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Sulla formazione e i test di fine corso per lavoratori

Sulla formazione e i test di fine corso per lavoratori

Autore:

Categoria: Informazione, formazione, addestramento

06/05/2025

Il momento della valutazione finale di un corso di sicurezza è un tassello fondamentale nell'intero mosaico dell'apprendimento. Prima parte di un contributo che fornisce suggerimenti sui test di valutazione. A cura dell’Ing. Enrico Franco.


Con il recente passaggio, produttivo e senza rinvii, in sede di Conferenza Stato-Regioni dell’ Accordo in Conferenza Stato-Regioni del 17 aprile 2025 si compie – come indicato da Rolando Dubini in “ Analisi del nuovo Accordo Stato-Regioni sulla formazione” - un “passo decisivo nel lungo processo di unificazione e riorganizzazione sistematica della disciplina della formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro”.

 

Un passo decisivo che ci permette di tornare a riflettere su alcuni aspetti alla base del nuovo Accordo, già presenti anche nella versione, resa nota il 13 maggio 2024, della precedente “ bozza definitiva”. Ed uno di questi aspetti è sicuramente l’attenzione maggiore all’effettività della formazione con riferimento alla modalità di verifica finale dell’apprendimento e di monitoraggio dell’ efficacia formativa.

 

Per parlarne, con particolare attenzione alla verifica di apprendimento, pubblichiamo oggi un contributo curato da un nostro lettore, l’Ing. Enrico FRANCO, formatore e RSPP, dal titolo “Test di fine corso per lavoratori”.

 

È un lungo contributo che dividiamo in due parti. In questa prima parte presentiamo: l’introduzione al tema; i quesiti a risposta secca, multipla e aperta; la difficoltà delle domande; le risposte e domande facili/difficili, sbagliate, errate o interpretabili.

 

Nella seconda parte, che pubblicheremo nei prossimi giorni, ci soffermeremo su altri argomenti: tipologia di domande, quante domande deve avere il test, test con immagini, comprensione linguistica, correzione/valutazione, test generati dall’intelligenza artificiale, …



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TEST DI FINE CORSO PER LAVORATORI

 

INTRODUZIONE

Il momento della valutazione finale di un corso di sicurezza è un tassello fondamentale nell'intero mosaico dell'apprendimento. I test di valutazione non sono solo semplici momenti di valutazione, ma rappresentano un'opportunità cruciale per gli studenti per mettere alla prova le loro conoscenze, competenze ed abilità acquisite nel corso. Per il lavoratore questo particolare momento, facente parte del corso stesso, ha fondamentalmente i seguenti obiettivi:

  • Misurare l'Apprendimento: I test di valutazione finale vanno ben oltre la somministrazione di domande a risposta multipla o esercizi pratici. Essi fungono da indicatori affidabili per valutare non solo la memorizzazione di concetti, ma anche la comprensione, la capacità di risolvere problemi e l'abilità nel collegare e applicare le conoscenze apprese in situazioni reali.
  • Riflettere sul Percorso Formativo: Il test finale è anche un momento di riflessione per i discenti. Gli studenti hanno l'opportunità di guardare indietro al loro percorso di apprendimento, analizzando gli argomenti affrontati, le sfide superate e le aree in cui desiderano e devono migliorare. Questo momento di autovalutazione può essere estremamente formativo, consentendo agli studenti di individuare le proprie forze e le proprie debolezze per potenziare il proprio apprendimento.
  • Prepararsi per il Futuro: Prepararsi per un test di valutazione finale non riguarda solo l'accumulo di conoscenze nelle sessioni di corso precedenti. È un processo che richiede attenzione, costanza nello studio, la pratica costante e la capacità di gestire lo stress. Queste competenze sono preziose non solo per superare l'esame, ma anche per affrontare le sfide future nella vita personale e professionale lavorativa.
  • Conclusioni: In definitiva, i test di valutazione finale sono più di una semplice verifica delle conoscenze. Essi rappresentano un momento cruciale nel percorso di apprendimento di ogni lavoratore, offrendo l'opportunità di dimostrare le competenze acquisite e di rivedere il proprio percorso formativo sulla sicurezza preparandosi per le sfide future.

