Il punto della sicurezza: la formazione e il monitoraggio del Testo Unico
Bologna, 3 Dic – È evidente che uno dei temi più delicati in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è quello relativo alla formazione; anche perché, come spesso segnalato dal nostro giornale, non solo questo elemento cardine di ogni politica di prevenzione è ricco di chiaroscuri nel nostro Paese, ma la stessa complessità della normativa e la lentezza del legislatore non aiutano chi vuole fare buona formazione. Tuttavia, come ricordato in una recente intervista a Cinzia Frascheri, finalmente a livello istituzionale sembra si torni a parlare seriamente di riorganizzazione della complessa normativa in materia.
Proprio di formazione e delle possibili novità future abbiamo parlato, durante la manifestazione “ Ambiente Lavoro” con il Prof. Rocco Vitale, Presidente dell’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro ( AiFOS), una delle varie associazioni di cui si compone la Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione (CIIP).
Questi gli argomenti trattati nell’articolo:
- Rocco Vitale al ventennale di PuntoSicuro
- L’intervista di PuntoSicuro a Rocco Vitale
- I primi risultati del monitoraggio del D.Lgs. 81/2008
Rocco Vitale al ventennale di PuntoSicuro
Il Prof. Rocco Vitale ha partecipato, insieme a vari ospiti e lettori del giornale, all’incontro “ 20 anni di PuntoSicuro”, che si è tenuto il 16 ottobre a Bologna. Un evento, che come ricordato nelle altre puntate dedicate a questo “speciale sul ventennale”, non è servito solo a celebrare i venti anni del giornale (1999-2019) ma anche riflettere sulla situazione attuale e sul futuro della prevenzione in Italia. Riflessioni che sono state raccolte durante il “ Punto della Sicurezza” del ventennale (“Facciamo il ‘Punto della Sicurezza’: proposte su come migliorare la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali in Italia”) che vedeva anche il Prof. Vitale tra gli ospiti.
Coordinando questo momento di riflessione, ho chiesto a Rocco Vitale, in relazione all’esperienza dell’associazione da lui presieduta, informazioni su quali siano le problematiche in materia di formazione e quali novità stiano arrivando. Anche in relazione all’ipotesi, più volte ventilata, di riforma della normativa.
Un secondo tema affrontato è stato quello del monitoraggio, avviato dall’associazione qualche mese fa, relativo all’applicazione del D.Lgs. 81/2008 attraverso vari questionari destinati alle figure della sicurezza individuate dal Testo Unico: RSPP/ASPP, Formatori, Coordinatori della sicurezza, Medici Competenti, Datori di lavoro, Dirigenti, Lavoratori, RLS, Addetti al Primo Soccorso, Addetti Antincendio.
Monitoraggio di cui saranno, a breve, presentati i risultati: il 4 dicembre 2019 a Roma e il 29 gennaio 2020 a Milano. E il 4 dicembre a Roma, durante la presentazione del monitoraggio, ci sarà anche l’occasione di ricordare la recente scomparsa di Giuseppe Piegari, un dirigente dell’Ispettorato Nazionale del lavoro - di grandi qualità umane e professionali - che è stato, per tanti anni, anche presidente della Commissione per gli interpelli (articolo 12 del d.lgs. n. 81/2008).
Quali sono le novità future in materia di formazione?
Verrà effettivamente riorganizzata la normativa?
Quali sono i primi risultati del monitoraggio del D.Lgs. 81/2008?
L’intervista al Prof. Rocco Vitale è stata realizzata il 16 ottobre 2019, poco prima dell’inizio della serata dedicata ai venti anni di PuntoSicuro, e propone gli stessi temi affrontati al ventennale.
L’intervista di PuntoSicuro a Rocco Vitale
Come sempre diamo ai nostri lettori la possibilità di visualizzare integralmente l’intervista e/o di leggerne una parziale trascrizione.
Parliamo di formazione. Quali sono i problemi da affrontare? Si riuscirà prima o poi a riorganizzare la normativa che riguarda la formazione?
Rocco Vitale: (…) Qual è il problema? Quando sento dire che bisogna investire più soldi nella formazione, io dico: “No, non è vero”. Nella formazione si spendono tanti soldi: molte volte si spendono male, perché non si fa la formazione giusta, si fa tanto per farla. Questo non va bene.
