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Adattarsi ai cambiamenti climatici, ma non arrendersi

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Ambiente

14/09/2007

Si è conclusa la Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici. I rischi per la salute.

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I cambiamenti climatici, oltre ad essere un rischio, possono diventare “un’opportunità da cogliere con rapidità”, specialmente per quanto riguarda l’adattamento, “che non significa arrendersi, come lascerebbe intendere il termine inglese, e tanto meno limitarsi a minimizzare gli effetti”.
Lo ha affermato ieri, aprendo i lavori della seconda giornata della Conferenza Nazionale sui Cambiamenti Climatici, il Commissario Straordinario dell’APAT, Giancarlo Viglione.
 
“Nonostante si veda già qualche segnale positivo -  ha continuato il Commissario - la Prima Conferenza nazionale sul clima, dovrà servire “per colmare il gap esistente tra l’Italia e altri Paesi, per quanto riguarda le politiche ambientali, creando gli elementi guida per una strategia di adattamento”.
 
Nella giornata di apertura della Conferenza, il 12 settembre, il Ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, ha illustrato i “numeri” dei cambiamenti climatici; per citare i dati salienti: “già ora la temperatura in Italia è aumentata molto di più che nel resto del mondo: 1,4 gradi negli ultimi 50 anni mentre la media mondiale è di 0,7 gradi nell’intero secolo. Già ora le piogge diminuiscono (il 5% nell’ultimo secolo, oggi ci sono 14 giorni di pioggia in meno ogni anno nel sud), gli episodi di siccità si moltiplicano, la desertificazione sta diventando un problema non solo per la Sicilia, ma anche per la Pianura Padana.”

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Secondo il Ministro, “il nostro paese è tra quelli che pagheranno il maggior prezzo in termini di danni ambientali, perdita di vite umane e salute, costi economici.”
 
Nel corso della sessione di ieri dedicata alla mitigazione, il direttore generale per la Ricerca ambientale per lo Sviluppo del Ministero dell’Ambiente, Corrado Clini, ha affermato che le emissioni di gas serra rischiano di crescere del 34% da qui al 2020, invece di diminuire del 20%, rispetto ai livelli del 1990, come hanno deciso quest’anno i ministri dell’Ambiente europei”.
Tra i maggiori responsabili della crescita del CO2 – secondo Clini - ci sono il settore elettrico e quello dei trasporti.
 
Gli esperti intervenuti alla Conferenza hanno discusso anche delle ricadute dei cambiamenti climatici sulla salute.
Secondo Roberto Bertollini, direttore del programma speciale ambiente e salute dell'Oms Europa, con i cambiamenti climatici nel nostro Paese possono manifestarsi nuove malattie. "Il virus Chikungunya che ha provocato l'epidemia in Romagna ne è un esempio (197 casi sospetti e 166 accertati) - ha spiegato Bertollini - la zanzara tigre è arrivata in Italia, ma anche in altri paesi, perché ha trovato un clima più favorevole. Come il Chikungunya possono arrivare altri agenti patogeni, ed è necessario predisporre sistemi di sorveglianza specifica".
 
Sono stati inoltre richiamati i dati forniti dall’OMS nel giugno scorso, secondo i quali gli effetti del caldo influiscono direttamente sulla mortalità; in Italia ad esempio la mortalità aumenta del 3% per ogni grado di aumento medio della temperatura. [Per un approfondimento si veda PuntoSicuro n. 1744.]

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