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Indagine sulla percezione della sicurezza sul lavoro in Italia

Presentata nel corso dell’incontro “La sicurezza in Italia: significati, immagine e realtà” un indagine su un campione rappresentativo di 2000 persone. Il 47% ha la sensazione che negli ultimi anni la sicurezza sul lavoro in Italia sia diminuita.

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Il 21 novembre la Fondazione Unipolis ha presentato nel corso dell’incontro “La sicurezza in Italia: significati, immagine e realtà”, coordinato da Gad Lerner, la “Seconda indagine sulla rappresentazione sociale e mediatica della sicurezza”, a cura di Demos & Pi e dell'Osservatorio di Pavia.
 


 
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Se la prima, presentata alla fine del 2007, si era occupata di analizzare specialmente i valori e significati della sicurezza, questa seconda indagine - raccontata nell’incontro da Ilvo Diamanti (Università di Urbino), Fabio Bordignon (Direttore di Demos) e Antonio Nizzoli (Osservatorio di Pavia) - entra nello specifico della percezione degli italiani riguardo alla sicurezza sul lavoro.
 
L’indagine è stata realizzata da Demos & Pi, per la Fondazione Unipolis, tramite un sondaggio telefonico svolto (periodo 29 ottobre - 7 novembre 2008) con il metodo CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) su un campione di 2000 persone, rappresentativo della popolazione italiana di età superiore ai 15 anni, per genere, età e zona geopolitica.
 
Vediamo insieme le risposte a tre diverse domande poste durante la ricerca.
 
Secondo lei la sicurezza sul lavoro, negli ultimi anni, è aumentata o diminuita?
A questa domanda ben il 47% del campione ha risposto che la sicurezza è diminuita, con un incremento sensibile rispetto ad un’indagine similare svolta dodici mesi prima.
Solo il 35%, con una rilevazione di due punti inferiore ai dati passati, ha percepito un incremento delle condizioni di sicurezza nelle fabbriche e nei cantieri.
 
Con che frequenza le capita di sentirsi preoccupato, per lei o per i suoi famigliari, di essere vittima di un  infortunio sul lavoro?
In questo caso si volevano indagare le preoccupazioni, i timori degli italiani riguardo ai rischi di incidenti e per l’intero campione (che comprende anche categorie inattive o lavoratori impiegati in attività a basso rischio) la risposta è stata “mai” per il 47,6% e “frequentemente” solo per il 10,4%.
Se, tuttavia, si presenta il dato in relazione all’attività svolta si scopre che la risposta “frequentemente” raggiunge tra gli operai il 21%.
 
Sempre pensando agli incidenti sul lavoro, secondo lei di chi è la responsabilità principale?
Da quale parte cade il peso della responsabilità, nella percezione degli italiani, degli incidenti?
La maggioranza relativa del campione, il 41%, punta il dito contro gli “imprenditori che non applicano le norme di sicurezza”, il 24% attribuisce le colpe alle “autorità pubbliche che non controllano” e il 21% le attribuisce invece ai “lavoratori che non seguono le norme di sicurezza”. La restante parte del campione non risponde o ritiene, il 5%, che non si possa attribuire responsabilità ad alcuno.
 
I dati non ci mostrano un quadro confortante.
Quello che si delinea è un sentimento diffuso tra la popolazione, un sentimento che non dipende solo dall’eco mediatica dei casi più rilevanti di morti bianche, ma anche dalla percezione di un’assenza di cambiamenti e di miglioramenti riguardo alla sicurezza nei propri luoghi di lavoro.
 
 
Anticipazione della ricerca “La sicurezza in Italia. Significati, immagine e realtà”, curata da Demos & Pi e Osservatorio di Pavia per Fondazione Unipolis, Novembre 2008  (formato PDF, 114 kB).
 
 
Tiziano Menduto


 
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