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Industria meccanica: la sicurezza dell’addetto alle attività di banco

Industria meccanica: la sicurezza dell’addetto alle attività di banco
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Industria meccanica

20/03/2015

La tutela della salute e sicurezza dell’ addetto alle attività di banco nell’industria meccanica. I fattori di rischio, le attrezzature utilizzate e gli apparecchi di sollevamento. Focus su movimentazione carichi, lavoro ripetitivo e vibrazioni.

 
Roma, 20 Mar – Nell’ industria meccanica l’addetto alle attività di banco è il lavoratore addetto a svolgere “operazioni di aggiustaggio e produzione di prototipi”. Si tratta di “lavorazioni di singoli pezzi o serie molto ridotte in cui si richiede un alto grado di professionalità ed esperienza nella lettura del disegno tecnico per effettuare con precisione il prodotto finito. Il posto di lavoro, il banco, serve come piano di appoggio e di controllo delle misurazioni”.
 
A dare queste informazioni sulla tipologia di attività, sugli specifici rischi lavorativi e sulla tutela della sicurezza e salute degli addetti alle attività di banco, è una scheda correlata alla ricerca Inail “ Profili di rischio nei comparti produttivi dell'artigianato, delle piccole e medie imprese e pubblici esercizi: Industrie Meccaniche”.
 


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La scheda “S.P.R.15_Addetto alle attività di banco”, come tutte le precedenti schede presentate ( addetto alla fresatura, alla piegatura, alla tornitura, alla trafilatura, alla movimentazione di carichi, ...), riporta i fattori di rischio connessi alla professione:
- “lesioni a carico dell’apparato muscolo-scheletrico causate dalle posture scorrette, dal lavoro ripetitivo e dalla movimentazione manuale dei carichi;
- lesioni agli occhi e al corpo causate dalla proiezione di frammenti;
- elettrocuzione o ustioni causate dal contatto con parti in tensione delle macchine;
- patologie dovute alle vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio”.
 
La scheda ricorda anche le principali attrezzature di lavoro utilizzate nel processo lavorativo:
- “morsa: bloccaggio pezzi da lavorare;
- apparecchi di sollevamento: utilizzati per movimentare pezzi di dimensioni/peso rilevanti;
- elettroutensili: attività varie;
- utensili manuali (punte a tracciare, punzoni, compassi, lime, seghetti, raschietti,ecc.): attività varie;
- saldatrice: attività varie”.
 
Come per le altre schede il documento riporta una dettagliata tabella di profilo di rischio e si sofferma sulle misure di prevenzione e protezione relative a: rischi infortunistici, rumore, vibrazioni sistema mano-braccio, vibrazioni corpo intero, campi elettromagnetici, microclima, rischio chimico, rischio biologico, movimentazione manuale dei carichi, lavoro ripetitivo, rischio stress lavoro correlato, videoterminali. E riporta anche una breve raccolta delle procedure gestionali fondamentali.
 
Rimandando ad una lettura integrale della scheda, specialmente con riferimento ai rischi infortunistici e alla previsione di idonee procedure ed istruzioni operative per l’uso e per le eventuali operazioni di manutenzione su impianti, attrezzature e macchine, ci soffermiamo oggi su alcuni rischi correlati ai fattori di rischio presentati.
 
Movimentazione manuale dei carichi
Il documento indica che se dalla valutazione dei rischi risulta una possibile esposizione al rischio è “necessario adottare le seguenti misure:
- adottare le misure organizzative necessarie e ricorrere ai mezzi appropriati, in particolare attrezzature meccaniche, per evitare la necessità di una movimentazione manuale dei carichi da parte dei lavoratori;
- intervenire dal punto di vista tecnico/organizzativo per ridurre il rischio dovuto a: caratteristiche del carico (peso, ingombro, equilibrio, posizione); sforzo fisico richiesto (eccessivo, torsione tronco, movimenti bruschi, posizione instabile); caratteristiche dell’ambiente di lavoro (spazio insufficiente, pavimentazione, microclima); fattori individuali di rischio;
- se necessario eseguire l’attività con due o più operatori” ed elaborare una procedura relativa”.
 
