La formazione alla sicurezza e l’apprendimento esperienziale
Brescia, 18 Mag – Nel mondo attuale che è caratterizzato da tempi, esigenze, conoscenze, strumenti e possibilità diverse rispetto al passato, i metodi tradizionali di formazione stanno inevitabilmente mutando. L’attenzione si sta spostando sempre più “verso forme di apprendimento che comprendono elementi quali il coinvolgimento, la creatività, la partecipazione attiva dei soggetti”. E in questo senso si sta diffondendo la formazione esperienziale, “che rispetto alle forme tradizionali di formazione si arricchisce del valore aggiunto dato dall’esperienza vissuta”.
E anche nel mondo della formazione in materia di salute e sicurezza del luogo di lavoro si stanno sviluppando “metodologie di formazione che vedono un maggior coinvolgimento del soggetto, al quale è richiesto di sviluppare capacità decisionali e di problem solving, fondamentali per l’identificazione dei rischi e la gestione delle situazioni di emergenza”.
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La tesi sulla formazione esperienziale
La tesi, dal titolo “La formazione esperienziale come strumento per la sicurezza sul lavoro” ha lo scopo di capire se e come la formazione esperienziale possa migliorare la salute e la scurezza del luogo di lavoro e si interroga sulla possibilità di “applicazione delle tecniche di formazione esperienziale per l’acquisizione delle conoscenze, delle competenze e degli atteggiamenti necessari per la creazione di una cultura della sicurezza”.
L’elaborato viene svolto in tre fasi/capitoli:
- il primo analizza il ruolo dell’esperienza per l’apprendimento, individua le nuove esigenze in ambito educativo, descrive le caratteristiche della formazione esperienziale e ne analizza le principali tecniche;
- il secondo analizza la formazione in materia di salute e sicurezza del luogo di lavoro, con riferimento agli obblighi normativi e i requisiti formativi;
- il terzo analizza l’applicazione della formazione esperienziale alla formazione per la salute e la sicurezza del luogo di lavoro.
Ci soffermiamo oggi, in particolare, sul primo capitolo per comprendere innanzitutto, quale sia il ruolo dell’esperienza nell’apprendimento e cosa sia, nella pratica, la formazione esperienziale.
L’esperienza e il suo ruolo nella formazione
Rimandando alla lettura integrale della tesi, che si sofferma nel dettaglio di vari aspetti correlati al “fare esperienza” come strumento chiave per il miglioramento e la crescita individuale, anche attraverso le teorie di studiosi come Kolb, vediamo di capire come cambia la formazione laddove si parte dall’esperienza.
Nella tesi si indica che considerare l’esperienza personale come chiave dell’apprendimento "implica porre al centro dell’attenzione il soggetto con le sue esigenze e i suoi processi cognitivi, emotivi, interpersonali. Questo ha portato ad un’inversione di tendenza: l’attenzione prima data al ‘teaching’, ossia l’atto di insegnare, si è spostata sempre più verso il ‘learning’, ossia verso l’apprendimento; in quest’ottica colui che apprende è considerato come un soggetto attivo, in grado di interrogarsi, di porsi domande alle quali dare una risposta mediante l’apprendimento, di affrontare esperienze personali che costituiscano la chiave della propria formazione e di intraprendere un percorso di miglioramento continuo”.
Flessibilità e lavori di gruppo
Una delle caratteristiche fondamentali dell’apprendimento esperienziale, si indica nella tesi, “è la sua flessibilità, intesa come possibilità che esso venga applicato in contesti e situazioni diversi, per poter così perseguire molteplici obiettivi formativi: lo sviluppo di capacità trasversali, il miglioramento delle competenze relazionali, lo sviluppo di un comportamento proattivo, l’acquisizione di maggior sicurezza, lo sviluppo di abilità di problem-solving”.
Un altro punto di forza dell’apprendimento esperienziale è il lavoro di gruppo, “il quale viene visto come un generatore di energia positiva in grado di dar vita a fenomeni di apprendimento”. Generalmente in un lavoro di gruppo “possono essere identificate tre fasi principali:
- una prima fase di preparazione: “è importante eliminare tutti quei vincoli formali e quelle barriere che ostacolano l’interazione tra i membri del gruppo; in una situazione in cui i partecipanti non si conoscono, per esempio, l’utilizzo del ‘tu’ e la propria presentazione a inizio sessione possono rappresentare utili stratagemmi per ‘rompere il ghiaccio’ e favorire la comunicazione e la spontaneità;
- una seconda fase di svolgimento delle attività: “è importante adottare tecniche e strategie che favoriscano il raggiungimento degli obiettivi condivisi, rafforzino i legami professionali e personali e creino un ambiente rilassato e favorevole all’esecuzione del lavoro”;
- una terza fase di condivisione finale: è considerata fondamentale in quanto “attraverso di essa le persone hanno la possibilità di ‘guardarsi dentro’ e riflettere su quanto appreso per sviluppare un’analisi di sé necessaria per porre le basi per miglioramenti futuri”.
