Linee interpretative dell’Accordo sulla formazione dei RSPP: l’opinione dei lettori
Cari lettori,
ci stanno arrivando moltissime risposte in redazione rispetto alla richiesta di opinioni sulla approvazione delle linee interpretative dell’Accordo sulla formazione dei RSPP, pubblicata ieri da PuntoSicuro.
Le pubblichiamo integralmente e in ordine cronologico partendo dalle prime dieci e andremo avanti così ogni giorno fino a che i vostri pareri non finiranno. L’augurio è che gli spunti costruiti dai vostri interventi possano essere utili ai nostri legislatori per migliorare quello che un nostro lettore ha definito essere un abominio. Lo stanno facendo per la Legge finanziaria. Continuate a scriverci!
Confermo che quando il documento sarà ufficiale Punto Sicuro darà risposta a tutti i quesiti che ci vengono posti in merito ai contenuti.
Un lettore in dialisi ci chiede se dovrà chiudere il suo studio dato che frequentare il 90% delle ore in aula non gli è fisicamente possibile.
Anticipiamo che AIFOS lancerà una raccolta di firme per una petizione al Parlamento Europeo che sarà possibile firmare sia alla fiera di Modena nei giorni 12 e 13 Ottobre, allo stand di AIFOS, che in seguito inviando un modulo di adesione con la propria firma via fax.
VIENI A FIRMARE LA PETIZIONE SULLA LIBERTA' DI FORMAZIONE ANNULLATA DA LINEE INTERPRETATIVE CONTRADDITTORIE, INCOERENTI E ILLEGITTIME.
Luigi Matteo Meroni
Direttore di PuntoSicuro
Non sono assolutamente d’accordo sul mancato riconoscimento della formazione a distanza. La solita nota lobby ha vinto ancora!
Personalmente mi occupo di prevenzione da oltre trenta anni e sento il bisogno di veloci aggiornamenti e non di noiose lezioni di improvvisati docenti.
A. Marin
Ho letto il vostro articolo e convengo con voi che di cultura della sicurezza c'è ne sia ben poca! Io sono un RSPP e sono anche un soggetto formatore accreditato, in particolare sul modulo C. Il paradosso che oltre a essere docente, dovrò partecipare al modulo C come discente. In merito poi alla formulazione, su cui tutti speravano almeno nel buon senso, di non dover partecipare a tutti corsi dei settori Ateco, al limite il codice più alto doveva abilitarti anche per gli altri settori, così non è! E allora tutte le iniziative che si possono mettere in campo al fini di rivedere questa legge saranno ben accette e supportate. Se no va a finire come dice un detto: "mentre il medico studia il malato muore!"
Saluti e grazie dell'attenzione
G. Bertuletti
Non posso che darvi ragione...
Sono RSPP dal 1998.
Nel 1999 ho frequentato un corso presso L'ASL di Modena (Tradate-Modena due volte la settimana), di 100 ore.
Giustissima la necessità di formazione, ma impedire la formazione a distanza , ora anche universitaria, è veramente incredibile.
RSPP dal 1998
Galparoli P.
Io sono perito industriale, esercito la professione dal 1984. La sicurezza rappresenta il 50% del fatturato dello studio.
Purtroppo da qualche anno sono in dialisi(3 mattine alla settimana in ospedale).
I corsi sono fatti nei giorni feriali e corrispondono al mio impegno improrogabile (salute).
Queste linee interpretative dell’accordo Stato-Regioni, rappresentano un sopruso inaccettabile, in quanto io non posso (anche volendo) partecipare a nessun corso, in quanto le assenze (dialisi) superano la percentuale ammessa.
L’unica maniera per continuare a fare il mio mestiere, e’ quello di eseguire corsi on-line come ho fatto fino adesso.
Penso che tutto questo sia illegale, in quanto preclude l’accesso alle persone con handicap.
Fatemi sapere qualcosa in merito, perché se occorre ci muoviamo coordinati per fare una vera denuncia.
Cordialmente. FDP
Sono pienamente d'accordo con quanto da voi scritto nel numero odierno di Punto Sicuro qui sotto riportato : "ha vinto il partito delle scartoffie senza consultare coloro che vivono giornalmente la realtà della sicurezza sul lavoro" .
Mi associo al vs.
grido di VERGOGNA nei confronti di coloro che hanno approvato le linee interpretative accordo stato regioni.
Verissimo...
Non solo la burocrazia ce l'ha fatta ancora ma anche che gli interessi di alcuni hanno prevalso sulla effettiva volontà di far crescere in Italia la vera cultura della sicurezza.
Sono dipendente di una multinazionale americana e mi occupo a tempo pieno di Safety e Protezione dell'Ambiente dal 1981.
Ho maturato una notevole esperienza partecipando a corsi interni organizzati dalla società per cui lavoro sia in Italia che all'estero presso altri stabilimenti , corsi di ogni genere , pratici e teorici, su argomenti che vanno dall'organizzare le emergenze in stabilimenti chimici dovuti ai più svariati tipi di incidenti , rilevanti e non , alla formazione come igienista industriale in stabilimenti di produzione farmaceutica nonché come esperto qualificato in protezione ambientale.
