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RLS e prevenzione

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Lavoratori

06/11/2003

La Regione Toscana ha condotto un'indagine per capirne il ruolo e la preparazione.

Il Decreto Legislativo 626/94 ha istituito in tutte le aziende la figura del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza.
Ma gli RLS come vivono questo ruolo in azienda? Qual è il loro grado di preparazione e lo spazio di azione?

A questi ed alti quesiti ha voluto dare risposta la Regione Toscana attraverso una indagine su 974 RLS di aziende toscane appartenenti a tutti i settori produttivi, in particolare grandi aziende e pubblico impiego.
Dallo studio è emerso che l’RLS è presente nel 62% delle aziende toscane; nell’82,4% dei casi il ruolo è coperto da uomini e l’età media è 43 anni.
Tre su quattro sono a conoscenza del documento di valutazione dei rischi e sono stati consultati nel processo di valutazione, ma oltre la metà (il 55%) ritiene che esistano altri rischi non valutati dall’azienda.
Solo uno su tre viene messo a conoscenza delle misure adottate dall’azienda per ridurre i rischi.
Nelle aziende con più di 15 dipendenti quasi 8 su 10 Rls partecipano alla riunione annuale di prevenzione e protezione dai rischi, una percentuale che scende al 49% nelle aziende sotto i 15 dipendenti. Solo 2 su 3 sono consultati sistematicamente sui problemi di sicurezza e igiene del lavoro.

Riguardo alla formazione il 78% ha partecipato a corsi di formazione per una media di 31 ore, ma in 4 casi su 10 la durata dei corsi è stata inferiore alle 32 ore previste dalla legge.

Ma cosa pensano gli RLS sullo stato di applicazione del D. Lgs 626/94?
Il 37% ritiene che sia applicata solo burocraticamente e solo il 50% ritiene che sia uno strumento efficace per la sicurezza.

L’indagine della Regione ha preso inoltre in esame come gli RLS vivono il loro ruolo.
Il 77% degli RLS intervistati pensa di poter incidere sul miglioramento delle condizioni di lavoro, confortati in questo dal riconoscimento che viene dai loro compagni di lavoro in 3 casi su 4, mentre per il 21% degli intervistati, questo riconoscimento non esiste.

Oltre la metà di loro (56%) afferma di disporre di un’ora a settimana per svolgere il ruolo di rappresentante per la sicurezza. Nel 69% dei casi non hanno mai richiesto l’intervento dei servizi di igiene e prevenzione delle Asl. Quando questo intervento c’è stato (209 casi) ha soddisfatto le aspettative del Rls nel 56% dei casi, mentre il 38% si è dichiarato non soddisfatto.

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