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Appalti sicuri e…bocciati
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Il Governo boccia la legge della Regione Toscana sulla sicurezza e la trasparenza degli appalti pubblici.
Nella seduta del 7 settembre 2007 sono state impugnate alla Corte Costituzionale dal Governo alcune parti della legge regionale del luglio scorso che disciplina i contratti pubblici di appalto aventi ad oggetto i lavori, le forniture e i servizi, stipulati ed eseguiti sul territorio regionale, il cui affidamento sia di competenza della Regione e di altre realtà a livello regionale.
In una nota rilasciata al quotidiano “Prima pagina” il vicepresidente della Regione Toscana Federico Gelli ha così commentato la decisione:“Ci opporremo all’impugnazione alla Corte Costituzionale da parte del Governo della legge regionale sugli appalti. Una decisione presa malgrado la volontà manifestata dal governo di portare avanti una collaborazione con noi per superare i presunti profili di incostituzionalità della legge. Adesso, però, è indispensabile che alle dichiarazioni di buoni intenti seguano fatti concreti, cioè l’adozione in tempi brevi di norme nazionali a favore della tutela dei lavoratori e del lavoro , che permettano anche di sanare le presunte incostituzionalità della legge regionale “.
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“Negli incontri avuti con il Governo – ha proseguito Gelli - era stato comunque espresso apprezzamento per i principi posti a fondamento della legge toscana e da parte mia ne era stato sottolineato il carattere fortemente innovativo e l’ obiettivo di creare un sistema di governance dei contratti di appalto, adeguato alle esigenze di tutela del lavoro, di rispetto dei contratti e della sicurezza dei lavoratori. Dopo la decisione del Consiglio dei Ministri – conclude Gelli – e in attesa del giudizio della Corte Costituzionale, il governo deve sentirsi impegnato ad affrontare tutte quelle questioni aperte a cui la nostra legge già dava soluzioni”.
La legge regionale contiene importanti disposizioni a tutela della sicurezza e regolarità del lavoro; ad esempio tra le cause di risoluzione del contratto vi sono: le gravi violazioni delle prescrizioni contenute nei piani di sicurezza, oppure la mancata cooperazione tra le imprese presenti in cantiere all’attuazione delle misure di prevenzione e protezione dai rischi sul lavoro incidenti sull’attività lavorativa oggetto dell’appalto.
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