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DNA a rischio per chi lavora nel traffico
DNA a rischio per chi lavora nel traffico
Le conseguenze dello smog sulla salute indagate nell'ambito di uno studio in corso in nove paesi europei
L'inquinamento provoca danni al Dna. Lo dimostrano i risultati di uno studio condotto in cinque città italiane, Torino, Varese, Firenze, Napoli e Ragusa, su un campione di 300 volontari.
La ricerca è stata condotta nell'ambito del progetto europeo Epic (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition), uno studio prospettico con una banca di campioni biologici in corso su 400.000 persone di nove Paesi europei, di cui 48.000 italiane, coordinato dalla Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro.
La ricerca ha dimostrato che gli "addotti del Dna", agenti chimici derivati dalla combustione di idrocarburi, tendono ad essere più elevati nelle aree ad alto tasso di inquinamento atmosferico.
L' alta concentrazione di questi agenti a livello dei tessuti (colon, vescica, polmone e mammella) e della circolazione è risultata associata ad un rischio di tumore più elevato.
Secondo il dottor Palli, epidemiologo del Centro per lo studio e la prevenzione oncologica di Firenze, "diversi studi hanno dimostrato che gli addotti del Dna tendono ad essere più elevati nei soggetti residenti in aree urbane ad alto tasso di inquinamento atmosferico e, in particolare, in alcune categorie di soggetti professionalmente esposti (autisti, edicolanti, vigili urbani)".
Per quanto riguarda l'andamento stagionale, sono emerse due tendenze opposte: i livelli di addotti tendono ad essere più bassi in inverno e più elevati in primavera ed estate nel centro-sud, mentre al nord i livelli sono più elevati in inverno.
Sempre secondo il dottor Palli "dall'analisi delle abitudini alimentari è emerso che un alto consumo di frutta e verdure fresche, e quindi un alto introito di antiossidanti, è associato in modo significativo a livelli più bassi di addotti del Dna".
Le conseguenze dello smog sulla salute indagate nell'ambito di uno studio in corso in nove paesi europei
L'inquinamento provoca danni al Dna. Lo dimostrano i risultati di uno studio condotto in cinque città italiane, Torino, Varese, Firenze, Napoli e Ragusa, su un campione di 300 volontari.
La ricerca è stata condotta nell'ambito del progetto europeo Epic (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition), uno studio prospettico con una banca di campioni biologici in corso su 400.000 persone di nove Paesi europei, di cui 48.000 italiane, coordinato dalla Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro.
La ricerca ha dimostrato che gli "addotti del Dna", agenti chimici derivati dalla combustione di idrocarburi, tendono ad essere più elevati nelle aree ad alto tasso di inquinamento atmosferico.
L' alta concentrazione di questi agenti a livello dei tessuti (colon, vescica, polmone e mammella) e della circolazione è risultata associata ad un rischio di tumore più elevato.
Secondo il dottor Palli, epidemiologo del Centro per lo studio e la prevenzione oncologica di Firenze, "diversi studi hanno dimostrato che gli addotti del Dna tendono ad essere più elevati nei soggetti residenti in aree urbane ad alto tasso di inquinamento atmosferico e, in particolare, in alcune categorie di soggetti professionalmente esposti (autisti, edicolanti, vigili urbani)".
Per quanto riguarda l'andamento stagionale, sono emerse due tendenze opposte: i livelli di addotti tendono ad essere più bassi in inverno e più elevati in primavera ed estate nel centro-sud, mentre al nord i livelli sono più elevati in inverno.
Sempre secondo il dottor Palli "dall'analisi delle abitudini alimentari è emerso che un alto consumo di frutta e verdure fresche, e quindi un alto introito di antiossidanti, è associato in modo significativo a livelli più bassi di addotti del Dna".
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