Ho vissuto "il parto " della 626 e tutto ciò che ne è derivato applicando nelle Aziende del gruppo quanto previsto dalle varie leggi in materia di sicurezza sul lavoro e protezione ambientale.
Sono laureato in ingegneria elettrotecnica e recentemente mi sono trovato nelle vesti di tutor aziendale o correlatore nella stesura di tesi di laurea di giovani che si sono o stanno per laurearsi nel corso triennale di sicurezza sul lavoro toccando da vicino la loro preparazione in materia di sicurezza che è molto scarsa se non addirittura nulla .
Vivere la sicurezza sul lavoro è "difficoltà quotidiana" nel portare avanti un lavoro complesso e difficile in un paese ove permane una cronica debolezza della cultura della sicurezza , estranea al mondo dell'istruzione obbligatoria e superiore , nonché universitaria e ove insiste una cultura organizzativa e gestionale delle aziende impermeabile all'innovazione e alle responsabilità connesse all'attività imprenditoriale .
La incredibile limitatezza delle risorse e delle attenzioni che lo Stato Italiano riversa sugli obblighi di prevenzione e protezione non porta ad una diversa capacità di svolgere l'attività lavorativa nelle aziende e negli enti pubblici in modo da sviluppare la capacità e la consapevolezza di vivere la sicurezza come parte integrante del lavoro e imprescindibile valore etico ..
Senza una gestione efficace ed effettiva si ricade nell'impraticabilità delle disposizioni di qualsiasi legge pur buona che sia.
La realtà della sicurezza sul lavoro non è quella prevista da corsi in oggetto , inutili e inefficaci, e sicuramente non in linea con i tempi a cui per legge noi RSPP ( effettivi ) dovremmo essere formati .
Vi ringrazio per avermi dato la possibilità di uno sfogo più che di un parere.
Cordiali saluti
S. Gallone
Vergogna. Non mi viene da aggiungere altro. Quanto approvato in sede di conferenza Stato-Regioni è vergognoso, schifosamente di parte e soprattutto limitante la mia libertà di formarmi e aggiornarmi professionalmente
Grazie molte a tutti quelli che si sono resi complici di questa bieca manovra. Siatene orgogliosi: ne sarete vergognosamente capaci.
La scrivente si forma on-line da oltre 5 anni: grazie a questa modalità ha frequentato corsi di formazione in tutta Europa. Ma qui siamo in Italia…….
Gusella M. A.
Sono un RSPP dipendente di una azienda metalmeccanica e svolgo, nel tempo libero, attività di libera professione. Ho assunto l'incarico di RSPP per alcune scuole e per tale motivo, oltre al corso B per il settore 4, dovrei seguire anche quello per il settore ATECO 8. Oltre al problema di dover seguire un altro corso, con aggravi di spesa, fino ad oggi non sono riuscito a trovare nella zona dove abito (la provincia di Livorno) un Ente che organizzi un corso B8. Avevo pensato di iscrivermi ad uno dei corsi FAD, ma ho letto che sono stati proibiti. Molto probabilmente dovrò rinunciare all'incarico e si riducono le possibilità di assumere incarichi come RSPP per aziende non appartenenti all'ATECO 4. Sono completamente d'accordo con il Vs. giudizio: E' UNA VERGOGNA!!!!. Specifico che sono un Ingegnere che ha una esperienza di 7 anni come dipendente di una Società di Consulenza nel campo di sicurezza per la quale ho assunto l'incarico di RSPP o ha fatto consulenza per Aziende molto importanti e da due anni sono dipendente di una Società con 350 dipendenti certificata ISO 9.001, OSHAS 18.001, ISO 14.001 e SA 8000. E' possibile che se voglio ampliare l'attività di libero professionista debba ripetere corsi che per gran parte degli argomenti, sono ripetizioni.
Distinti saluti
Ing. P. Persichetti
Avendo appena terminato la frequenza del modulo C, tenuto da formatori in possesso di conoscenze più limitate delle mie (non vi dico per mia sensibilità personale il nome dell'ente erogatore), sono perfettamnete in sintonia con il Vs. pensiero sia per quanto attiene la formazione a distanza sia per quanto riguarda la ripetizione di tutti i moduli B per i diversi macrosettori ATECO.
Distinti saluti
G. Galli, RSPP dal 2001
Salve sono un RSPP di aziende appartenenti a diversi settori Ateco (aziende costruzioni, falegnameria, uffici, magazzini, ecc.) ed anch’io trovo assurdo che sia prevista la possibilità di frequentare i corsi di aggiornamento per più macrosettori accorpati mentre i corsi B anche se presentano situazioni assimilabili di rischio non possano essere accorpati obbligando gli RSPP a partecipare ad un monte ore elevato.
G.L. Cappelli
Sono incredulo!
Dovrei ripetere più volte lo stesso corso (moduli B) solo perché, da ormai 10 anni, sono RSPP di una decina di aziende.
E’ un problema di risorse (tempo e denaro) ed inciderà, in un modo o nell’altro, sulla economia dell’Italia, oltre che sulla mia.
E’ una regola senza senso.
Mi chiedo a cosa servono le associazioni (es. Associazione Ambiente e Lavoro) che noi primi sosteniamo.
Cordiali saluti
Ing. S. Pasquetto
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