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Rischio tecnostress e Internet Dipendenza: intervista a Enzo Di Frenna
Brescia, 21 Mar - Scrivevo circa un anno fa come intervento in qualità di direttore di PuntoSicuro sul libro di Enzo Di Frenna " Tecnostress e sicurezza sul lavoro”: “La velocità operativa imposta (o consentita) dall'utilizzo degli attuali sistemi di telecomunicazione è certamente molto differente rispetto a quella di solo una decina di anni fa e rende l'attività umana più efficace ma anche mentalmente più faticosa. Operare in un contesto multitasking dove allo stesso momento ci troviamo ad avere a che fare con differenti strumenti di lavoro (smartphone, computer, telefono d'ufficio) che al loro interno hanno a loro volta differenti strumenti di lavoro (servizi e-mail, sms, agenda, social network) da un lato ha creato molte opportunità ma dall'altro potrebbe avere ricadute sulla salute del lavoratore che si trova in momenti di crisi, sovraccaricato di comunicazioni da processare e nella sensazione di non essere in grado di gestire i compiti che gli sono assegnati. Oggi diventa quindi sempre più necessario operare un monitoraggio del tema stress lavoro-correlato che è stato recentemente normato ma per il quale nei fatti si è prodotta solo molta carta in più e poca salute e sostanza.”
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Dopo un anno le cose non sono certo migliorate, anzi, si sono moltiplicati e diffusi ancora altri strumenti di comunicazione che si vanno ad aggiungere ai precedenti (ora in moltissimi utilizzano email, sms, What’s Up, Facebook, Twitter, Linkedin, cellulare, Skype…) ed è arrivato il momento di porsi domande a cui vanno date risposte. Computer, tablet, cellulari, social network, internet: come creano dipendenza psichica? Cosa è il tecnostress? E la Internet Dipendenza? Come si valutano questi nuovi rischi negli ambienti di lavoro?
Punto Sicuro lo ha chiesto a Enzo Di Frenna, presidente di Netdipendenza Onlus, formatore sulla sicurezza e principale esperto di malattie professionali correlate all’uso di workstation digitali. La sua scuola di formazione PND (Prevenzione Net dipendenza) opera dal 2002 e di recente l’Associazione italiana Formatori e Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) lo ha scelto come unico centro qualificato per erogare la formazione su questi nuovi rischi professionali ( qui trovate l’elenco dei corsi).
Cosa è il tecnostress?
«E’ stress lavoro correlato connesso all’uso di nuove tecnologie digitali. E’ causato dal sovraccarico informativo cerebrale prolungato per lunghi periodi e può causare sintomi come emicrania, insonnia, disturbi alla memoria, ansia, ipertensione, attacchi di panico, patologie cardiocircolatorie e gastrointestinali, alterazioni comportamentali. Il tecnostress è una malattia professionale, in seguito a una sentenza del 2007 del giudice Guariniello della Procura di Torino»
E la Internet Dipendenza?
«La internet addiction disorder (IAD), ossia la dipendenza da Internet, è una malattia citata nel Manuale mondiale delle malattie psichiatriche, il DSM 5. La IAD si divide in 5 sottocategorie, tra cui la dipendenza dai social network, usati oggi da tutte le aziende per vendere prodotti e servizi on line. Esiste una correlazione tra stress digitale e internet dipendenza. Influenza la psiche in modo profondo. La IAD genera insonnia, depressione, attacchi di panico, aggressività, fino al favorire il rischio follia e suicidio. In Italia è curata presso il Policlinico Gemelli di Roma, dipartimento di psichiatria, dove opera il primo ambulatorio di Internet Dipendenza, che colpisce anche molti lavoratori sempre connessi alla Rete»
Quanti sono i lavoratori a rischio in Italia?
«Nel nostro paese abbiamo 7,3 milioni di lavoratori digitali secondo l’ultimo rapporto di Assinform, che li definisce “mobile workers”. Da una ricerca di Netdipendenza Onlus, pubblicata lo scorso anno, in Italia ci sono 1,8 milioni di lavoratori a rischio tecnostress lavoro correlato e Internet dipendenza. Sono categorie che usano fino a due device mobili, smartphone e tablet, e spesso passano da un’attività all’altra, cioè lavorano in multitasking e sempre connessi. Trascorrono anche fino a dieci ore al giorno con le nuove tecnologie digitali».
Il 27 marzo è in programma a Venezia un convegno su questi rischi. Di cosa si parlerà?
«È organizzato da Netdipendenza Onlus e Lisa Servizi ed è rivolto ai professionisti della sicurezza sul lavoro, psicologi, medici competenti, lavoratori digitali. Illustreremo concretamente i rischi per la salute, cosa prevede la normativa sui rischi specifici e come si procede per valutare il rischio tecnostress e internet dipendenza»
Quale offerta formativa propone la vostra scuola PND?
«I nostri corsi sono riconosciuti e approvati da AIFOS, che ci ha scelto come unico centro di formazione per erogare i corsi sul tecnostress lavoro correlato, internet dipendenza, tecnostress e rischio campi elettromagnetici. Infatti, nel 2012 una sentenza della Cassazione ha stabilito la correlazione tra cancro al cervello e l’uso eccessivo di telefono cellulare, obbligando l’Inail a pagare una pensione di invalidità a un manager di Brescia. La fonte di tale rischio cancerogeno sono le onde elettromegnetiche emesse dai device digitali mobile. Infine, abbiamo un corso di formazione sulle tecniche di prevenzione del tecnostress. Ci rivolgiamo a Rspp, Aspp, Rls, psicologi, medici competenti, datori lavoro e lavoratori digitali».
Intervista e articolo a cura di Luigi Meroni
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
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Rispondi Autore: MB - likes: 0 | 21/03/2014 (07:37:34) |
"all'improvviso l'intruso".... i campi elettromagnetici.... sarebbe meglio non allargarsi a temi che non si conoscono... |
Rispondi Autore: Alessio - likes: 0 | 21/03/2014 (10:58:47) |
.. dimostrato o no sui campi elettromagneti io se dormo con il telefono acceso di fianco dormo sicuramente peggio ... |
Rispondi Autore: Giacomo - likes: 0 | 21/03/2014 (13:38:05) |
mi prudono le mani |
Rispondi Autore: maurizio cappai - likes: 0 | 23/03/2014 (14:16:32) |
"Sono categorie che usano fino a due device mobili, smartphone e tablet, e spesso passano da un’attività all’altra, cioè lavorano in multitasking e sempre connessi. Trascorrono anche fino a dieci ore al giorno con le nuove tecnologie digitali" e insegnare loro a lavorare diversamente no, vero? a noi interessano solo le conseguenze.... |