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Formazione: un investimento che ''paga''

L'Italia piange i suoi morti sul lavoro.
Sono decine gli incidenti che ogni giorno avvengono nelle aziende italiane; anche ieri un giovane di 27 anni, colpito al torace da un pannello manovrato da una gru, ha perso la vita in una azienda in provincia di Brescia.

Proprio in questa citta' la scorsa settimana e' stato indetto uno sciopero in seguito alla morte di un operaio di un'accaieria.
In occasione della mobilitazione del 5 maggio scorso avvenuta a Brescia i sindacati hanno focalizzato l'attenzione sul problema della sicurezza sul lavoro ed in particolare sull'importanza della prevenzione e di un'attenzione costante e continua.

Il segretario della Cisl bresciana Paolo Riboni, intervenendo sull'argomento ha sottolineato che per le aziende i costi necessari per lavorare in sicurezza, sia in termini di ore dedicate alla formazione dei dipendenti sia di adeguamento dei macchinari, non sono certo indifferenti, ma sono un investimento ''che paga''.
''Anche in una logica di puro profitto – sottolinea Riboni – che punta a ridurre le spese, un lavoratore incidentato non e' un costo da poco per l'impresa''.

Prevenzione e' la parola chiave per garantire la sicurezza dei lavoratori.
La lotta al grave fenomeno delle morti bianche non puo' prescindere da un piano di formazione continua ed aggiornata.
Il segretario ha sottolineato che i controlli effettuati dagli ispettori del lavoro servono, ma ''non bastano. Deve verificarsi un cambiamento culturale''.
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