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Fad per i corsi RSPP: l’esperienza dell’Universita’ di Modena e Reggio Emilia

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Informazione, formazione, addestramento

24/10/2006

Intervista al dott. Alberto Zini del Dipartimento di Economia Aziendale, Facoltà di Economia “Marco Biagi”.

Fad per i corsi RSPP: l’esperienza dell’Universita’ di Modena e Reggio Emilia

Intervista al dott. Alberto Zini del Dipartimento di Economia Aziendale, Facoltà di Economia “Marco Biagi”.

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In occasione del convegno “La formazione a distanza degli addetti nella prevenzione del rischio e nella gestione della sicurezza: l’esperienza dell’Universita’ di Modena e Reggio Emilia”, svoltosi a Modena il 12 ottobre, abbiamo incontrato il dott. Alberto Zini, del Dipartimento di Economia Aziendale, Facoltà di Economia “Marco Biagi”.

Il dott Zini ci ha illustrato i contenuti del convegno, con particolare riferimento all’utilizzo della FAD per i percorsi formativi di RSPP e ASPP.

“Quello che abbiamo inteso presentare oggi con questo convegno – ha spiegato il dott. Zini - , è un riepilogo delle iniziative proposte dall’Università di Modena sul tema della prevenzione e della sicurezza.
In particolare quelle organizzate dal Dipartimento di Economia Aziendale della Facoltà di Economia e Commercio “Marco Biagi”. Il taglio delle iniziative è di tipo organizzativo–gestionale, cioè il tema della prevenzione e della sicurezza rivolto agli operatori, tipo addetti e responsabili SSP.”

In particolare sono state illustrate tre iniziative.

Corsi di alta formazione, i master universitari, il cui requisito di accesso è la laurea. Si tratta di un master universitario di 1° livello, al quale si può accedere dopo la laurea triennale.
La proposta prevede che, al termine del percorso formativo, lo studente non abbia solo i crediti formativi universitari, ma anche la qualificazione come RSPP. (Il bando per accedere al master scade il 4 novembre 2006, 30 i posti disponibili. E’ prevista una borsa di studio per il 1° classificato.)

Parallelamente a questa iniziativa è stata sviluppata la proposta dei corsi di base per ASPP e RSPP, cioè corsi anche per persone non laureate.
Gli utenti del corso possono partecipare alle lezioni in aula o a distanza (FAD) con la tecnica dell’e-learning. “C’è un’aula con un numero limitato di partecipanti (30 come prevede l’accordo Stato Regioni)  - spiega Zini - e quei 30 possono venire in aula o frequentare a distanza, intendendo “a distanza” come essere collegato nel momento in cui in presenza avviene la lezione del relatore.”

“Un altro percorso particolare, promosso all’interno del convegno da un intervento dell’ufficio scolastico provinciale, è la formazione su prevenzione e sicurezza nel mondo della scuola dove abbiamo realizzato corsi, in presenza e a distanza. Le lezioni registrate restano a disposizione su un portale, dove i partecipanti al corso possono rivedere tutto e trovare materiali integrativi. Sono stati formati così 100 presidi di Modena e provincia e 100 tra i RLS delle scuole.”

