Indagine nazionale sugli incidenti gravi e mortali
Un’indagine su 2.541 infortuni sul lavoro per comprenderne le cause e le dinamiche.
INAIL, Ispesl, Regioni e Province autonome hanno diffuso i risultati del “Progetto di indagine nazionale integrata sugli infortuni mortali e di elevata gravità”. L’indagine, basata sulle informazioni raccolte dai Servizi di prevenzione delle Asl e dalla sedi territoriali dell’INAIL in occasione di inchieste aperte a seguito di incidenti sul lavoro, nasce da un accordo sottoscritto nel luglio 2002 per la costruzione di un Sistema informativo integrato.
In particolare gli obiettivi del progetto sono la conoscenza delle cause e delle dinamiche infortunistiche al fine di ricavarne indicazioni utili per iniziative di prevenzione e per attivare un Sistema istituzionale di sorveglianza degli infortuni mortali e un Osservatorio – organizzato con la collaborazione delle parti sociali – che funzioni sia a livello nazionale che territoriale.
Le informazioni diffuse dall’Inail riguardano 2.541 incidenti gravi e mortali verificatisi tra gennaio 2002 e dicembre 2004. Dall’analisi dei dati emerge che più dell’85% degli infortuni mortali e del 70% di quelli gravi colpiscono i lavoratori delle microimprese, cioè delle aziende fino a 9 addetti. Inoltre, gli infortuni in questione hanno interessato ben 39 nazionalità oltre – naturalmente – quella italiana. Ma – come l’indagine mette in rilievo – esistono alcune categorie particolarmente colpite dagli infortuni gravi: si tratta dei lavoratori immigrati e di quelli alle soglie della pensione o anche al di là dell’età del “normale” pensionamento. Un aspetto quest’ultimo che si verifica soprattutto nel settore delle costruzioni.
Poco meno del 60% degli incidenti mortali analizzati ha riguardato lavoratori dipendenti, ma il 5,5% degli infortunati era certamente irregolare e il 3,5% era in pensione. A ciò va aggiunto che oltre l’11% degli infortuni mortali rilevati nei 3 anni dell’indagine si è verificato nei primi sette giorni di lavoro all’interno dell’azienda. E la principale spiegazione di una tale coincidenza va probabilmente cercata nella regolarizzazione “postuma” di un rapporto di lavoro precedentemente irregolare. Questo dato riguarda in particolare il settore delle costruzioni: gli eventi mortali nei primi sette giorni di lavoro in questo settore riguardano il 16,4% di casi rispetto all’11,6% dell’insieme di tutte le attività, al 9,6% dei trasporti e all’8,2% delle attività manifatturiere.
Se si vanno, invece, a guardare le cause dirette degli infortuni si scopre che il 26,4% degli incidenti gravi e mortali è determinato dalle cadute dall’alto, il 15,1% dalla caduta di oggetti sugli infortunati, il 12,7% dalla perdita di controllo di mezzi di trasporto, il 5,5% dalla caduta o crollo di oggetti posti sotto gli infortunati, il 4% da perdita di controllo di macchinari, il 3.3% da contatti elettrici diretti.
Inoltre – secondo l’indagine – nell’80% degli infortuni l’incidente si verifica in situazioni lavorative particolarmente deteriorate, dove a provocare il danno è l’energia direttamente accessibile da parte del lavoratore. Questo tipo di situazione può verificarsi in presenza di organi non adeguatamente protetti, di fiamme libere, di conduttori privi d’isolamento o con isolamento difettoso, di contenitori di sostanze fortemente irritanti o caustiche aperti e non segregati. Ma questi pericoli – sottolinea l’indagine – potrebbero essere prevenuti grazie ad un’accurata valutazione dei rischi ed alla conseguente adozione di adeguate misure di sicurezza.
Fonte: Inail.
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