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La formazione online nella prevenzione della sicurezza
Sulla base di quanto concordato a marzo del 2000 nell’ambito della Strategia di Lisbona, gli stati membri dell’Unione Europea si sono prefissati obiettivi ambiziosi al fine di sostenere l’occupazione, rilanciare l’economia, sviluppare una coesione sociale attraverso una politica di estensione e incremento della conoscenza attraverso tutte le modalità di espletamento di questa.
Secondo quanto declinato dal Consiglio Europeo a Lisbona: “le persone sono la principale risorsa per l’Europa e su di esse dovrebbero essere imperniate le politiche dell’Unione. Investire nelle persone e sviluppare uno stato sociale attivo e dinamico sarà essenziale per la posizione dell’Europa nell’economia della conoscenza …”. Questo introduce la parte più circoscritta inerente il tema dell’istruzione e della formazione “per vivere e lavorare nella società dei saperi” in cui viene sostenuto che “i sistemi europei di istruzione e formazione devono essere conformi alle esigenze della società dei saperi alla necessità di migliorare il livello e la qualità dell’occupazione. Dovranno offrire possibilità di apprendimento e formazione adeguate ai gruppi bersaglio nelle diverse fasi della vita: giovani, adulti disoccupati e persone occupate soggette al rischio che le loro competenze siano rese obsolete dai rapidi cambiamenti. Questo nuovo approccio formativo dovrebbe avere tre componenti principali: lo sviluppo di centri locali di apprendimento, la promozione di nuove competenze di base, in particolare nelle tecnologie dell’informazione, e qualifiche più trasparenti.”
Da quanto sopra detto possiamo evincere quanto sia presente e sentita la tematica della formazione non solo quella strettamente riferibile alle strutture accademiche, ma, in particolar modo, quella destinata alla popolazione già economicamente attiva nella società post-moderna, quindi adulta, ma culturalmente definibile “arretrata” a causa delle informazioni che sopraggiungono da tutti i mezzi oggi messi a disposizione e al servizio della comunicazione e non così facilmente strutturabili in un continuum argomentativo omogeneo.
Nello spazio che intercorre tra ciò che il soggetto vuole conoscere e ciò che realmente riesce a cogliere in termini cognitivi, si inserisce la formazione atta a decodificare in termini intelligibili un tema strutturato tale da rispondere sempre più integralmente e precipuamente alle istanze del soggetto stesso tali da essere tradotte in tempi utili in azione e processo riflessivo. Corrisponde a un gap temporale che può essere annullato dalla mera conoscenza.
In questo contesto si inserisce la formazione on-line che, nonostante le peculiarità di cui non è questa la sede per affrontarle, traduce in modo, oltre che dignitoso, perché esaustivo, particolarmente adatto per lo scopo di mantenere costantemente informati, data la sua versatilità d’uso e attualità comunicativa. Sembra consolidato il concetto dell’ e-learning come ambiente pervasivo (Trinchero, 2006, p. 12), in grado di potenziare tutti gli aspetti dei processi di apprendimento per tutte le tipologie di persone e organizzazioni.
Inoltre la modalità dell’ e-learning risponde alle istanze Ministeriali che spingono verso il mondo della multimedialità e della digitalizzazione per eliminare gli sprechi e assicurare delle certezze nell’erogazione dei servizi.
Secondo la normativa vigente, D. Lgs 81/2008, esistono delle figure preposte alla sorveglianza e alla prevenzione dei rischi nei luoghi di lavoro, siano essi pubblici o privati, la cui formazione e il cui aggiornamento periodico sono una conditio sine qua non per la loro professione oltre che professionalità. Con il Decreto viene data una maggiore attenzione rispetto al passato alla formazione, informazione e addestramento ai lavoratori rispettivamente al loro ambito di competenza, contestualmente definendo i nuovi ruoli e più precise responsabilità per un nuovo approccio ai problemi inerenti la sicurezza sul lavoro. Lo scopo formativo previsto dal Decreto 81/08 ha come obiettivo principale quello di infondere consapevolezza negli utenti rendendoli soggetti attivi nella gestione della sicurezza e non più passivi. Una cultura della prevenzione è rivolta a tutti i componenti coinvolti nel processo produttivo aziendale, in ogni rispettiva fascia di competenza e risulta indispensabile per modificare i comportamenti lavorativi in modo che diventino coerenti con l’obiettivo della sicurezza.
La formazione negli ambienti di lavoro ha spesso incontrato delle difficoltà nello sviluppare processi formativi specifici tali da poter essere adattati alle modalità di apprendimento sul lavoro. La possibilità di usare l’e-learning in modo pervasivo, proattivo e strutturale, come suggerito dalle politiche europee, è stato oggetto di studio da parte dell’Inail, area ex Ispesl, Dipartimento Igiene del Lavoro, nel corso del 2010 attraverso un sondaggio di gradimento dell’ e-learning in materia di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro. La ratio del sondaggio sta nel conoscere da parte della struttura erogante le reali esigenze dei soggetti interessati, nonché le aspettative, e rispondere loro nel modo più appropriato, tenendo in debito conto anche la fascia culturale a cui ci si rivolge per rendere omogenea sia la classe virtuale sia la struttura corsuale.