Quali sono le potenzialità della fad?
La potenzialità della Formazione A Distanza, e questo il convegno l’ha messo bene in luce, è di numeri enormi; ti moltiplica la possibilità e dovrebbe in teoria ridurre molto i costi.
In teoria, perché non è tutto così scontato, la fad infatti ha anche costi di realizzazione.
La riduzione dei costi c’è almeno sui costi di docenza;  quando hai fatto l’argomento una volta lo inserisci all’interno dei moduli previsti e così puoi proporre agli addetti e ai responsabili dei “pacchetti”. E’ evidente che a distanza di 3 mesi, 6 mesi, un anno al massimo, il percorso deve essere rivisto; ma per un certo periodo di tempo il percorso è aggiornato ed è rivendibile a n soggetti.
La FAD va incontro alle esigenze degli iscritti. Abbiamo iscritti da Siracusa, da Livorno, da Torino. Ad esempio per coloro che abitano in zone dove non vi sono soggetti che possono offrire questa formazione, oppure per persone che hanno limiti fisici di mobilità o altro, la fad è un ausilio fondamentale.
Per la formazione degli A/RSPP l’idea è di fare più aule da 30 partecipanti; possiamo fare il modulo A, perché questo la nostra Regione lo consente, e riproporlo più volte.
E’ chiaro però – prosegue Zini - che l’aula virtuale deve avere un suo orario, l’utente non segue il corso quando vuole perché allora non c’è controllo; è  stabilito un calendario didattico, come per il corso in presenza, e l’utente a distanza si collega in quel momento. Questa l’idea di tutte le iniziative.
La FAD noi la intendiamo come formazione a distanza nella formula e-learning, ma più precisamente come WEB Enhanced, vuol dire migliorato dal web, migliorato dalla rete.
Sono messi su un portale tutti i contenuti del corso, che se si segue solo in presenza fisica, non rimane nulla; mentre così si hanno a disposizione poi tutte le registrazioni, materiali aggiunti ed in aggiornamento.
La didattica è migliorata dal web in questo senso; si ha, ad esempio, l’aggiornamento costante di quello che è lo sviluppo della normativa.


Per realizzare queste iniziative avete collaborato con vari enti. Che importanza ha avuto?
La collaborazione con gli enti e con le aziende specializzate nel settore è fondamentale. Si tratta di sperimentare la fad al meglio, al di là dei contenuti di un accordo che ha ambiguità enormi sul tema della fad.
Gli enti pubblici per noi sono garanzia della proposta a livello di qualità, è esattamente la conferma che la fad ci può stare tutta, basta che sia garantita nella qualità della proposta che viene fatta. Gli enti collaborano non solo con le docenze, ma hanno i loro iscritti a questi percorsi. Stanno qualificando i loro anche attraverso la formazione via portale, via fad, via e-learning. Anche perché per chi lavora l’e-learning è un vantaggio. Se si perde una puntata, non si perde in realtà nulla. Riguardo all’obbligo di frequenza per il 90% delle lezioni, con la fad è possibile avere il 100% del monte ore.
Con dei limiti, è possibile recuperare le lezioni perse, con una frequenza maggiorata; oltre alle lezioni si deve dimostrare di aver avuto accesso ad altri documenti presenti sul portale; così il debito formativo si trasforma in un credito.
E si arriva al 100% del monte ore, anche non avendolo frequentato fisicamente in aula.

Per le scuole vorremmo provare a formare i loro addetti, 28 ore di corso, facendo un’aula in presenza e altre aule collegate, con dei tutor che prendono le firme nelle sedi decentrate. L’utente non sta a casa propria, ma segue il corso in un’aula. Si pensi ad una scuola decentrata, ad esempio in Appennino, dove in caso di neve gli spostamenti risultano difficili. Utilizzando la fad, i suoi addetti non dovrebbero  recarsi a Modena per seguire il corso, ma potrebbero frequentarlo dalla scuola.


Cosa cambierà con l’approvazione delle linee interpretative?
Per l’università, come per l’inail o l’ispesl o per gli altri enti dell’art. 8 bis cambia ben poco, perché le università potrebbero dire: noi certifichiamo indipendentemente dagli accordi che fra di loro prendono le Regioni.
La Conferenza Stato Regioni è un organo amministrativo, non è legislativo.
La Conferenza Stato Regioni aveva il compito di definire percorsi, durate e contenuti. Le Università potrebbero dire: a quello ci atteniamo, per noi non cambia nulla e le linee interpretative che voi avete pubblicato riguardano le Regioni.
La fad è precisato che non è ammessa in questa fase sperimentale e questo non vuol dire che ne venga negata la bontà.

L’Università ha anche lauree on line, corsi universitari che vengono dal nostro stesso Magnifico Rettore difesi  dal punto di vista dell’utilizzo dell’on line, dell’e-learning e della formazione a distanza.

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