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Cinque operai morti intossicati in un'autocisterna per il trasporto di polvere di zolfo
Nota di redazione del 04.04.08: indagini successive all’infortunio,hanno suggerito che il responsabile dei decessi potrebbe essere stato il contatto dello zolfo con qualche altra sostanza o detergente utilizzati per la pulizia dell’autocisterna che può aver sprigionato i gas tossici che hanno saturato l’ambiente, facendo perdere immediatamente conoscenza agli operai e impedendogli di raggiungere l’uscita della cisterna.
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Rispondi Autore: Antonio Cutrona ![]() | 04/03/2008 (09:27) |
Ancora una volta , in troppo breve tempo, dobbiamo occuparci di una strage “da lavoro”. A caldo, frullano in testa : sottovalutazione, disinteresse, superficialità; come si possono spiegare altrimenti accadimenti così tragici e così combattuti nelle stanze degli addetti ai lavori? Abbiamo una sequela i leggi e norme specifiche minuziose e precise, con buona pace di che sembra svegliarsi in un deserto e vuole realizzarvi un sistema nuovo o innovativo. E’ vero che abbiamo bisogno di una architettura normativa unificata, armonizzata ed innovata. E’ altrettanto vero che nulla si può contro la non consapevolezza o peggio contro la mancanza di volontà. Manca la “cultura della sicurezza”, come se non fosse bisogno primario di individui e società. Si vuole evitare di “perdere tempo”, sottraendolo alla più concreta produzione ad ogni costo, come se ciò non significasse “perdita di vite”. Si vogliono evitare aggravi e costi sulle piccole imprese, il più gran numero di imprese in Italia, consentendogli, per esempio, la gestione diretta del datore di lavoro della sicurezza in azienda, come se ciò non fosse una scorciatoia verso la sottovalutazione e quindi l’assenza di ogni sicurezza. La situazione di lavoro degli ambienti confinati, cisterne o altro, è ben chiara a chi si occupa di queste cose con professionalità, come chiare sono le misure e gli accorgimenti da porre in atto o le protezioni da attuare ed i dispositivi da utilizzare. Perché dunque l’avventurarsi, si direbbe superficialmente se non ci fossero coinvolte le vittime, senza un attimo di riflessione sulle cose da fare per tornare a casa sereni dopo il lavoro? Perché forse ci si fida di sé oltre il limite della consapevolezza del rischio che si corre: mancanza di formazione e cultura! Come pure lo slancio eroico di coinvolgersi nel tentativo di salvare il compagno, contravvenendo al principio basilare di evitare l’aggravamento dell’incidente, corrisponde a questo quadro di carenza di conoscenza ed addestramento. Facciamole le leggi, semplifichiamo ma solo la burocrazia, le farragini. Unifichiamo e semplifichiamo le letture, le modalità applicative. Esaltiamo e sottolineiamo le professionalità, le specificità, le consapevolezze; snelliamo e responsabilizziamo gli interventi correttivi; intensifichiamo i controlli semplificandoli ed unificandoli, oltre a renderli concretamente possibili con adeguata destinazione di risorse materiali, gestibili, oltre che umane; sanzioniamo ed espelliamo dal contesto civile gli ottusi ed i riottosi causa di sciagure e lutti. Per concludere, chi ama questo lavoro non può e non vuole più pensare ad aziende senza sistema di sicurezza armonizzato con il sistema produttivo, come componente essenziale e costitutiva dello stesso. Solo così si potranno evitare situazioni di dolore, lutto e sconfitta come quelle su cui oggi stiamo riflettendo, con l’emozione ed il pensiero alle vittime ed ai familiari che mai potranno consolarsi delle perdite subite, quali e quante fossero le solidarietà. Antonio Cutrona Socio AIFOS - FIRAS |
Rispondi Autore: eugenio ![]() | 04/03/2008 (16:30) |
Ho notato dalle foto sui quotidini che la autocisterna porta la targa di segnalazione del trasporto 33-1203 che indica contenuto benzina. Quindi se avesse avuto un incidente trasportando il carico altamente pericoloso di polvere di zolfo i VVF eventualmente intervenuti non avrebbero avuto la corretta indicazione immediata sul contenuto trasportato Avrebbe dovuto avere una targa con codice 66-xxxx. |