta alla compressione del nervo mediano al polso, in un gruppo di cassiere, rispetto ad un gruppo insegnanti di scuole materne.
Lo studio è stato pubblicato sul Giornale Italiano di medicina del Lavoro ed Ergonomia.

Le cassiere che hanno fatto parte del campione svolgevano attività di cassa con laser scanner per tutto il turno di lavoro (tempo pieno o part time).

Le lavoratrici sono state sottoposte ad un colloquio clinico volto principalmente alla ricerca di sintomi indicativi di Sindrome del tunnel carpale e ad uno studio di conduzione nervosa del nervo mediano condotto bilateralmente.

La valutazione del rischio biomeccanico per gli arti superiori è stata effettuata attraverso il metodo pubblicato dall’American Conference of the Governmental Industrial Hygienists. Il livello di attività manuale presente nella mansione di cassiera è risultato prossimo al valore limite di esposizione (TLV).

La mansione di insegnante non presentava un’esposizione significativa a fattori di rischio biomeccanico per l’arto superiore.

L’indagine ha indicato che la prevalenza di sintomi e di casi di Sindrome del tunnel carpale è risultata maggiore nelle cassiere rispetto al gruppo di controllo e, considerando le cassiere impiegate a tempo pieno, anche ai dati pubblicati nella popolazione generale.

I ricercatori hanno, quindi, concluso che il lavoro alle casse dei supermercati espone i lavoratori a fattori di rischio di tipo biomeccanico per l’arto superiore, a causa dell’elevata ripetitività insita nel compito lavorativo e della frequente assunzione di posture incongrue.

L’indagine evidenzia inoltre una correlazione tra la comparsa dei disturbi e l’entità dell’esposizione lavorativa.
L’indagine è consultabile qui.

 

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