In ogni caso quando si affrontano lavori di gruppo “è bene tener presente che non esiste un’unica strategia formativa possibile ma, al contrario, è necessario individuare la strategia che meglio si adatta alle persone, al contesto e agli obiettivi che si intende raggiungere ed è anche indispensabile acquisire padronanza delle tecniche, individuandone punti di forza e debolezza”.
I principi dell’apprendimento esperienziale
La tesi indica che per pianificare un efficace intervento formativo, è necessario “far riferimento ad alcuni principi di base per l’apprendimento esperienziale”.
Ne riprendiamo, brevemente, alcuni:
- Il processo di apprendimento derivante dell’esperienza “è complesso e dinamico, in quanto anche la stessa esperienza da cui esso proviene risulta essere tale. Quando un individuo vive personalmente un’esperienza, infatti, la dimensione individuale risulta essere il connubio di molteplici dimensioni (pratica, emotiva, intellettuale) che non possono essere scisse e che sono in continua influenza tra loro”. Ed è fondamentale durante le sessioni di apprendimento esperienziale “fare scelte adeguate in funzione delle problematiche e delle situazioni che possono emergere ogni volta, in quanto ogni esperienza risulta essere diversa da tutte le altre vissute”;
- Il processo di apprendimento esperienziale è “fortemente influenzato dalle dimensioni sociali e culturali che il soggetto incontra vivendo con gli altri e in diversi contesti. Esiste una duplice interazione tra i processi di apprendimento esperienziale e la dimensione sociale e culturale: il processo è infatti influenzato dal contesto, ma, allo stesso tempo, contribuisce a modificare la cultura e la condizione sociale delle persone”;
- L’apprendimento “si basa sulla relazione che il soggetto costruisce con le altre persone e con l’ambiente circostante: attraverso l’apprendimento si esce dal proprio mondo individuale per incontrarsi, e confrontarsi, con il mondo degli altri e grazie a questo contatto il mondo individuale si arricchisce”;
- L’esperienza “deriva esclusivamente dalla partecipazione personale a situazioni della vita: l’esperienza è qualcosa che ognuno costruisce rielaborando in maniera del tutto individuale e in forma attiva ciò che ha vissuto; dunque viene sottolineato ancora una volta l’aspetto attivo e dinamico del soggetto in apprendimento, che viene costruito dal soggetto stesso e al quale il soggetto associa un significato personale”;
- L’esperienza viene vista come un “mezzo attraverso il quale il soggetto ha la possibilità di conoscere il mondo circostante e, soprattutto, può intraprendere un percorso di analisi individuale per arrivare alla profonda conoscenza di sé; attraverso l’ apprendimento esperienziale, infatti, il soggetto può scoprire nuove abilità, sperimentare nuovi modi di concepire la formazione, trovare nuovi punti di vista e conoscere qualcosa di più del proprio modo di costruire la conoscenza”.
Alcuni studiosi parlano dell’apprendimento esperienziale come modello “trasformativo”, in contrapposizione alla formazione tradizionale definita “mimetica”: “il concetto di mimetico richiama l’idea che l’alunno si limiti a ripetere quanto mostrato dall’insegnante, mentre l’idea di trasformazione presuppone un certo livello di partecipazione del discente che, pur prendendo sempre spunto dagli insegnamenti del maestro, rielabora quanto appreso in maniera creativa e personale per generare nuova conoscenza”. Tuttavia le due modalità “non sono alternative così come una non esclude l’altra” ma, al contrario esistono “possibili collegamenti e incroci tra le due, a seconda delle esigenze formative”.
Ricordiamo, in conclusione, che la tesi – che vi invitiamo a leggere integralmente - non solo segnala altri aspetti importanti in relazione all’apprendimento esperienziale, ad esempio in riferimento alla necessità di continui monitoraggi e valutazioni, ma riporta anche una precisa e dettagliata bibliografia.
RTM
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
“ La formazione esperienziale come strumento per la sicurezza sul lavoro”, tesi realizzata nell’anno accademico 2016/2017 da Giulia Marcandelli per il Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Gestionale - Università degli Studi di Brescia (formato PDF, 2.07 MB).
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Rispondi Autore: Harleysta - likes: 0 | 24/05/2018 (08:43:01) |
...se penso che la mia formazione, più di 30 anni fa, era l'affiancamento a persona "vecchia del mestiere", fa sorridere vedere che ciò è oggetto di tesi di laurea. inoltre la formazione della persona esperta di cui sopra, consisteva solo nella licenza media; tuttavia mi ha insegnato a vivere, lavorare e diventare quel che sono (...omississ...). Grazie Lorenzo! |