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Pubbliredazionale – Ambiente Lavoro Convention


I tentativi di modificare i rapporti tra imprese e lavoratori e sindacati attraverso il ricatto della delocalizzazione in deroga ai principi della Costituzione e dello Statuto dei Lavoratori e le dichiarazioni di alcuni uomini politici che hanno accompagnato le vicende della Fiat di Pomigliano e di Melfi configurano un vera e propria strategia volta a privare i lavoratori di diritti patrimonio irrinunciabile di una società civile e a far ripiombare il Paese in un clima di tensioni sociali che si sperava di aver abbandonato alla storia.

Mentre la cronaca dava notizia di due nuovi morti sul lavoro: un operaio di 51 anni a San Ferdinando di Puglia, soffocato in una cisterna in cui stava eseguendo lavori di impermeabilizzazione e un edile di 43 anni a Tramonti, nel salernitano, investito da una scarica di corrente elettrica che ne ha provocato la caduta dall’impalcatura su cui stava lavorando, il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, intervenendo alla Berghem Fest ad Alzano Lombardo dichiarava: «Dobbiamo rinunciare a una quantità di regole inutili… Robe come la 626 sono un lusso che non possiamo permetterci… Sono l’UE e l’Italia che si devono adeguare al mondo.»

Con la sua grossolana esternazione probabilmente il ministro intendeva suggerire che il “mondo” a cui Italia ed Europa dovranno adeguarsi è quello dei paesi emergenti: la Cina, per esempio, in cui viene tollerato il lavoro minorile e non esistono regole che definiscano gli orari di lavoro e tutelino i lavoratori contro le malattie e gli incidenti sul lavoro, le fabbriche sono gestite come lager, gli operai, costretti a turni che superano le 12 ore, sono avvelenati da sostanze tossiche, incidenti e suicidi sono all'ordine del giorno e le paghe garantiscono appena la sopravvivenza.

Peccato che anche dalla Cina giungano notizie di scioperi e rivendicazioni e persino il  Quotidiano del Popolo, portavoce del governo, inizi a pubblicare interventi a favore di un miglioramento delle condizioni di vita degli operai.

Il Decreto Legislativo n. 626/1994, che ha dato una veste organica alla legislazione precedente in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, risalente agli anni Cinquanta, e ha introdotto nuove normative, è, dalla sua nascita, il punto di riferimento di Ambiente Lavoro e Ambiente Lavoro Convention.

Il Decreto Legislativo n. 626/1994 e, più recentemente, il Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro che fa capo al Decreto Legislativo n. 81/2008 sono divenuti il fulcro dell'attività di un complesso di associazioni, professionisti, tecnici, imprese che costituiscono un vero e proprio settore produttivo sviluppatosi anche a seguito dell'emanazione di direttive europee che obbligano le imprese, i committenti e i datori di lavoro al rispetto delle leggi, al miglioramento delle condizioni di lavoro, allo svolgimento di attività di formazione e informazione sui rischi specifici inerenti i diversi settori produttivi, alla valutazione del rischio e all'introduzione di un Servizio di Prevenzione e Protezione di cui il datore di lavoro è il responsabile.

L'articolo 41 della Costituzione Italiana e l'articolo 2087 del Codice Civile, che obbligano i datori di lavoro a garantire l'integrità fisica e morale di tutti i lavoratori attraverso l'applicazione di adeguate tecnologie, sono alla base di un impianto giuridico che si vorrebbe abbattere per riportare in questo Paese le condizioni di lavoro di un’epoca in cui la dignità dell’uomo non veniva rispettata a vantaggio del profitto di pochi.

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