I risultati sono stati molto soddisfacenti. Il target è formato da soggetti con una base culturale molto elevata, principalmente: ingegneri, chimici, fisici, medici e matematici e tutti facenti parte del settore aziendale, o di Ente, della prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro quali RSPP, ASPP, consulenti della sicurezza dei Ministeri, delle ASL, medici competenti etc. Altra notizia a cui dovevamo dare una risposta era il livello di alfabetizzazione informatica e anche in questo caso le nostre aspettative non sono state disattese poiché molti hanno risposto, nel momento in cui è stato chiesta loro una opinione riguardo ad un aggiornamento effettuato attraverso l’e-learning, che già è capitato loro di seguire un corso on-line attraverso la piattaforma Moodle (l’unica menzionata dagli utenti nonostante non fosse citata nelle domande del sondaggio) ritenendolo efficace tanto da esortare per un’erogazione totalmente on-line compreso l’invio dell’attestato di frequenza e partecipazione, nonché il test finale. L’unica nota dolente è stata il riscontro di una percentuale sempre troppo bassa, seppure superiore rispetto al reale intervento dei corsi in presenza, di partecipanti interessati del genere femminile. Da parte nostra si è presunto erroneamente che le donne, per motivi contingenti di ruolo e familiari, ricoprissero un numero limitato di presenze ai corsi proposti al Centro Ricerche nella sede di Monte Porzio Catone.
Come si può notare dalla Figura 1, le donne, nonostante siano potenzialmente maggiori in un corso di aggiornamento erogato in modalità on-line, risultano sempre numericamente inferiori rispetto al genere maschile. La nostra conclusione, a tale riguardo, ha individuato nel settore altamente tecnico-scientifico il quid dell’assenza di un numero cospicuo di donne. Nel senso che l’ingresso in alcuni ambiti di studio è da troppi pochi anni aperto all’interesse femminile. Riferendoci, noi Dil, ad un pubblico adulto probabilmente dobbiamo aspettare qualche anno prima di vedere i due sessi ad un livello paritetico.
Tutto porta ad una sempre maggiore determinazione, da parte nostra, nell’improntare un’architettura didattico-informatica destinata alla costruzione di un sapere e di una coscienza della prevenzione della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Barbara Todini, Giuseppina Landolfi
INAIL-Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro
Area ex Ispesl, Dipartimento Igiene del Lavoro –Laboratorio di Formazione –
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
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Rispondi Autore: Franco Brunelli - likes: 0 | 10/11/2011 (09:25:07) |
Purtroppo non condivido l’assunto, su cui le autrici evitano l’approfondimento, che “le peculiarità (della formazione on-line) di cui non è questa la sede per affrontarle, traduce in modo, oltre che dignitoso, perché esaustivo, particolarmente adatto per lo scopo di mantenere costantemente informati, data la sua versatilità d’uso e attualità comunicativa. Sembra consolidato il concetto dell’e-learning come ambiente pervasivo (Trinchero, 2006, p. 12), in grado di potenziare tutti gli aspetti dei processi di apprendimento per tutte le tipologie di persone e organizzazioni.” Direi, inoltre, che il sondaggio di gradimento dell’e-learning in materia di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro, se condotto su soggetti con una base culturale molto elevata, come ingegneri, chimici, fisici, medici e matematici e tutti facenti parte del settore aziendale, o di Ente, della prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro quali RSPP, ASPP, consulenti della sicurezza dei Ministeri, delle ASL, medici competenti etc., non può che evidenziare un buon (se non ottimo) livello di alfabetizzazione informatica tale da ritenerlo efficace tanto da esortare per un’erogazione totalmente on-line. Aborro il pensiero di avere, in un futuro imminente, tanti laureati mediante corsi di laurea on-line. Riterrei più realistico pensare, invece, a quanto un formatore adeguatamente preparato riesce a cogliere le esigenze di un’aula composta da soggetti a volte molto eterogenei rispetto alla trattazione degli argomenti oggetto dei corsi e come può dirimere in tempo reale eventuali dubbi o incomprensioni nei discenti. Comunque, per ritornare alla realtà quotidiana di chi opera direttamente per le aziende nell’erogazione della formazione, pensiamo a quanti, in qualità di datori di lavoro di microimprese con pochissimi lavoratori e con un basso livello di istruzione di base, devono frequentare specifici corsi di formazione in materia di igiene e sicurezza sul lavoro. Purtroppo, anche se può sembrare ad alcuni parossistico, esiste ancora qualcuno che non ha il computer e non ha la minima intenzione di dotarsene. O forse, per le autrici, andrebbe imposto come ulteriore obbligo di legge? |
Rispondi Autore: MATTEO MERONI - likes: 0 | 10/11/2011 (13:45:32) |
L'e-learning è uno strumento che si affianca alla formazione d'aula. Non deve essere vissuto come un concorrente a questa ma come alternativa (in alcuni casi) o integrazione. Certamente è lo strumento migliore per dare costanza nel tempo ai messaggi formativi. Il problema dell'e-learning italiano per la formazione sui temi della sicurezza nei luoghi di lavoro è che esistono troppi TRUFFATORI che spacciano come corsi di formazione on-line delle vere e proprie patacche senza il minimo rigore didattico, contenuto, progettazione. Fino a che questi soggetti sono sul mercato a truffare è necessario prestare grande attenzione alle scelte aziendali su questi temi. Assurdo che chi deve controllare consenta che questi soggetti continuino a lavorare truffando che acquista i loro pseudo-servizi e non contribuendo quindi in alcun modo al miglioramento della cultura della sicurezza dei destinatari della formazione attraverso un servizio che la renda "effettiva". Perchè il Ministero del lavoro non interviene? E le ASL? E la GDF? |
Rispondi Autore: Franco Brunelli - likes: 0 | 11/11/2011 (09:17:36) |
Azzardo una risposta: forse perchè è più comodo sanzionare per altre inadempienze che entrare nel merito della qualità della formazione? Comunque, non c'è da stupirsi se le prime ad essere inadempienti sono le istituzioni che ai sensi del disposto del D. Lgs. 81/08 devono definire i contenuti e le durate della formazione in materia di igiene e sicurezza sul lavoro. Qualcuno di costoro, leggendo questi commenti all'articolo di Puntosicuro, si sente chiamato in causa? |