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2500: un modo diverso di promuovere la cultura della sicurezza

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Cosa può succedere se dei professionisti, che si occupano tutti i giorni dell’anno di assistere le aziende nella messa a norma delle linee di produzione e dell’organizzazione del lavoro, se si rendono conto che per quanti sforzi facciano, per quanta buona volontà e passione ci mettano i risultati sono comunque scarsi, non esaltanti o alcune volte addirittura deludenti? Dovrebbero pensare che alla fine il loro lavoro è poco utile o efficace? Che la prevenzione è un’utopia? Non necessariamente: qualcuno di questi ad un certo punto si è posto la domanda di cosa si potrebbe fare di più.
E da un confronto tra quello che “sarebbe bello” e quello che “si può fare” è nata l’idea di produrre un cortometraggio che servisse a far toccare con mano a tutti quelli che non sono mai stati invischiati nei drammi e nelle problematiche connesse con gli infortuni sul lavoro cosa sostanzialmente significa.
 
Il cortometraggio 2500 (formato AVI).


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Il progetto è stato realizzato da professionisti del lavoro che si occupano quotidianamente di rischi lavorativi, che hanno pensato di rappresentare delle scene di vita reale vere o verosimili nelle quali si potessero vedere esperienze di situazioni quotidiane.
 
Ecco allora prendere vita tre storie parallele di lavoratori semplici, dall’insegnante dell’istituto superiore alle prese con i costi e le complicazioni dei confronti nell’ambito di un processo penale, al macellaio scrupoloso, all’operaio della falegnameria che fa un lavoro svolto mille altre volte.
 
Sono scene di comune vita lavorativa, rappresentative della totalità del mondo del lavoro, identificate da giovani che si vedono compromesso il futuro per una leggerezza o per inesperienza o per superficialità. Il dramma delle conseguente viene rappresentato in modo efficace, ma non cruento, in modo da trasmettere delle sensazioni, stimolare riflessioni e chissà se anche a prevenire futuri incidenti.
 
Pochi bravi attori professionisti, che hanno conservato un linguaggio geograficamente ben collocato anche per dare attualità ad una realtà lavorativa del nord est che comunque è rappresentativa della piccola e media azienda italiana, riescono a creare una suspense che si sviluppa con un crescendo scadenzato da una colonna sonora incalzante ed un contatore che si arresta al numero 2500: il numero degli infortuni ogni giorno in Italia.
 
La cifra spaventa e sbalordisce contemporaneamente per l’entità e per quanto sia inaspettata.
La presentazione del cortometraggio, che è stato realizzato per essere distribuito gratuitamente, ha visto diverse tavole rotonde alle quali hanno partecipato gli organi istituzionali competenti e coinvolti nella prevenzione del lavoro, dall’INAIL, alle ASL, alle rappresentanze sindacali alle associazione di datori di lavoro.
 
Da tutte la parti è arrivato un plauso ad una iniziativa privata senza fini di lucro, ma nata dal desiderio di fare di più, qualcosa di utile che possa contribuire a migliorare le condizioni di lavoro. Anche i datori di lavoro concordano sull’utilità e l’opportunità.
 
Resta questa una delle innumerevoli iniziative che sono fatte e che devono essere portate avanti per mantenere alta l’attenzione sul problema della salute nell’ambito del lavoro.
 
Davide Biasco
 
Il progetto stato realizzato grazie a Polistudio Spa.
 




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