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Neuroscienze ed apprendimento: 4 miti sfatati

Le neuroscienze svolgono un ruolo cruciale nell'apprendimento e nello sviluppo. Conoscere il funzionamento cerebrale significa avere la possibilità di semplificare e ottimizzare il processo di apprendimento e mano a mano che scopriamo di più sulle neuroscienze, molte false credenze si sgretolano.

Cosa sono le Neuroscienze?

Le neuroscienze studiano in modo scientifico il sistema nervoso focalizzandosi sui processi della memoria, della percezione, del comportamento e dell'apprendimento. L'obiettivo è capire come funziona il cervello nei processi presi in esame e l'interesse per l'argomento è multidisciplinare: sia il mondo medico che quello psicologico, talvolta anche quello economico, beneficiano dei risultati delle neuroscienze.

Quali sono i miti più comuni sull'apprendimento in ambito neuroscientifico?

1. "Utilizziamo solo il 10% del nostro cervello"

"Hai sentito la storia che usiamo solo il 20% del cervello?" si apre così il film "Limitless" di Neil Burger (2011), tratto dal romanzo Territori oscuri (The Dark Fields) di Alan Glynn (2001). Nel film, il protagonista, dopo aver assunto un nuovo farmaco sperimentale, è in grado di sbloccare e amplificare le potenzialità della propria mente. Molti prodotti culturali di massa degli ultimi anni sono incentrati proprio su questa credenza.
Le origini di questa falsa credenza affondano le radici in alcuni studi neurologici della fine del 1800 e il mito è sopravvissuto fino ad oggi come credenza popolare.
In realtà, un essere umano sano usa il 100% del cervello. Il neurologo Barry Gordon, ha dichiarato: "Usiamo praticamente ogni parte del cervello, e [la maggior parte] del cervello è attiva quasi tutto il tempo".

Utilizziamo solo il 10% del cervello

 

2. "Esistono persone con dominanza emisferica destra o sinistra"

L'assunto che "le persone creative usino il lato destro del cervello e i pensatori più logici e razionali utilizzino il lato sinistro" non ti è nuova? Bene, ma è una falsa credenza. Uno studio dell'Università dello Utah durato più di due anni ha analizzato il cervello di 1.000 persone di età compresa tra 7 e 29 anni, ma non è riuscito a raccogliere prove sull'esistenza della dominanza emisferica.
Esistono persone maggiormente creative o logiche, ma questo è determinato da i più disparati fattori (dalla genetica, all'educazione, all'ambiente, allo stile di vita). In questa logica, meglio promuovere 'apprendimento sociale e far sì che "cervelli logici" e "cervelli creativi" entrino in un dialogo costruttivo e stimolante per tutti.

dominanza emisferica

 

3. "Uomini e donne hanno cervelli differenti"

Avrai sentito dire almeno una volta che "gli uomini pensano in modo più razionale in caso di emergenza e le donne sono più brave nel multitasking". Pensare che il cervello sia fatto per agire in determinati modi a seconda del genere è falso, oltre che sessista. La neuroscienziata cognitiva Gina Rippon ha studiato il cervello in base al genere ed ha analizzato finemente i dati: entrambi i cervelli sono malleabili. Entrambi i cervelli possono quindi imparare esattamente le stesse cose, esattamente allo stesso ritmo.

cervello e genere

 

4. "La capacità di attenzione è evoluzionisticamente in calo"

Non è che le nostre capacità attentive si stiano assopendo o riducendo. Semplicemente con l'avvento dei social media, gli smartphone e le 300 ore di video che vengono caricate su YouTube ogni minuto, oggi ci sono più stimoli di un tempo che attentano alla nostra attenzione. Questo è il motivo per cui la formazione online si è focalizzata sul microlearning, il mobile-learning e la gamification: per riuscire ad essere facilmente assimilata dai discenti, coinvolgerli e catturare la loro attenzione.

La concentrazione di un pesce rosso dura 9 secondi. Nel 2015, Microsoft Canada ha pubblicato un preoccupante rapporto in cui si afferma che gli intervalli di attenzione (umani) odierni durano solo 8 secondi. E' proprio vero? Fortunatamente no.

Un articolo pubblicato dalla BBC nel 2107 afferma che, dopo aver fatto una ricerca su varie fonti, non sono state riscontrare evidenze che possano suggerire che, a livello neurologico, le nostre capacità di attenzione si siano ridotte nel tempo. Tutto dipende dal compito che si svolge.

concentrazione

Articolo tratto da Growth Engineering


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