Infortuni sul lavoro in lieve calo
Meno infortuni sul lavoro, ma il il calo è lieve e meno significativo rispetto agli anni scorsi. Se nel 2002 si sono verificati nei luoghi di lavoro italiani il 3% di infortuni in meno rispetto all’anno precedente, tra il 2002 ed il 2003 il decremento è stato solo dell’1,5% e tra il 2003 ed il 2004 il calo si è ridotto all’1,1% (da 977310 casi a 966568).
Ciò significa che nel 2004 in Italia ogni ora, domeniche comprese, si sono verificati 110 infortuni, mentre nel 2003 se ne sono verificati 111 ogni ora.
Un andamento confermato anche dai tassi di incidenza (infortuni denunciati ogni 100 occupati); si è passati da 47,4 nel 2001 a 45,3 nel 2002 (-4,4%), 43,9 nel 2003 (-3% rispetto all’anno precedente) a 43,1 nel 2004 (-1,8% rispetto all’anno precedente).
In lieve calo anche gli infortuni mortali, dato tuttavia provvisorio.
La situazione emerge dal Rapporto Annuale Inail 2004 presentato ieri a Roma, che evidenzia un calo degli infortuni nel settore dell’industria e dei servizi (869.629 , -1,2% rispetto al 2003) e nell’agricoltura (69.089; -3,2% rispetto al 2003).
Aumentano invece gli infortuni che hanno riguardato i dipendenti dello Stato (27.850; +9%), i lavoratori over 65 (+5,7% nell’industria e nei servizi) le donne (+1,5%), gli extracomunitari (115883; +5%). In aumento, anche, il numero degli infortuni tra i lavoratori della sanità e dei servizi sociali, che sono passati dai 32.896 casi del 2003 ai 33.095 del 2004.
Riguardo extracomunitari, i dati provvisori sugli infortuni mortali evidenziano un aumento da 161 a 167 casi. “Va detto – precisa l’Inail - che nell’anno 2004 i lavoratori stranieri assicurati presso l’INAIL sono stati quasi 1 milione 800mila, il 5% in più rispetto al 2003, il 25% in più rispetto al 2002 e quasi l’80% in più rispetto al 2000”.
Considerando le fasce di età, sono 9.491 i lavoratori giovanissimi colpiti da infortuni sul lavoro nell’anno 2004. Nella categoria fino a 17 anni nello scorso anno si è registrato un più marcato calo degli infortuni, che sono diminuiti del 13,2%, passando da 10.930 del 2003 a 9.491 del 2004.
Riguardo alla tipologie degli infortuni, si evidenzia un aumento degli infortuni in itinere (avvenuti nel tragitto casa-lavoro e viceversa) passati da 78.500 del 2003 a 82.500 del 2004.
I settori più colpiti sono stati quello dell’industria manifatturiera (26,2%), delle costruzioni (17,9%) e del commercio (12,3%). E tra questi il settore delle costruzioni è quello che vede il maggior numero di infortuni con esito mortale (25,4% del totale), seguito dall’industria manifatturiera (17,7%) e dai trasporti (16,4%).
“In questo quadro – afferma l’Inail - l’Italia appare leggermente al di sotto della media europea. Nel 2002, infatti, sono stati rilevati 3.387 infortuni per 100mila occupati, contro la media di 3.536 per i paesi dell’Unione e di 4.054 per i dodici Stati in zona euro. Nello stesso anno in Germania e in Francia si sono registrati, rispettivamente, 4.082 e 4.887 casi di infortunio per 100mila occupati. Tra i paesi più virtuosi l’Irlanda (1.204 casi) e la Svezia (1.347). Ultima in classifica la Spagna con 6.728 infortuni”.
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