Il livello di attenzione sulla sicurezza si è abbassato?
Bergamo, 4 Ott – In un precedente articolo di PuntoSicuro ci siamo soffermati su quello che abbiamo chiamato, con un nome volutamente figurativo, “ corto circuito istituzionale” per indicare un periodo, questo che stiamo vivendo, in cui gli ambiti deputati alle funzioni di normazione, consultazione, gestione delle politiche in materia di sicurezza sembrano aver rallentato o esaurito le proprie funzionalità. E nell’articolo abbiamo citato, ad esempio, l’assenza di risposte della Commissione per gli interpelli prevista dall’articolo 12 del Testo Unico, al rallentamento delle attività della Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro, all’apparente ridotta attività, in materia di sicurezza e salute, al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali anche per le tante risorse umane approdate al nuovo Ispettorato Nazionale del Lavoro.
Questo corto circuito nasce solo da un insieme di coincidenze? È indice di un’attenzione venuta meno verso i temi più delicati della prevenzione nei luoghi di lavoro? Siamo di fronte ad una situazione episodica, congiunturale o strutturale? E da cosa è causata?
Per rispondere a queste domande serviva un interlocutore che non solo avesse una grande esperienza, dal di dentro, degli organi e dei meccanismi istituzionali, ma che ne potesse anche parlare liberamente essendo ormai svincolato da specifici doveri di riservatezza. E questa persona non poteva che essere l’avvocato Lorenzo Fantini, per lungo tempo dirigente della Divisione Salute e Sicurezza del Ministero del lavoro e spesso nostro interlocutore per affrontare le tematiche più rilevanti e delicate in materia di sicurezza e salute.
Lo abbiamo incontrato a Bergamo alla manifestazione “ Safety Expo 2017”, che riuniva assieme la XIII edizione del Forum di prevenzione incendi e la VI edizione del Forum di Sicurezza sul lavoro. E Lorenzo Fantini era moderatore dell’interessante Tavola Rotonda “Orizzonte Safety: tra responsabilità, opportunità e nuove sfide”, dove gli ospiti – ad esempio la D.ssa Nicoletta Cornaggia (Coordinatore Gruppo Tecnico Interregionale della Prevenzione nei Luoghi di Lavoro), l’avv. Paolo Pennesi (Direttore Generale Ispettorato Nazionale del Lavoro) e l’ing. Ester Rotoli (Direttore Centrale Prevenzione INAIL) – più volte hanno accennato, parlando della situazione odierna, allo “sfilacciamento del contesto normativo” o ai “problemi di coordinamento Stato-Regioni”.
Noi per intervistare Lorenzo Fantini siamo partiti semplicemente dalla percezione che è sempre più complicato incontrare in questi grandi eventi sulla sicurezza, a Bergamo, a Modena e a Bologna, dirigenti o funzionari del Ministero del Lavoro…
Una sensazione condivisa che l’ex dirigente percepisce come “vuoto”, cogliendo ancor più un “abbassamento del livello di attenzione che le amministrazioni pubbliche riservano alla sicurezza”. Infatti secondo Fantini, riguardo a quello che fanno le amministrazioni in materia di salute e sicurezza, siamo di fronte oggi ad “un servizio a scartamento ridotto” …
Come sempre diamo ai nostri lettori la possibilità di ascoltare integralmente l’intervista e/o di leggerne una parziale trascrizione.
Articolo e intervista a cura di Tiziano Menduto
In questi anni l’avvocato Lorenzo Fantini, ex dirigente della Divisione Salute e Sicurezza Ministero del Lavoro, è stato spesso disponibile a fornire a PuntoSicuro informazioni su quanto avveniva a livello normativo in materia di sicurezza e salute sul lavoro. Noi abbiamo oggi la percezione di una maggiore assenza di dirigenti e funzionari ministeriali rispetto al passato nei grandi eventi. È una nostra percezione errata? Cosa ne pensa Lorenzo Fantini che al ministero ha lavorato per diversi anni?
Lorenzo Fantini: “Grazie per l'intervista. Io spero di essere stato e di continuare ad essere un collaboratore di PuntoSicuro perché è sempre per me un piacere parlare di sicurezza con tutti gli operatori e PuntoSicuro è un riferimento per tutti noi. Lo è sempre stato, quando io ero giovane avvocato e studiavo la materia della sicurezza e lo è stato nel corso degli anni del ministero”. (…)
Fatta questa premessa, rispondo molto volentieri.