 

Nell’articolo esploreremo alcune strategie efficaci per affrontare con successo questi test, sia dal punto di vista del discente che da quello del docente. Al termine verranno inseriti alcuni cenni all’utilizzo dei nuovi sistemi di Intelligenza Artificiale in questo ambito lasciando ad un futuro articolo un approfondimento specifico in materia.

 

Analizziamo ora una serie di argomenti utili alla predisposizione dei test finali di apprendimento.

 

TEST A RISPOSTA SECCA

In un test molti quesiti possono essere posti in modo da ricevere una risposta di sole due tipologie, dal semplice SI-NO oppure VERO-FALSO ad altre tipologie che comunque presentano solo due possibilità di scelta (es. BIANCO o NERO – APERTO o CHIUSO ecc.) . Questo tipo di quesiti torna molto utile quando la tipologia di discenti è poco propensa all’attenzione, non riesce a concentrarsi per lungo tempo sul quesito e sulle alternative di risposta, casi tipici sono i ragazzi dell’ Alternanza scuola/lavoro o PCTO oppure gli operai neo-assunti o ancora gli stranieri con le proprie difficoltà comprensive e linguistiche.

 

 

QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA

La principale tipologia di domande in un test è del tipo a risposte multiple, le tre opzioni sono la tipologia più semplice ma esistono casi con quattro o cinque risposte. Avere più risposte comporta un tempo complessivo di risposta al test più lungo e la difficoltà di trovare le quattro o cinque risposte da inserire da parte del redattore senza incorrere in errori o ambiguità come vedremo più avanti.

L’utilizzo di tre risposte comporta la scelta di una risposta esatta su due errate, le due errate dovrebbero essere una completamente errata ed una non così errata, questa scelta permette di valutare anche come il discente abbia acquisito il concetto oggetto del quesito. Se seleziona la risposta totalmente errata è indice di pessima comprensione dell’argomento.

 

 

QUESITI A RISPOSTA APERTA

Le domande a risposta aperta permettono al discente di esprimere con le proprie parole il concetto acquisito, in molti casi questa risposta consente di valutare in base alla lunghezza della risposta un aspetto quantitativo di conoscenze possedute ma generalmente questo tipo di risposta comporta molti problemi pratici di valutazione fra cui:

 

  1. Difficoltà di lettura del testo
  2. Difficoltà di espressione del concetto
  3. Difficoltà linguistiche
  4. Lunghezza del testo

 

Analizziamole:

1) Difficoltà di lettura del testo da parte del correttore

La calligrafia del discente diventa un elemento critico in quanto è spesso di difficile interpretazione e comporta notevoli dispendi di energia e di tempo per la sua lettura in fase di correzione.

2) Difficoltà di espressione del concetto

Molti discenti, pur avendo compreso correttamente i concetti, per diverse ragioni, culturali, educative ma anche mediche, non sono in grado di esplicitare e scrivere il concetto insito nella risposta. Il grado di analfabetismo della popolazione è purtroppo ancora alto in alcune fasce di lavoratori e questo non solo compromette l’esito del test ma spesso discrimina gli utenti.

3) Difficoltà linguistiche

Molti discenti, in particolare di provenienza estera o di bassa scolarità, non hanno proprietà linguistiche di scrittura. Comprendono sufficientemente il linguaggio parlato ma hanno difficoltà nel linguaggio scritto, sia in fase di lettura che di scrittura, rendendo difficile la valutazione della risposta data.

