Volontariato: come tutelare la sicurezza dei volontari cinofili?
Bologna, 16 Giu – Il volontariato è ormai una componente fondamentale dei sistemi regionali di protezione civile e riguarda attività organizzate e qualificate in grado di intervenire, in situazioni di crisi e di emergenza, e garantire un livello di risposta adeguato.
Tuttavia questo dipende anche da un’idonea formazione e consapevolezza dei rischi, perché - come indicato nel Decreto 13 aprile 2011 recante “Disposizioni in attuazione dell'articolo 3, comma 3-bis, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro” – il volontario ha “il dovere di prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone” e le organizzazioni di volontariato di Protezione Civile hanno l’obbligo di fornire formazione, informazione e addestramento adeguati.
Proprio per questo motivo alcune Regioni non solo forniscono interventi di formazione specialistici per il volontariato e gli operatori del sistema regionale di protezione civile, ma hanno anche pubblicato in rete alcuni moduli formativi per la realizzazione dei corsi.
È il caso di un modulo didattico, pubblicato dalla Regione Emilia-Romagna, che riguarda i corsi per i volontari cinofili e che si intitola, infatti, “Sicurezza dei volontari cinofili”.
L’articolo si sofferma sui seguenti argomenti:
- Le attività dei volontari cinofili
- Ridurre il rischio con i dispositivi di protezione individuale
- Rischi e comportamenti di autotutela nelle attività di ricerca
Le attività dei volontari cinofili
Nel modulo “ Sicurezza dei volontari cinofili”, a cura dei Volontari Formatori per la Sicurezza, si affrontano diversi temi, dai riferimenti normativi relativi alla sicurezza dei volontari, ai ruoli e alle attività svolte con particolare attenzione alle attrezzature, ai rischi, ai dispositivi di protezione e ai comportamenti di autotutela.
Cerchiamo innanzitutto di comprendere le attività svolte dai volontari cinofili.
Sono due le particolari attività cinofile in Protezione Civile:
- Ricerca dispersi in superficie: “l’attività si prefigge il ritrovamento di persone che per diversi motivi si sono allontanate e di cui si sono perse le tracce”.
- Ricerca dispersi su macerie: “l’attività si prefigge il ritrovamento di persone che sono rimaste coinvolte nel crollo di un fabbricato”.
E riguardo alla criticità degli scenari si sottolinea che “quale che sia lo scenario in cui il volontario si trovi ad operare è bene che il volontario valuti sempre la situazione in cui si trova ed i comportamenti di autotutela da adottare”. Bisogna “usare sempre il buon senso”.
Il modulo si sofferma anche sui rischi e indica che per ridurre i rischi è possibile:
- “eliminare o limitare il rischio alla fonte con comportamenti di autotutela (prudenza)
- avere e indossare i DPI
- operare in squadre ben organizzate
- rispettare i turni di riposo”.
Ridurre il rischio con i dispositivi di protezione individuale
Il modulo riporta poi molte indicazioni sui Dispositivi di Protezione Individuale (DPI), cioè su “qualsiasi attrezzatura indossata e/o tenuta da una persona allo scopo di proteggerla contro uno o più rischi suscettibili di minacciare la propria sicurezza o salute durante le attività”.
Si ricorda che i D.P.I. sono classificati dalle leggi vigenti in tre categorie:
- 1° categoria: “i DPI di progettazione semplice destinati a salvaguardare la persona da rischi di danni fisici di lieve entità
- 2° categoria: i DPI che non rientrano nella 1° o 3° categoria, requisiti essenziali Marcatura CE, dichiarazione di conformità, attestato di certificazione
- 3° categoria: i DPI di progettazione complessa destinati a salvaguardare da rischi di morte o di lesioni gravi e di carattere permanente”.
E si riportano i DPI obbligatori e le dotazioni per ricerca in superficie:
- “Abbigliamento ad alta visibilità (DPI)
- Occhiali protettivi (DPI)
- Guanti da lavoro (DPI)
- Casco con sottogola omologato CE (DPI)
- Scarpe da escursionismo con protezione della caviglia (dotazione)
- Torcia frontale (dotazione)”.
