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INAIL: latenti e spesso mortali, e' allarme per le malattie professionali

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Sorveglianza sanitaria, malattie professionali

14/10/2009

In controtendenza rispetto al calo ormai strutturale degli infortuni, le patologie da lavoro sono cresciute in un biennio dell'11%: un fenomeno insidioso e difficilmente quantificabile anche a causa dei lunghi periodi di incubazione.

INAIL: latenti e spesso mortali, e' allarme per le malattie professionali

In controtendenza rispetto al calo ormai strutturale degli infortuni, le patologie da lavoro sono cresciute in un biennio dell'11%: un fenomeno insidioso e difficilmente quantificabile anche a causa dei lunghi periodi di incubazione.

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E' un aumento percentuale a due cifre - l'11% in più nel corso dell'ultimo biennio - quello registrato dall'andamento delle malattie professionali in Italia. Nel 2008 le denunce pervenute all'INAIL hanno raggiunto quota 29.704: mille in più rispetto al 2007 (+3,2%), anno che aveva già registrato a sua volta un incremento di ben 2mila casi sull'anno precedente (+7,4%). A fronte, dunque, di una flessione ormai consolidata dei casi mortali, le patologie professionali nel nostro Paese procedono in controtendenza: un dato - si sottolinea nel Rapporto Annuale 2008 dell'INAIL - che non va genericamente imputato a un peggioramento delle condizioni di salubrità negli ambienti di lavoro; piuttosto all'emersione del fenomeno e alla maggiore sensibilità verso un problema in precedenza spesso sottovalutato.
 
 
 
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Le patologie più diffuse
Entrando nello specifico delle cifre, la quasi totalità dei casi denunciati (il 93%, pari a 27.539 domande) riguarda il settore dell'industria e dei servizi; i casi restanti si dividono, invece, in 1.817 domande relative al comparto agricolo e 348 tra i dipendenti del conto Stato. La sordità si conferma la malattia professionale più diffusa (5.700 casi, il 20% sul totale nel 2008), pur con un'incidenza che diminuisce progressivamente. Tra le patologie emergenti si segnalano, in particolare, quelle che colpiscono l'apparato muscolo-scheletrico: le denunce per tendiniti (oltre 4mila) e le affezioni dei dischi invertebrali (circa 3.800) sono, infatti, più che raddoppiate nell'ultimo lustro. Numericamente rilevanti sono anche le denunce per artrosi (circa 1.900 casi) e per sindrome del tunnel carpale (circa 1.500). Particolare importanza, inoltre, stanno assumendo i disturbi psichici lavoro-correlati (nell'ultimo quinquennio hanno toccato i circa 500 casi l'anno, in larga parte individuati come "mobbing"). Un fenomeno a sé è rappresentato, infine, dall'asbestosi* (600 casi): una patologia drammatica e particolarmente sfuggente che - come verrà specificato successivamente - presenta periodi di latenza di anche quaranta anni (secondo le stime il picco di manifestazione sarà raggiunto intorno al 2025).
 
 Dati di sintesi del rapporto annuale

 
Tanti gli indennizzi per menomazioni permanenti
Una differenza sostanziale (quanto naturale) contraddistingue gli infortuni sul lavoro dalle malattie professionali: se gli indennizzi, per i primi, riguardano essenzialmente inabilità temporanee (95% sul totale), per le seconde, invece, sono relativi a menomazioni permanenti (80%). Questa peculiarità è dovuta alla natura stessa dei due eventi lesivi: un infortunio, infatti, è accidentale e traumatico (ma ha maggiori possibilità di guarigione), una patologia è più insidiosa e, la maggior parte delle volte, gravemente minante per il fisico. Non a caso l'incidenza dei casi mortali sul complesso degli indennizzati è molto più elevata tra i tecnopatici che non tra gli infortunati: al punto da fare ritenere che siano le malattie, più che gli incidenti di per sé (come già detto, ormai stabilmente in calo negli anni), la reale "piaga sociale" che affligge il mondo del lavoro.
 
Tabella malattie professionali
clicca sull'immagine per ingrandirla
 

 
 
 
I tumori: un nemico subdolo e difficilmente quantificabile
Citando il Rapporto Annuale del 2008 dell'INAIL: "Una valutazione realistica dei casi mortali da malattia professionale richiede necessariamente una visione prospettica di lungo periodo in considerazione del fatto che, ad esempio, i 280 decessi relativi al 2008, risultanti alla data di rilevazione del 30 aprile 2009, sono destinati inevitabilmente ad aumentare. E questo non solo per effetto di casi ancora in corso di definizione, ma anche e soprattutto in considerazione delle caratteristiche di latenza di alcune patologie, che possono portare alla morte anche dopo molti anni dall'esposizione al rischio, dalla contrazione o dalla manifestazione della patologia".
 
Analizzando i decessi per malattie professionale, i tumori rappresentano complessivamente, in media, circa il 90% delle malattie professionali letali indennizzate dall'INAIL e addebitabili per lo più alla causa "storica": l'asbesto (amianto). Con circa 2mila denunce nel 2008 quello dei tumori è, dunque, un fenomeno in crescita e non ancora pienamente rappresentato dai numeri, al punto da fare ritenere possibile una obiettiva quantificazione della loro dimensione reale soltanto tra alcuni decenni. Al di là di questa precisazione metodologica, attraverso appropriate tecniche di previsione statistica si è stimato che allo stato attuale "la generazione completa" di morti per patologie professionali denunciate nel 2008 si aggirerà intorno alle mille unità.
 
 
* l'asbestosi è una malattia polmonare cronica conseguente all'inalazione di fibre di asbesto. L'asbesto (noto anche come amianto), è stato utilizzato ampiamente, fino a tempi recenti, nel campo dell'edilizia (cfr Eternit), dell'industria navale, ferroviaria, automobilistica, chimica, alimentare, metallurgica, delle materie plastiche, nonché in svariati campi come materiale antincendio. L'asbestosi, pertanto, rientra nel campo delle malattie professionali.
 
 
Fonte: INAIL.
 

Creative Commons License Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.

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