4) Lunghezza del testo

Spesso un discente risponde alla domanda aperta in modo prolisso, cioè dettagliando argomenti poco significativi e rendendo il testo della risposta lungo da leggere e da interpretare. Valutare la risposta basandosi esclusivamente sulla presenza nel testo di alcuni termini enucleati dal contesto rappresenta un metodo rapido di valutazione ma sicuramente molto impreciso mentre la lettura completa del testo è sicuramente lenta e dispendiosa e spesso poco significativa per la valutazione comparata alle risposte di altri discenti.

Questo tipo di domande possono essere poste senza grandi difficoltà quando la risposta può essere circoscritta, cioè deve riportare uno, due o tre termini come nell’esempio seguente:

 

In questo secondo esempio sorge la problematica dei termini utilizzati, Frequenza o Probabilità?

Come deve essere considerata questa risposta? Sicuramente nello spirito del discente il concetto è chiaro, l’uso di un termine sinonimo o comunque simile non comporta una risposta errata.

Analogamente, nel primo esempio, spesso viene utilizzato il termine “Ossigeno “ invece di “Comburente”, anche in questo caso il discente esprime un concetto esatto assimilando Ossigeno e Comburente ma dimenticando che esistono altri comburenti come clorati, nitriti, permanganati ecc., anche in questo caso non si dovrebbe considerare come risposta errata.

 

DIFFICOLTA’ DELLE DOMANDE

Quale deve essere il livello di difficoltà delle domande poste ? La risposta è semplice: “dipende dalla tipologia di corso”. Se avrò concluso un corso di specializzazione o di aggiornamento per RSPP il livello di difficoltà delle domande sarà sicuramente elevato in quanto si presume che l’utenza abbia già un proprio livello di competenze alto e si vuole verificare come le nuove nozioni siano state acquisite dal discente.

Se il corso sarà invece un corso base per lavoratori diventa più importante, a mio parere, che i discenti prendano coscienza del livello di competenza raggiunto, ma principalmente devono prendere fiducia delle proprie capacità nella soluzione di problemi di sicurezza. Non servirà a nulla chiedere l’articolo di Legge che tratta la movimentazione dei carichi mentre sarà utilissimo nella pratica quotidiana sapere che movimenti bruschi ed in equilibrio instabile causano problemi lombari.

 

Alcuni esempi:

 

 

La scelta delle domande e la loro difficoltà deve essere progettata prima del corso ed eventualmente adattata alla tipologia di utenza.

 

RISPOSTE FACILI O DIFFICILI

Anche in questo caso la scelta delle risposte dipende dalla tipologia di corso e di utenza ma a differenza delle domande facili o difficili qui la problematica si amplia. Cosa significa una risposta facile o difficile? Il discente si troverà tre alternative fra cui scegliere e dunque ci possiamo creare più situazioni:

  1. Risposte quasi identiche – difficile
  2. Risposte totalmente differenti – medio
  3. Risposte di cui una palesemente corretta oppure due palesemente errate– facile

Tutte le tre situazioni rappresentano casi dipendenti dalla tipologia di corso terminato:

 

1) Risposte quasi identiche – difficile

In corsi di abilitazione tecnica o di aggiornamento, cioè con personale preparato in materia di cui si vuole verificare il livello raggiunto possiamo utilizzare questo tipo di risposte, spesso mettendo in difficoltà il discente come nell’esempio seguente :

 

 

2) Risposte totalmente differenti – medio

In questi casi l’esaminando ha a disposizione più scelte completamente differenti per cui diventa decisamente più semplice indirizzarsi sulla risposta esatta come nel caso seguente :

 

 

La lettura attenta delle quattro opzioni totalmente differenti non lascia dubbi sulla scelta dell’ultima opzione.

 

3) Risposte di cui una palesemente corretta – facile

 

Questa tipologia di risposte presenta tre risposte palesemente errate e dunque una sola, la

prima, esatta :

 

 

RISPOSTE E DOMANDE SBAGLIATE

Accade spesso in molti test di trovare delle domande oppure delle risposte errate, questo non deve accadere pertanto è sempre necessaria un’analisi preliminare del test per non cadere in questo tipo di errori.