E da questo punto di vista le autorità centrali non aiutano. Non aiutano perché sono rimaste paralizzate sulle norme vecchie. Quando esce un accordo Stato-Regione, esce dopo 4 anni di lavoro e con 5 anni di arretrato. Per cui quando esce è già vecchio.
La formazione è una cosa che tu la devi adeguare ai tempi, alla contingenza dell'azienda. È cambiato il lavoro: cambia il lavoro e noi continuiamo a fare le vecchie norme. Non possono funzionare.
Che novità ci sono? Non ci sono grandi novità, ma io vi dico - da fonte certa - che il nuovo Ministro ha ricevuto alcune persone - non noi - e ha iniziato a dire di volersi occupare di questa cosa, di formazione. (…)
Non è banale questa scelta, perché sono 7 anni che non c'è un ministro che dice “mi dovrò occupare di questa cosa”. (…) Per cui può darsi che qualcosa cambi, molto lentamente.
I primi risultati del monitoraggio del D.Lgs. 81/2008
Veniamo al decreto legislativo 81/2008.
Nel decennale, che si è tenuto l’anno passato, si è accennato alla possibilità di modifiche o anche semplici “affinamenti”, miglioramenti del testo normativo. Io so che, come AiFOS, avete condotto un monitoraggio del decreto 81/2008 e mi pare che i risultati saranno presentati a breve…
R.V.: Saranno presentati il 4 dicembre a Roma.
Ci può fornire qualche anticipazione?
R.V.: Il monitoraggio di come è andato il Decreto legislativo 81/2008 in questi dieci anni non lo doveva fare AiFOS, la legge prevede che ci sia il monitoraggio e dovevano farlo gli enti pubblici. Di fronte ad un’assenza totale (…) noi - orgogliosamente sotto la guida di Marco Masi, che è stato il primo coordinatore tecnico delle Regioni, che ha fatto il monitoraggio del 626 e che è il presidente del comitato scientifico di AiFOS, - abbiamo detto: “lo facciamo noi”.
Lo abbiamo fatto in un modo un po' diverso, perché il monitoraggio viene fatto dalle istituzioni. Noi abbiamo fatto (…) un questionario per le varie categorie dei soggetti.
Noi abbiamo i dati non delle istituzioni ma degli operatori. E a questo questionario hanno partecipato 2700 persone.
Guardate: 2700 persone in Italia che rispondono non a tre domandine, ma a quattro pagine di domande, è un bel segnale. (…)
Che cosa è venuto fuori, in sintesi?
In realtà i sondaggi ti dicono quello che già sai, però ora hai il dato.
Nel 45% delle aziende italiane che hanno meno di 9 dipendenti la sicurezza non c'è.
Hanno risposto il 70% di questi 2700, che lavorano in aziende sopra 250 lavoratori, e lì la sicurezza c'è. Questo è un dato che ci deve far riflettere.
Dove avvengono gli infortuni? Leggiamo sui giornali: in aziende di tre dipendenti, di due, di cinque, dove le ASL non andranno mai a fare un'ispezione. Dove non c'è nessuno.
Per cui sicuramente bisogna cambiare. Non il modello ispettivo, perché non ce la faranno mai.
Dobbiamo cambiare il modello della prevenzione, sapendo che quello è il nocciolo dove bisogna intervenire.
È difficile. Però sono più di metà le aziende italiane con meno di 9 dipendenti. Poi da 10 a 50 dipendenti c'è un altro 30% di aziende. E quelle che fanno la sicurezza sono le aziende grandi, che la fanno bene e devono continuare a farla.
Noi questi dati e qualche soluzione - perché abbiamo delle soluzioni da proporre – li presenteremo a Roma il 4 dicembre, alla sede del CNEL, e poi ripeteremo la presentazione a Milano il 29 gennaio, all'Università Statale.
Articolo e intervista a cura di Tiziano Menduto
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Rispondi Autore: Claudio Aradori - likes: 0 | 04/12/2019 (15:21:31) |
Condivido , che nella formazione si spendono male i soldi , aggiungo però che parecchi fanno formazione senza averne l'esperienza necessaria per farla , basta avere una laurea , avere fatto dei corsi o essere dipendente di un certo ente , altra cosa , le grandi aziende....ma qualcuno ha visto come lavorano i lavoratori delle imprese appaltatrici in questi siti ? Logistiche , cantieri navali ecc ? |