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Le immagini dell’insicurezza
Trento, 16 Nov - Nei giorni scorsi, per l’ennesima volta, all’interno di una scuola piemontese vi è stato il crollo di un controsoffitto. Episodi di questo tipo si susseguono con una frequenza preoccupante e naturalmente il dibattito sulla sicurezza delle strutture scolastiche non fa altro che evidenziare le notevoli carenze che tale patrimonio edilizio presenta.
Durante il servizio giornalistico - andato in onda su un tg nazionale - nel quale viene correttamente stigmatizzata una situazione notevolmente preoccupante riguardo alle strutture che ospitano le scuole, vengono presentate le immagini dei sopralluoghi effettuati dopo il crollo del controsoffitto.
Nelle immagini si vedono alcuni operai e tecnici che nel corso delle verifiche si posizionano su un trabattello il cui montaggio non è certamente realizzato a norma, vengono spinti dai colleghi lungo i corridoi della scuola, salgono su piani di lavoro a rischio caduta dall’alto.
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Ecco allora che da tale sequenza di lavoro abbiamo pensato di estrapolare alcune immagini ed in particolare ci vogliamo soffermare su alcuni aspetti:
- Il primo riguarda la cattiva abitudine di considerare il ponte su ruote (trabattello) come un mezzo di trasporto di cose e persone. Si sale e qualcuno ci spinge nelle varie posizioni di lavoro.
Ricordiamo a tal proposito che l’art. 140 (Ponti su ruote a torre) del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. al comma 6 prescrive che i ponti, esclusi quelli usati nei lavori per le linee elettriche di contatto, non devono essere spostati quando su di essi si trovano lavoratori o carichi;
- Il secondo riguarda le modalità di montaggio del ponte su ruote. Considerando che il trabattello è una struttura progettata e costruita secondo precise specifiche tecniche e può essere montato solo ed esclusivamente secondo gli schemi tipo del produttore, nella foto 02 rileviamo invece che alcuni elementi del trabattello non sono certamente posizionati come riportato dalle istruzioni obbligatorie fornite dal fabbricante, ma risultano sistemati in modo non corretto. In questo modo la struttura non è completa (le spalle laterali non sono vincolate superiormente) ed inoltre l’impalcato di lavoro risulta essere privo dei parapetti (ok, forse siamo al limite dei due metri, ma questo non cambia il senso del ragionamento).
- Il terzo ed ultimo aspetto riguarda l’operatore che, pur in presenza di una situazione che vedeva il rischio di crollo dei controsoffitti, nonché la presenza di ostacoli e comunque situazioni a rischio di urto del capo – eseguiva la propria attività senza l’utilizzo dei d.p.i. di protezione del capo stesso.
Considerazione finale: certamente la quota di lavoro non era particolarmente elevata, probabilmente vi era una discreta urgenza nell’effettuare le verifiche, presumibilmente il rischio di infortunio non era elevato, sicuramente – ancora una volta – si deve rilevare la difficoltà nel rispettare le norme di sicurezza.
Farina Geom. Stefano, Responsabile Nazionale Comitato Costruzioni di AiFOS
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
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