 

 

RISPOSTE E DOMANDE ERRATE O INTERPRETABILI

Una problematica molto simile alla precedente si ravvisa quando le domande o le risposte non sono chiare o peggio sono interpretabili da parte dell’esaminando. In questi casi il redattore nello scrivere la domanda o la risposta utilizza il proprio sapere per dare la propria interpretazione alla domanda o alla risposta. Questa situazione mette il docente in criticità poiché dovrà fornire i necessari chiarimenti ai discenti che hanno contestato la domanda o la risposta in questione.

  

 

In questo caso la domanda è posta in modo errato ed è troppo contorta per essere interpretata correttamente, mentre le tre risposte sono confuse e sbagliate tanto da rendere difficile la scelta corretta, se esiste.

 

 

-fine della prima parte-

 

 

Ing. Enrico FRANCO

formatore e RSPP

 

 

La seconda parte del contributo sarà pubblicata nei prossimi giorni.

 

 

Scarica la normativa di riferimento:

Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano - Repertorio atto n. 59/CSR del 17 aprile 2025 - Accordo, ai sensi dell’articolo 37, comma 2, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, tra il Governo, le regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, finalizzato alla individuazione della durata e dei contenuti minimi dei percorsi formativi in materia di salute e sicurezza, di cui al medesimo decreto legislativo n. 81 del 2008.



