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Il rischio stradale: le strade meno sicure in Italia

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Sicurezza stradale

06/03/2008

Dall’Aci e dall’Istat alcuni dati relativi alle zone di maggior pericolosità della rete stradale italiana. Ai primi posti le strade Romea, Pontina e Pontebbana.

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I dati degli incidenti stradali, raccolti dall’Istat, sono stati spesso ingenerosi con il nostro paese. Nel 2006 si sono verificati in Italia 652 incidenti che hanno provocato 16 morti e 912 feriti: un numero di incidenti stradali per milione di abitanti praticamente doppio rispetto ad altri paesi come la Gran Bretagna, l’Olanda o la Svezia.
 
I problemi alla base di questi dati li conosciamo tutti: il controllo della velocità, la guida in stato di ebbrezza o comunque distratta, la scarsa manutenzione delle vetture, il non rispetto delle norme stradali ...
 
Ma forse non siamo sufficientemente consapevoli che gli incidenti che riguardano le autostrade sono solo una piccola parte del totale degli incidenti. La grande maggioranza di questi avviene sulle strade urbane ed è poi sulle strade extraurbane che è maggiore il rapporto tra incidenti e decessi (nel 2006 6,1 morti ogni 100 incidenti).
 
Ma quali sono le strade statali più pericolose in Italia?
Ci risponde l’Aci che insieme all’Istat ha realizzato, e recentemente pubblicato, il volume “Localizzazione degli incidenti stradali 2006”.
Questa pubblicazione prende in rassegna ogni strada italiana superiore ai 100 Km determinando un indice di pericolosità che tiene conto:
- del rapporto tra numero di incidenti e lunghezza in chilometri (densità degli incidenti stradali);
- del rapporto tra numero di morti e numero di incidenti (pericolosità).
 
 

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I risultati?
Ai primi posti si trovano la Romea (SS 309) con un indice di pericolosità di 0,17 (la densità è di 1,70), la Pontina con un indice di 0,1545 (densità: 3,09) e la Pontebbana con un indice di 0,116 (densità: 2,32). Seguono la Statale del Lago di Como e dello Spluga, Padana Superiore, Statale della Valsugana, Silana Crotonese, Orientale Sicula, Adriatica e Postumia.
 
Per concludere è necessario ricordare che nel Libro Bianco del 13 settembre 2001 l’Unione Europea aveva fissato un obiettivo ambizioso, ovvero dimezzare il numero di morti sulle strade entro il 2010.
 
Da questo obiettivo in Italia, ma anche in molti altri paesi europei, siamo molto distanti. Speriamo che almeno l’aver individuato i luoghi di maggior rischio in Italia possa aiutarci a mettere in atto tutte quelle forme di prevenzione e organizzazione necessarie ad arrivare al 2010 almeno con una riduzione degli incidenti e dei morti sulle strade superiore al 30%.
 
È possibile consultare i risultati della ricerca Aci/Istat relativa alle strade più pericolose divisa per province (formato PDF, 173 Kb).


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