Riportiamo dalle slide una immagine relativa ai DPI per ricerca in superficie:
Riguardo poi alle dotazioni per il cane nella ricerca in superficie si ricorda la pettorina identificativa e si indica che sono consigliati un campanello o beeper e, in caso di intervento in notturna, di applicare una luce sulla pettorina.
Questi i DPI obbligatori e dotazioni per ricerca su macerie:
- “Abbigliamento ad alta visibilità (DPI)
- Torcia elettrica frontale (Dotazione)
- Guanti da lavoro (DPI)
- Casco con sottogola omologato CE (DPI)
- Scarpe antinfortunistiche (DPI)
- Occhiali protettivi (DPI)”.
Sono poi riportate varie altre indicazioni, che vi invitiamo a leggere, sulle dotazioni personali e sulle dotazioni per il cane in ricerca su macerie.
Rischi e comportamenti di autotutela nelle attività di ricerca
Veniamo, infine, ai rischi specifici e ai comportamenti di autotutela.
Riguardo ai rischi generali si ricorda che le attività di ricerca dispersi “si svolgono in qualsiasi condizione di tempo, di visibilità e scenario”. E i fattori di rischio principali “sono pertanto dipendenti:
- dalla natura del territorio
- dalle condizioni di visibilità
- dal clima
- dalle attività che si svolgono nelle immediate vicinanze della zona d’intervento”.
Questi i rischi specifici nella ricerca in superficie:
- “Morfologia del terreno
- Temperatura dell’aria
- Esposizione ai raggi solari
- Scarsa visibilità
- Passaggio su terreni sconnessi
- Attraversamento zone boschive intricate
- Interventi in notturna
- Transito con mezzi fuoristrada su percorsi sconnessi e con scarsa aderenza”.
Questi sono invece i rischi nella ricerca su macerie:
- “La natura stessa dell’area di intervento
- Strutture pericolanti
- Elettrocuzione
- Fughe di gas
- Oggetti sporgenti
- Polveri
- Macchinari e uomini presenti nell’ area d’intervento”.
Questi sono invece i rischi per il cane:
- “Bocconi
- Cacciatori/bracconaggio
- Morfologia terreno
- Filo spinato
- Caseggiati pericolanti
- Vipere e altri animali”
- Colpo di calore”.
Veniamo, infine, ai comportamenti di autotutela generali:
- “Rispettare le procedure operative esistenti e le istruzioni ricevute
- Rispettare le zone interdette
- Operare in squadre
- Conoscere e non superare i propri limiti psicofisici
- Rispettare i turni di riposo
- Non iniziare la ricerca in superficie senza un logista cinofilo
- Conoscere gli strumenti in dotazione (GPSradio- bussola)”.
Questi sono poi i comportamenti di autotutela nella ricerca in superficie:
- “Controllare frequentemente la propria posizione
- In caso vi siate persi niente panico (siamo per soccorrere non per essere soccorsi)
- Mantenere costanti contatti con il campo base
- Idratare se stessi e il cane con continuità
- Ripararsi dal freddo o dal caldo
- Prendere dei periodi per il recupero delle energie proprie e del cane
- In pratica pensare a se stessi e al proprio cane”.
Questi sono, invece, i comportamenti di autotutela nella ricerca su macerie:
- “Non salire sulle macerie senza autorizzazione
- Indossare i DPI necessari
- Non inviare il cane in aree visibilmente inaccessibili
- Coordinarsi con le forze operanti nell’area
- Idratare se stessi e il cane
- Fare pause per il recupero delle energie proprie e del cane
- In pratica pensare a se stessi e al proprio cane”.
Sono riportati, infine, due diversi comportamenti di tutela e autotutela:
- “avere il controllo del proprio cane ed essere sicuri che non abbia comportamenti aggressivi”
- “prima di operare effettuare sempre un’attenta valutazione dei rischi ed individuare le vie di fuga”.
Tiziano Menduto
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
Volontari formatori per la sicurezza, “ Sicurezza dei volontari cinofili”, modulo previsto nel Corso Cinofili - Rev. Gennaio 2017 (formato PDF, 14,8 MB).
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