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L’inquinamento aumenta il rischio di infarto

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Informazione, formazione, addestramento

24/07/2007

Le polveri sottili favoriscono l’insorgere di arteriosclerosi e infarto. Alcuni dati presentati al secondo simposio internazionale Accent, in corso ad Urbino.

L’inquinamento aumenta il rischio di infarto

Le polveri sottili favoriscono l’insorgere di arteriosclerosi e infarto. Alcuni dati presentati al secondo simposio internazionale Accent, in corso ad Urbino.

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L’aumento in atmosfera di polveri sottili (PM10) e ultrasottili (PM 2.5) comporta un incremento delle patologie cardiovascolari, della mortalità ad esse correlata ed un incremento di casi di tumore al polmone. L’atmosfera cambia, e con essa la nostra salute.

Recenti studi in questo campo sono presentati nell’ambito del secondo simposio internazionale Accent “I cambiamenti climatici e la variazione della composizione dell’atmosfera”, in corso a Urbino fino al 27 luglio.

L’evento, organizzato dal CNR e dal Network Europeo Accent (Atmospheric composition change: the european network of excellence), è dedicato alle cause dei mutamenti nella composizione dell'atmosfera e alla comprensione del loro impatto su clima, qualità dell'aria, ecosistemi e salute umana, al fine di promuovere una comune strategia europea.

Numerosi gli studi che suggeriscono la necessità di contenere l’aumento delle polveri sottili nelle nostre città, a salvaguardia della salute.
“Ogni aumento di 10 microgrammo/m3 di PM 2.5 (polveri di diametro inferiore a 2.5 micron) comporta un incremento del 24% di incidenza di eventi cardiovascolari collegati all’arteriosclerosi e un incremento del 76% di morte per patologie cardiovascolari”, spiega Francesco Forastiere presidente del Comitato Ambiente e salute della European Respiratory Society - “Questo studio condotto negli Usa e pubblicato sul New England Journal of Medicine è confermato da un esperimento che mostra come ratti esposti all’aria di New York sviluppino arteriosclerosi molto più velocemente, e da altri studi epidemiologici condotti in varie parti del mondo.
L’American Cancer Society ha analizzato un campione di circa 500.000 adulti dal 1982 al 1998: ogni aumento di 10 microgrammo/m3 di PM 2.5 è associato ad una maggiore mortalità per tumori del polmone (+6%), malattie cardiovascolari (+9%) e respiratorie (+14%).
Uno studio effettuato a Los Angeles riporta un aumento del 17% della mortalità per ogni incremento di 10 microgrammo/m3 di PM 2.5. Studi europei confermano questi dati”.

Eppure il peggioramento della qualità dell’aria delle città potrebbe essere “superrato” a colpi di…legge.
La European Respiratory Society è allarmata di fronte alla proposta di legge al vaglio dell’UE per l’innalzamento delle soglie limite per PM10 e PM2.5.

“Per PM 2.5 e PM 10 è stata indicata dall’Organizzazione mondiale della sanità un valore guida rispettivamente di 10 e 20 microgrammo/m3. Per dare un’idea, le grandi città italiane hanno valori intorno ai 40-45 microgrammo/m3 per il PM 2.5 e 225-230 per il PM 10”, - ha affermato Francesco Forastiere. - “Il paradosso è che a fronte delle raccomandazioni dell’Oms verrà votata a breve dal Parlamento europeo la proposta di una nuova legislazione volta a portare il limite per PM 2.5 a una concentrazione di 25 microgrammo/m3 e per PM 10 a 40 microgrammo/m3. Valori decisamente troppo elevati: secondo la European Respiratory Society, l’approvazione di questa nuova direttiva europea costituisce un grave passo indietro nella politica ambientale della Ue”.

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