Non credo proprio che sia una sensazione. Penso purtroppo che sia un vuoto. Adesso io faccio il consulente dal 2013, prima sono stato al Ministero 10 anni come dirigente delle divisioni salute e sicurezza, ho avuto a che fare con 5 diversi ministri con un presidente della Repubblica che era Napolitano e che parlava sempre di sicurezza sul lavoro, Mattarella già ne parla molto meno.
Non è in rilevante che le amministrazioni pubbliche puntino sulla sicurezza sul lavoro, perché è un fenomeno in cui l'attenzione non è mai abbastanza. Quindi quello che noi cogliamo come società e che io colgo come consulente, è un abbassamento del livello di attenzione che le amministrazioni pubbliche riservano alla sicurezza. Ed è purtroppo, e questa è la mia personale opinione, è un abbassamento che deriva da una scelta politica. (…)
La sicurezza sul lavoro è al centro delle politiche nazionali? Non è una questione strettamente colloquiale, perché essere al centro delle politiche in Italia – è giusto che, chi ci sente, lo sappia - significa che il ministro dice alle strutture di lavorare sulla sicurezza, che i dirigenti vengano collocati, i dirigenti capaci, nelle varie strutture. Se invece [la sicurezza sul lavoro] è considerata una priorità secondaria i dirigenti migliori si mandano a fare altro. Quindi quello che si è detto sulla scopertura dei ruoli dirigenziali purtroppo è la verità.
Noi abbiamo ancora delle eccellenze in amministrazione, ma abbiamo purtroppo delle amministrazioni, prima tra tutte le amministrazioni in cui lavoravo io e quindi per me questo è un sincero dolore, in cui abbiamo dirigenti di tipo amministrativo, non competenti nella materia della sicurezza sul lavoro. Lo dico con tutto il rispetto per i colleghi che mi hanno sostituito. Ma in quelle strutture che prima erano presidiate molto di più, con il doppio del personale e con il doppio dei dirigenti, adesso abbiamo la metà di dirigenti e la metà del personale. Questo non può che essere negativo per tutti. Perché ricordo a tutti (…) che quando l'amministrazione va al ribasso, non c'è un risparmio per la popolazione. C’è qualcosa che non va. Non c'è un servizio. In questo momento abbiamo un servizio a scartamento ridotto. E questo servizio a scartamento ridotto non è qualcosa che non conta, è qualcosa che ha a che fare con la sicurezza sul lavoro e qualcosa che io percepisco come un grave nocumento per tutto il sistema”.
PuntoSicuro ha parlato in passato di “corto circuito istituzionale”, ad esempio con riferimento al rallentamento dei lavori Commissione consultiva permanente e alla stasi della Commissione per gli interpelli. E nella Tavola Rotonda “Orizzonte Safety: tra responsabilità, opportunità e nuove sfide” si è sottolineata anche la continua mancanza di un reale coordinamento, in materia di sicurezza, tra Stato e Regioni…
Lorenzo Fantini: “Fatta la scelta che è stata fatta col decreto 81/2008, secondo me è sbagliata, (…) per cui la normativa di sicurezza è normativa regionale e solo in via residuale è nazionale, noi oggi abbiamo una prevalenza dell'aspetto regionale su quello nazionale. E il coordinamento sulle attività di vigilanza e prevenzione nell'81 viene riservato a una Commissione che sta presso il Ministero della Salute e che determina le politiche di prevenzione, A cascata altri soggetti portano queste politiche di prevenzione agli operatori e sono la Commissione per gli interpelli dell'articolo 12 e la Commissione consultiva dell'articolo 6 del 81, che io ho preceduto per 40 volte, perdendo ogni volta sei mesi di salute perché è complicato, ma dove sono stati fatti dei lavori importanti tecnicamente (indicazioni sullo stress lavoro correlato, validazione di buone prassi, …). Quindi sono Commissioni che fanno cose pratiche, importanti. La commissione interpelli risponde su questioni che sono di interesse per gli operatori. Ma in questo momento storico, per la ragione che ho già detto, in un contesto politico in cui a nessuno interessa la sicurezza - salvo qualche sporadica uscita di Mattarella oppure qualche indignazione quando ci sono due o tre morti - non c'è interesse nelle amministrazioni.