Lavoro ripetitivo
Anche in questo caso se dalla valutazione dei rischi risulta una possibile esposizione al rischio è necessario adottare le seguenti misure:
- “adottare interventi a livello strutturale con il fine di migliorare le posture e i movimenti incongrui, la compressione degli arti superiori e l’uso della forza”: ad esempio “interventi sul lay-out, ergonomia postazione di lavoro, ergonomia attrezzature;
- interventi a livello organizzativo con il fine di migliorare la frequenza e la ripetitività dei gesti lavorativi e la carenza dei tempi di recupero: ritmi, pause, rotazione delle mansioni”.
 
Vibrazioni sistema mano-braccio
Se dalle misurazioni strumentali realizzate risultasse un’esposizione, si può provvedere ad applicare misure preventive.
Queste le misure riportate nella scheda:
- “adozione di sistemi di lavoro ergonomici che consentano di ridurre al minimo la forza di prensione o spinta da applicare all’utensile (impugnature e prolunghe);
- sostituzione dei macchinari che producono elevati livelli di vibrazioni con macchinari che espongano a minori livelli di vibrazioni;
- effettuazione di manutenzione regolare e periodica degli utensili;
- adozione di cicli di lavoro che consentano di alternare periodi di esposizione a vibrazioni a periodi in cui il lavoratore non sia esposto a vibrazioni”.
Nella scheda si fa anche riferimento all’eventuale impiego di DPI, in questo caso di guanti antivibranti.
 
Vibrazioni corpo intero
Queste le misure indicate nella scheda che si possono applicare se dalle misurazioni strumentali risulta esserci un’esposizione:
- “pianificare una regolare manutenzione dei macchinari, con particolare riguardo alle sospensioni, ai sedili ed al posto di guida degli automezzi;
- identificare le condizioni operative o i veicoli che espongono ai più alti livelli di vibrazioni ed organizzare laddove possibile turni di lavoro tra operatori e conducenti idonei a ridurre le esposizioni individuali;
- pianificare laddove possibile i percorsi di lavoro scegliendo quelli meno accidentati oppure, dove possibile, effettuare lavori di livellamento stradale;
- pianificazione di una politica aziendale di aggiornamento del parco macchine, che privilegi l'acquisto di macchinari a basso livello di vibrazioni e rispondenti a criteri generali di ergonomia del posto di guida”.
 
Concludiamo ricordando che alla fine della scheda è presente una breve check-list relativa agli aspetti di sicurezza minimi richiesti dall’organo di controllo relativi agli apparecchi di sollevamento. La check list è tratta dalla “ Guida al sopralluogo in aziende del comparto metalmeccanico” con riferimento al DGR 7629 della Regione Lombardia del 10 agosto 2011.
 
Riportiamo alcune domande presenti nella lista:
- “è presente sulla pulsantiera di comando l’arresto di emergenza?
- il gancio di sollevamento è provvisto di dispositivo di sicurezza contro la fuoriuscita di funi/catene?
- gli apparecchi di sollevamento sono dotati di dispositivi di fine corsa (salita-discesa gancio, traslazione carrello e traslazioni varie)?
- è presente l’indicazione della portata massima (o diagramma delle portate) sull’apparecchio di sollevamento?
- sono presenti sulla pulsantiera di comando e sulla struttura dell’apparecchio di sollevamento le indicazioni di manovra?
- l’organo di presa del carico gancio semplice, gancio doppio, (ad ancora), è provvisto di regolare certificato di conformità?
- gli organi di tenuta del carico al gancio (fasce di imbraco funi metalliche, tessili o catene) sono provvisti di regolare certificato di conformità o regolare targa di identificazione?
- il quadro elettrico è provvisto di dispositivo di blocco porta all’atto dell’apertura del quadro stesso?
- il sistema di comando del tipo ‘radiocomando’ è provvisto di regolare certificato di conformità”?
 
 
Profili di rischio nei comparti produttivi, “ S.P.R.15_Addetto alle attività di banco”, Inail/exIspesl (formato PDF, 188 kB).
 
Vai all’area riservata agli abbonati dedicata a “ Profili di rischio nei comparti produttivi: industrie meccaniche”.
 
 
RTM
 


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