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Rispondi Autore: Giovanni Bersani - likes: 0
06/05/2025 (08:19:03)
Molto interessante, grazie per l'articolo.
Segnalo che c'è un refuso poiché l'esempio di domanda nel caso "medio" è lo stesso di quello successivo "facile" (datore di lavoro a scuola) e si capisce l'errore anche dall'indicazione dell'autore che nei due casi (identici) indica corretta una diversa risposta.
Ne approfitto anche per dire che viene spesso scritto DL anziché D.Lgs. come sarebbe più giusto, dato che esistono anche i decreti legge...
Saluti e grazie
Rispondi Autore: Stefano B. - likes: 0
06/05/2025 (08:30:53)
"Il test finale è anche un momento di riflessione per i discenti. Gli studenti hanno l'opportunità di guardare indietro al loro percorso di apprendimento, analizzando gli argomenti affrontati, le sfide superate e le aree in cui desiderano e devono migliorare. Questo momento di autovalutazione può essere estremamente formativo, consentendo agli studenti di individuare le proprie forze e le proprie debolezze per potenziare il proprio apprendimento"
Questa frase è un fantastico esempio dello scollamento di chi decide e scrive "Accordi" e chi è sul campo che cerca di combinare qualcosa. Comunque farò presente a Dimitri e ad Hammed che devono analizzare le proprie debolezze per potenziare il proprio apprendimento e le aree in cui desiderano migliorare, prima di tornare sulla ruspa e ad usare il badile.
Rispondi Autore: Nicola B. - likes: 0
06/05/2025 (09:45:40)
Personalmente ritengo il test una delle cose più inutili di questo accordo (insieme a tante altre).
Si vuol trattare la sicurezza sul lavoro come un corso di storia o di geografia. Lascio stare il fatto che per fare 30 domande bisogna dare 1 ora di tempo e quindi le "difficoltà" organizzative per farle: 1 ora di straordinario? si fa il giorno dopo?.
Se vogliamo affrontarlo come un tema scolastico allora andiamo fino in fondo: da un punti di vista educativo ci sono persone che non colgono subito le cose ed hanno bisogno di rileggerle ed altre che invece prendono subito i concetti, quindi il test quando lo facciamo? Quindi i corsi invece che creare un momento di discussione per parlare insieme dei rischi e di come percepirli (che a mio avviso è il fulcro del problema), dovranno diventare dei corsi prettamente nozionistici (e quindi molto meno efficaci).
Ma allora non aveva più senso creare una sorta di patente per cui chi va a lavorare deve avere una patente per un certo comparto (ricordo infatti che la lettera b) c1 dell'articolo 37 parla di rischi di comparto...non della singola ditta.....) rilasciata da alcuni organismi con programmi e testi stabiliti dal Ministero, uguali per comparto e uguali su tutto il territorio nazionale? poi ogni singolo datore di lavoro avrebbe dovuto integrare con i rischi della propria azienda. Va beh fantascienza.
Ovviamente è la mia opinione senza pretese di aver ragione, ma in questo nuovo accordo vedo soltanto tanta carta e zero succo in più.
Rispondi Autore: Rocco Vitale - likes: 0
06/05/2025 (15:51:30)
Nella sua interezza e completezza si tratta di un articolo interessante, soprattutto a livello didattico: un po' meno agli effetti pratici collegandolo al nuovo Accordo Stato Regioni.
Il nuovo accordo prevede per i test solo la modalità di 3 risposte multiple e quindi il Test a risposta secca o a risposta aperta non si può effettuare.
Inoltre il numero minimo delle domande è di 30. Per ogni test deve essere effettuata una verifica che corrisponda ad almeno il 7=% delle risposte corrette. Anche introducendo i test di lettura rapida se in una aula vi sono 15 o 20 allievi per correggere tutti e sapere se si può svolgere l'esame finale ci vorrà come minimo almeno una ora o una ora e mezza.
Nei corsi che si svolgono in una mattinata di 4 ore come la mettiamo?
Lo stesso accordo ci da una soluzione. Nella sostanza viene indicato quale modalità di verifica finale prima il colloquio e come seconda ipotesi il test. (solo in alcuni casi è obbligatorio il test (Modulo A e B per RSPP) nel Modulo C x RSPP il test non è neppure ammesso e si propone il Colloquio.
Insomma, articolo interessante per sapere e conoscere l'argomento, però la sua applicazione pratica non è sicuramente tra le più importanti previste dal nuovo Accordo.
Autore: Nicola B.
06/05/2025 (21:56:48)
Diciamo che l'accordo (minuscola doverosa) fa di peggio: a pagina 108 nella megaelucubrazione sui test parla di domande aperte....peccato che poi quando si va nel concreto e si smette di fare chiacchiere al paragrafo 6.3 le domande aperte non ci siano, ma siano previste le 30 domande con risposte multiple....e ci hanno messo 3 anni a scriverlo...
Rispondi Autore: Stefano Faleburle - likes: 0
06/05/2025 (17:26:09)
Articolo interessante.
Ma, non ricordo da quanti anni (più o meno 25 - 30), che a fine Formazione consegno ad ogni Discente il Quiz di Verifica dell'Apprendimento, sia a risposta Si o No, sia a risposta multipla, il questionario da compilare in forma anonima della Valutazione di Gradimento al fine di valutare la Qualità del Corso e del Formatore.
Vi seguo sempre, non si sa mai ...
Si può imparare sempre, anche a 72 anni ...
Complimenti
Rispondi Autore: ENRICO FRANCO - likes: 0
07/05/2025 (11:52:59)
Purtroppo l'articolo e' stato scritto prima della pubblicazione dell'Accordo e nella seconda parte vengono trattati alcuni argomenti presi in considerazione dalle osservazioni !
Rispondi Autore: FRANCESCA P. - likes: 0
08/05/2025 (12:07:25)
Con il test direi che è incontestabile l'effettuazione della verifica di apprendimento, con il colloquio invece? Come si fa ad avere la "Prova" dell'effettuazione e del superamento in caso di contenzioso (es. infortunio lavoratore formato che sostiene che non gli è mai stata data quella determinata informazione)? 30 domande per la formazione generale mi sembrano veramente eccessive e di troppo lunga esecuzione.
Rispondi Autore: BRHBLK01B05Z345J - likes: 0
13/05/2025 (15:32:04)
Sono contento

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