È stato detto stamattina nella Tavola Rotonda che ho coordinato - lo ha detto Pennesi, capo dell'ispettorato, lo ha ribadito la Dott. Cornaggia in rappresentanza delle regioni e lo ha ribadito l’ing Rotoli in rappresentanza dell'INAIL - il Comitato articolo 5 della 81, che è il motore della prevenzione in Italia, in questo momento storico non funziona.
Non funziona l'articolo 5, non funziona la commissione interpelli dell'articolo 12 e a cascata non si produce nulla. Se voi andate a vedere il sito del Ministero del Lavoro, sezione salute e sicurezza, innanzitutto lo dovete trovare (…) e se guardate le notizie più recenti fanno riferimento a interpelli del 2016. Questa è la situazione in cui noi ci muoviamo ovvero non ci muoviamo. (…).
Ripeto quello che ho detto prima. Così non può andare bene, bisogna che si riparta. C'è bisogno che si riparta puntando su questo tipo di assetto istituzionale.
Qualche novità c'è, piccola, ma stiamo parlando di iniziative dell'INAIL che in questo momento, è giusto che si sappia, è il soggetto più attivo in materia di sicurezza. Non lo sono il Ministero della Salute, il Ministero del Lavoro, il coordinamento interregionale è debole – lì abbiamo un problema tecnico, i tecnici delle regioni lavorano molto bene poi però a livello nazionale non c'è un coordinamento e ogni Regione va per conto suo (…).
Sono abbastanza pessimista. O si fa una politica per puntare sulla sicurezza facendo ripartire queste commissioni, altrimenti ci troveremo in un vuoto in cui i consulenti e le associazioni professionali sono chiamate a fare da supplenza rispetto alle amministrazioni, salvo l’Inail (…)”.
E a proposito di coordinamento mancante, mi pare che l’esperienza passato mostri anche una difficoltà di coordinamento tra le stesse Regioni…
Lorenzo Fantini: “Questo lo confermo. Rimane una criticità di sistema. Ricordiamo che la Conferenza Stato-Regioni è un organo politico però gli accordi vanno votati in Conferenza Stato-Regioni all'unanimità. Chi lavora sugli accordi sono i tecnici delle regioni ed è capitato diverse volte che i tecnici delle regioni mandino alla conferenza un atto che poi viene sconfessato anche solo da una Regione. L'ultimo esempio è l'accordo sull'alcol e tossicodipendenza (…) che stiamo aspettando come il pane perché quello è un problema enorme. (…) Noi ci troviamo da oltre 10 anni con due accordi separati, tossicodipendenza e alcoldipendenza. Ditemi voi se è una cosa possibile” (…).
Concludiamo fornendo qualche ulteriore indicazione, suggerimento su quello che si potrebbe fare per cambiare le cose, per ripartire…
Lorenzo Fantini: “Quali misure si possono mettere in campo per migliorare le cose? Diciamo che dovremmo puntare sulla competenza. Questa è sempre una buona idea. Mi permetto di dare un consiglio: le aziende che fanno sicurezza ad un certo livello per fortuna sono cresciute, (…) non aspettiamo che arrivi, per esempio, una linea guida su un certo argomento, affrontiamo i temi con competenza. (…)
La materia della sicurezza è una materia complicata, ma aumentare la competenza delle persone significa, ad esempio, anche leggere delle cose interessanti su PuntoSicuro. Io ho citato il tuo articolo relativo alle attrezzature di lavoro in cui spiegavi le nuove tempistiche a seguito della proroga in un corso di formazione, perché queste cose vanno portate a conoscenza degli operatori, in modo che ci si possa aiutare tra di noi. (…)
Se facciamo gruppo senza nessuna gelosia, invidia, facciamo crescere le aziende. Le aziende così possono avere una migliore consapevolezza della sicurezza, una migliore gestione delle risorse umane, (…) e meno rischi sul lavoro. Non puntiamo su qualcosa che arriva dall'alto perché temo che arrivi poco”. (…)
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