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Quali sono i presupposti perché ciò avvenga? Quando una persona si comporta in modo simile al nostro arriviamo a provare per lei più simpatia e maggior vicinanza. Le nostre interazioni nei suoi confronti divengono più fluide proprio per il fatto di percepire il coordinamento e la sintonia delle nostre reciproche azioni.
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The imitation strategy e la sicurezza sul lavoro
Abbiamo trattato in altre occasioni del ruolo dell’imitazione nei comportamenti legati alla sicurezza sul lavoro (Zuliani e Santoro, 2019; Zuliani, Santoro e Italia, 2020); desideriamo approfondire gli aspetti più strettamente psicologici di questa tendenza sociale.
L’uomo da sempre ha compreso e messo in atto comportamenti condivisi e ritualizzati, dove tutti sono chiamati a fare la stessa cosa e nello stesso momento. Già i romani, intorno al 200 a. C., accompagnavano gli spostamenti e le azioni in battaglia delle loro legioni con delle bande di suonatori (Wiltermuth e Heath, 2009). Oggi vi sono momenti della vita pubblica scanditi da azioni che si compiono all’unisono. Dalle funzioni religiose dove ci si alza in piedi o ci si inginocchia tutti assieme, alle manifestazioni sportive dove si intona, in piedi, l’inno nazionale.
Se le azioni fin qui citate sono agite consapevolmente, Hommel (2013) ci mostra che quando compiamo gesti collettivi spesso agiamo azioni imitatorie senza saperlo. Questo significa che le informazioni che percepiamo dalle azioni degli altri agiscono su di noi senza che ce ne rendiamo perfettamente conto.
Quali sono i presupposti perché ciò avvenga? Quando una persona si comporta in modo simile al nostro arriviamo a provare per lei più simpatia e maggior vicinanza. Le nostre interazioni nei suoi confronti divengono più fluide proprio per il fatto di percepire il coordinamento e la sintonia delle nostre reciproche azioni.
Come possiamo utilizzare questa tendenza a favore della sicurezza sul lavoro?
Il raggiungimento di una sintonia tra le persone è utile anche quando si deve attivare un’indagine di un infortunioo su un incidente: attività spesso necessaria all’interno di ogni organizzazione. Collins e altri (2002) hanno dimostrato che un intervistatore con una mimica corporea rilassata, un tono di voce sommesso e che si rivolge all’interlocutore chiamandolo per nome riesce a ottenere descrizioni di un evento più valide e preziose di chi assume atteggiamenti opposti. Frank e altri (2006) mostrano che creare una sincronia tra l’atteggiamento dell’intervistatore e quello del testimone di un evento accresce il legame, la fiducia e la cooperazione. Può essere opportuno quindi utilizzare gli stili comunicativi appena descritti quando si conduce un’indagine.
Accanto al tema di come la condivisione degli atteggiamenti possa influire positivamente nella conduzione di un’inchiesta lo stesso aspetto imitatorio può avere una buona efficacia nel miglioramento delle performance lavorative. Appare del tutto evidente che non si può apprendere un gesto per pura e semplice imitazione, ma come gli studi sul funzionamento dei neuroni specchio (Rizzolatti e Gnoli, 2016) mostrano l’esposizione a un gesto corretto può migliorarne l’apprendimento in due sostanziali condizioni. Che il gesto sia già conosciuto e quindi si tratti di migliorarne l’efficacia e che il soggetto da “imitare” sia percepito come “autorevole” e “affidabile”.
Il fatto che la nostra mente riesca a distinguere anche da piccoli e semplici gesti chi sia affidabile e chi no diviene un campo di lavoro importante per dare credibilità agli stessi messaggi di sicurezza. Se, come hanno dimostrato Macrae e Johnston (1998) la gentilezza influenza i comportamenti di chi la riceve anche nelle sua azioni successive occorre sottolineare come i comportamenti coerenti e attenti nel campo della sicurezza di dirigenti e preposti (Zdaniuk e Bobocel, 2013) abbiano la capacità di influenzare quelli dei sottoposti.
Wilma Dalsaso
Fonte: PDE, n. 58
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