ESPOSIZIONE PROFESSIONALE ALLA SILICE LIBERA CRISTALLINA

Nel sito della rivista Lavoro e Salute a cura delle Regioni Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Marche e Provincia Autonoma Di Trento, è disponibile una linea guida per la sorveglianza sanitaria, le metodiche di analisi e le misure di prevenzione e protezione nell’esposizione professionale alla silice libera cristallina.

La linea guida è ancora allo stadio di materiali preparatori ed è uno dei documenti prodotti dal Network Italiano Silice (NIS) alla fine di un lungo lavoro di gruppo al quale hanno partecipato ricercatori-operatori dell'INAIL, dell'ISPESL dell'ISS e del Coordinamento delle Regioni, comprendenti vari contributi riguardanti la normativa, l’epidemiologia, il repertorio rischio silice nei comparti, l’igiene industriale e la sorveglianza sanitaria.

Tali documenti costituiscono quindi una fase preparatoria per la successiva stesura di Linee guida dedicate all’esposizione professionale di silice libera cristallina. Sui loro contenuti si è aperto, quindi, un confronto che potrà essere tradotto in note di critica e di approfondimento da inviare al coordinatore del NIS Angelo Giovanazzi, (angelo.giovanazzi@apss.tn.it).

La silicosi, la terribile piaga che nel passato e fino a pochi decenni fa ha accompagnato lo sviluppo industriale ed economico del nostro paese, è quasi del tutto debellata. Ma è ancora lontana dall'essere vinta, in Italia come in Europa, la battaglia contro un altro grande rischio che incombe su chi è esposto a causa del lavoro alla silice libera cristallina: il cancro al polmone.

Infatti già dal 1997 l'Agenzia internazionale di ricerca sul cancro ha dichiarato la silice libera cristallina cancerogena per l’uomo. Nell’ottobre del 2002 è stato creato il Network Italiano Silice, a cui aderiscono Regioni, Province, Inail, Ispesl, Istituto Superiore di Sanità, Asl e centri di ricerca scientifica, con lo scopo di intervenire in un settore della prevenzione che non presenta a livello europeo la necessaria completezza e chiarezza normativa.